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AER: Memories of Old

AER: Memories of Old - provato alla Gamescom

Sviluppato dal piccolo team svedese Forgotten Keys, AER: Memories of Old è un titolo che si colloca in un limbo tra il videogioco e l’opera d’arte, unendo elementi di entrambe le categorie. Nato come progetto universitario, il gioco arriverà nei prossimi mesi sulle nostre console ed abbiamo potuto provarlo alla Gamescom. Ecco di cosa si tratta.
Ospite di Daedalic Entertainment durante questa Gamescom, ho avuto modo di provare AER: Memories of Old, in compagnia di uno sviluppatore del piccolo team indie Forgotten Keys. Il gioco ci metterà nei panni di una ragazza di nome Auk che si ritrova a vagare in un mondo sospeso nell'aria, dimora degli Dei, in cui dovrà indagare e raccogliere indizi per salvarlo da un disastro imminente. Nel breve preambolo al test del gioco mi viene spiegato che l’intento del team di sviluppo è quello di lasciare che il giocatore esplori liberamente l’ambiente, per questo motivo le indicazioni, gli indizi e le grafiche a schermo sono ridotti all’osso. Naturalmente non manca e non mancherà un tutorial che spiega i comandi per muovere Auk e la sua trasformazione in aquila, componente centrale del gameplay. Altra particolare scelta stilistica è l’assoluta assenza di nemici e minacce fisiche. L’unica minaccia è data dalla possibilità di cadere nel vuoto fra un’isola e l’altra.

La location è formata da una serie di isole che galleggiano nel vuoto. Forgotten Keys ha scelto una grafica estremamente minimalista e low-fi, con textures monocromatiche e pastellate: questa precisa scelta stilistica dà l'impressione di trovarsi all’interno di un dipinto in movimento, in un luogo in cui si amalgamano musica e arte. Parlando di musiche, la colonna sonora è stata composta integralmente da un membro del team di sviluppo, Cajsa Larsson, e costituisce una parte importante del gameplay in quanto crea una perfetta atmosfera, capace di far immergere al massimo il giocatore in questa esperienza al limite del sogno.

MX Video - AER: Memories of Old

Pad alla mano invece, mi sono trovato abbastanza spaesato. Auk può trasformarsi a piacimento in un’aquila; in questa forma può spostarsi liberamente fra le varie isole volanti che compongono la mappa. In forma di aquila ho però avuto qualche problema a prendere confidenza con i comandi, ad esempio la virata non è repentina (come accadrebbe nella realtà d’altronde), e questo mi ha creato qualche problema rischiando di precipitare o sbattere contro le strutture. Problema però facilmente aggirabile con un po’ di pratica, d’altronde ho potuto giocare per non più di mezz’ora.

Dopo un lungo trial dell’abilità di volo, in cui ho apprezzato un frame-rate granitico e gradevole agli occhi, sono stato “imboccato” dallo sviluppatore che mi supervisionava a raggiungere il primo tempio esplorabile. Nelle isole volanti, infatti, sono presenti diversi templi che devono essere esplorati per progredire nella trama. In questo caso la porta era già sbloccata, altrimenti avrei dovuto cercare la chiave attraverso i tanti indizi disseminati sulle isole volanti. Interessante il fatto che sia stato ripetuto più volte che non esiste un filo logico o un “ordine” corretto per esplorare le isole e scoprire la trama: ogni pezzo del puzzle è raggiungibile in qualsiasi momento durante il gioco, e sarà indifferente scoprirlo prima o dopo. Starà poi al giocatore raccogliere tutti gli indizi e ricostruire tutto quanto AER: Memories of Old ha da raccontare.

Una volta ritrasformata la protagonista in forma umana, ho cominciato ad esplorare l’area interna del tempio. Qui il gioco si è trasformato in un buon platform game con elementi puzzle. All’interno della caverna erano presenti numerose aree con le quali interagire, alcune senza effetto, altre che svelavano parte della trama. L’esplorazione del mondo è sempre senza nessun genere di mappa o indicazioni di qualsiasi genere sullo schermo.

In conclusione, AER: Memories of Old mi è sembrato un bel progetto indie, molto promettente. Non è il tipo di gioco che può piacere a tutti, ed è indirizzato principalmente a quelli che hanno apprezzato particolarmente titoli come Journey o Flower. Mi è sembrato inoltre molto ispirato a livello artistico, un gioco insomma che è più un’opera d’arte che non un intrattenimento vero e proprio. Un’esperienza da vivere al 100%, con calma e pazienza. Uscita prevista sulle nostre console per il 25 ottobre: in quell'occasione sapremo dirvi di più al proposito.

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L'autore

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Quando gli hanno chiesto di comporre una Bio, ha pensato subito alla natura e all’ambiente. Una volta rinsavito, ci ha raccontato di essere un appassionato di Basket e Calcio, videogiocatore accanito, predilige RPG, FPS e TPS. In generale però non si tira indietro di fronte a nulla. A tempo perso è anche speaker in una Web Radio.

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