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Metal Gear Rising: Revengeance - provato alla GC

Arrivato nelle mani di Platinum Games dopo uno sviluppo un po’ travagliato che l’aveva portato sull’orlo della cancellazione da parte di Kojima, Metal Gear Rising, poi ribattezzato con l’aggiunta di quel Revengeance, era presente alla GamesCom di Colonia permettendoci di provare con mano, con curiosità e timore in egual misura, uno dei giochi più attesti dai fan della serie Konami. Eccovi le nostre impressioni.
Di cosa si tratta
Come detto più volte da Kojima stesso, Metal Gear Rising: Revengeance non è da considerarsi parte della serie MGS principale ma come spin-off ambientato nello stesso universo che però vuole offrire un punto di vista più action su alcune delle vicende vissute da personaggi già noti ai fan di Metal Gear. La storia prende il via nove anni dopo la fine del quarto episodio, il Guns of the Patriots pubblicato nel 2008 per PS3, e vede protagonista come protagonista il cyborg-ninja Raiden. Questo viene assunto da una compagnia militare privata che gli affida incarichi di addestramento e protezione. Durante uno di questi compiti viene attaccato e sconfitto da un esercito di cyborg; gravemente ferito, lotta a lungo per la sopravvivenza e viene poi dotato di una nuova armatura e di nuove parti bio-meccaniche in sostituzione degli organi e arti danneggiati dallo scontro.

Il gioco si basa fortemente su una meccaniche action hack n’ slash; la feature che all'annuncio suscitò il maggior interesse era la possibilità di tagliare qualsiasi cosa con precisione millimetrica grazie all’uso dei due stick analogici, e tale possibilità è rimasta nel passaggio al nuovo sviluppatore. Com’era prevedibile, però, il nuovo team ha dato al gioco una caratterizzazione tipicamente Platinum aumentando considerevolmente il livello di epicità e spettacolarizzazione; questo cambiamento ha suscitato molte perplessità nei fan più ortodossi della serie (nonostante, come già accennato, non vada considerato come parte integrante della serie principale) ma allo stesso tempo ha suscitato l’interesse dei fan degli action game che hanno visto in Rising la possibilità di giocare ad un titolo forte sia dal punto di vista narrativo che ludico, qualcosa di fresco e promettente dopo la débacle di Ninja Gaiden 3.

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Cosa abbiamo visto
Pad alla mano il gioco si è rivelato una vera sorpresa, tanto da portarmi a considerarlo uno dei titoli più interessanti provati durante la fiera tedesca. Il livello giocato non era altro che un tutorial che culminava con un boss finale e permetteva di familiarizzare con le meccaniche di gioco più basilari. L’ossatura principale del gioco è quella di un hack n’ slash veloce e adrenalinico. I tasti X e Y, come sempre nel genere, sono utilizzati per l’attacco veloce e quello pesante, mentre i grilletti servono per entrare in “Modalità taglio”. Una volta entrati in questa modalità, compare una lama di luce sullo schermo da direzionare a piacere con l’analogico e il taglio si effettua dando un colpo secco alla levetta nella direzione in cui si vuole tagliare. Questo permette di effettuare delle operazioni precise oppure, tramite il movimento compulsivo della levetta, di sminuzzare il malcapitato di turno in maniera rapida e totale. Altre mosse più potenti ma meno precise possono essere eseguite con la combinazione dei tasti dorsali e quelli per gli attacchi pesanti o leggeri. C’è da dire che queste mosse danno vita a coreografie decisamente spettacolari, con Raiden che in tutta tranquillità si passa la spada dalle mani ai piedi finendo di affettare gli avversari con le gambe.

Durante il tutorial mi è stato ordinato di affettare diverse sagome di soldati e delle angurie, frutto divenuto ormai emblema di marketing del gioco. Una volta superato il tutorial, Raiden si è dedicato a combattimenti più impegnativi con soldati veri e propri. Durante gli scontri ho notato che non tutti gli avversari possono essere ridotti in pratici cubetti fin dal primo istante ma prima bisogna stordirli e indebolirli con attacchi standard. Una volta fatti a pezzi, è possibile estrarre la colonna vertebrale (tanto a loro non serve più) e recuperare l’energia necessaria a far funzionare le parti cibernetiche del nostro samurai futuristico.

MX Video - Metal Gear Rising: Revengeance


Nonostante sia tutto molto immediato e divertente ho trovato un po’ scomodo il sistema del taglio, che permette una grande precisione per quanto riguarda la lama ma si rivela un po’ meno immediato nella gestione della posizione di Raiden. Per intenderci, se vi trovate di fronte ad un oggetto lungo come una panchina e volete tagliarla, la posizione in cui vi mettete influenza la zona della panchina che rientra nel raggio d’azione della spada; se vi mettete ad un’estremità non potrete tagliarla fino all’estremità opposta, per farlo sarà necessario spostare tutto il personaggio e non solo la mira del fendente. Ecco, lo spostamento del personaggio risulta un po’ meno immediata avendo le dita già occupate a tenere premuto il grilletto, l’analogico e lo spostamento della telecamera. Si tratta comunque di una cosa di poco conto che una volta assimilata non dovrebbe più rivelarsi un intralcio a livello di gameplay.

Tiriamo le somme
Metal Gear Rising: Revengeance si è rivelato essere un gioco veloce, divertente e immediato. I pochi dubbi risultanti dalla versione provata riguardano la durata dell’effetto meraviglia del sistema di taglio, cosa che potrebbe, nel caso cali troppo in fretta, portare il gioco ad annoiare se tale sistema non sarà utilizzato per dar vita a momenti coinvolgenti, e alle ambientazioni che nel livello provato apparivano alquanto spoglie e tendenti al grigio, nonostante il motore grafico risulti comunque molto capace. Se poi tale semplicità degli ambienti è data dal fatto che il livello era un semplice tutorial, non ci è dato saperlo. Ciò che è certo è che il titolo in sviluppo presso Platinum Games è sicuramente da tenere d’occhio per gli amanti degli action games e per i fan della serie Metal Gear, purchè siano consapevoli che si tratta di qualcosa di volutamente molto diverso dalle avventure di Snake e compagnia.

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L'autore

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Un giorno qualcuno gli disse che c'erano altri giochi oltre Age of Empire. Da quel momento è alla ricerca dell'esperienza definitiva, molti sostengono faccia apposta a non trovarla per poter continuare a giocare. Convinto sostenitore de "il voto non fa il gioco", scrive su diversi siti, un paio addirittura creati da lui. Un giorno scomparira nel nulla in un vortice di gameplay, o impazzito scenderà in strada urlando di minacce a New York e brandendo una spada immaginaria.

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