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Kerbal Space Program

Recensione - Kerbal Space ProgramXbox One DigitalGame

Kerbal Space Program è più di un gioco: è un vero e proprio simulatore di corsa allo spazio che, grazie al suo realismo e completezza, dalla sua uscita su PC ha destato anche l'interesse di vere agenzie spaziali come NASA e SpaceX. Il gioco è ora arrivato anche su console: atterraggio riuscito o ci troviamo di fronte a un nuovo Apollo 1?

Il Gioco

Recensire questo gioco è stata per me una vera e propria impresa: ogni volta che pensavo di averlo spolpato tutto, e credevo di essere pronto a dare un verdetto, scoprivo un nuove strade da percorrere, nuove sfide da completare, nuovi orizzonti da scoprire. D'altronde, si sa, ci sono volute undici missioni per arrivare a sbarcare sulla Luna, e Kerbal Space Program rievoca alla perfezione la natura a tappe (o potremmo dire stadi) della corsa allo spazio.

Se escludiamo una manciata di scenari preconfezionati (a dir la verità abbastanza insipidi), KSP presenta tre diverse modalità: Sandbox, Scienza e Carriera. Nella modalità Sanbox cominciamo con uno spazioporto già pienamente aggiornato e tutte le parti di missili già sbloccate: un neofita potrebbe pensare che sia la modalità migliore per iniziare in quanto la più semplice, ma la sola mole di componenti aerospaziali disponibili probabilmente spiazzerà il giocatore; stiamo infatti parlando di letteralmente di centinaia di pezzi che spaziano da motori a serbatoi, passando per laboratori, ali, giroscopi, paracaduti... l'impatto con una simile scelta (senza avere una conoscenza pregressa del gioco) può sicuramente lasciare disorientati come un cosmonauta in un modulo impazzito.

MX Video - Kerbal Space Program

La modalità Scienza è già più adatta a un novello progettista: pur partendo con fondi illimitati e un centro di comando già al top, ogni nodo dell'albero tecnologico (e i conseguenti componenti) dovrà essere sbloccato con i Punti Scienza; questa risorsa viene accumulata esplorando, analizzando e raccogliendo dati e campioni. Ogni attività, da un ammaraggio a una passeggiata spaziale, potrà fornire un certo quantitativo di punti Scienza: ripetendo la stessa esperienza, ovviamente, il quantitativo diminuisce, ed è necessario spingersi sempre più avanti per sbloccare nuovi pezzi e componenti, a loro volta necessari per raggiungere nuovi orizzonti.

La terza modalità, Carriera, è forse la più interessante: il giocatore non solo dovrà improvvisarsi kerbonauta e progettista, ma anche dirigente, in quanto c'è un'intera agenzia spaziale da portare avanti. Clienti ci offriranno contratti come mandare un satellite in una precisa orbita o recuperare un astronauta alla deriva, ed il loro completamento ci fornirà crediti, reputazione e a volte Punti Scienza. E' comunque possibile settare la difficoltà, rendendo l'aspetto economico abbastanza trascurabile e lasciando la possibilità di guadagnare punti scienza anche mediante il completamento delle missioni, cosa non disponibile nella modalità Scienza.

Il gioco si divide fondamentalmente in due parti: quella di progettazione e quella di pilotaggio. Durante la progettazione dovremo mettere insieme un missile, un rover e/o un aereo (è possibile anche dedicarsi ai voli intra-atmosferici, un ottimo modo per accumulare i primi punti Scienza), programmando nel dettaglio l'ordine in cui si dovranno azionare i diversi stadi del velivolo, raggruppando i diversi sistemi di bordo per una più pronta e immediata attivazione e così via; la seconda parte è quella che, man mano che proseguite nell'esplorazione, finirà per occuparvi per la maggior parte del tempo. Scordatevi i piloti automatici, disponibili più nell'assistenza al volo, e comunque sbloccabili nelle fasi più avanzate del gioco: ogni manovra dovrà essere pianificata da voi, grazie anche a una mappa del sistema sulla quale è possibile piazzare nodi di navigazione. Utilizzando questi sistemi, vi verrà indicato (nel senso di 'indicativamente') dove puntare il muso e quanto a lungo azionare i propulsori. Se all'inizio ci si limita a zompare nell'alta atmosfera nella speranza di non farsi troppo male all'atterraggio, più si prosegue nella corsa allo spazio e più si allungheranno i vostri viaggi, rendendo inevitabile la pianificazione di una rotta.

Non giudicherò la grafica di Kerbal Space Program: si tratta di un gioco pienamente ingegneristico, che sacrifica la qualità grafica sull'altare della simulazione fisica e del realismo. Se pensate che basti impilare un po' di pezzi l'uno sull'altro per raggiungere le stelle... beh, ripensateci. La meccanica dei fluidi è spietata, e un razzo che generi troppe turbolenze è destinato a capovolgersi a mezz'aria e a dedicarsi all'esplorazione delle profondità marine invece che delle stelle; una volta nello spazio, le dinamiche orbitali sono realizzate in modo eccellente, e vi troverete a sudare freddo mentre centellinate la spinta dei propulsori per raggiungere la velocità di fuga dal pianeta, cercando al tempo stesso di risparmiare prezioso carburante. Quello che mi sento però in grado di giudicare è il sonoro, decisamente anonimo e poco ispirato.

Purtroppo o per fortuna, la grafica cartonata e i simpatici alieni che abitano il mondo di gioco rendono i disastri molto meno tragici di quanto potrebbero essere stati se il gioco avesse adottato uno stile più serio.

Kerbal Space Program ovviamente non è un gioco per tutti: se cercate un titolo per sedervi ai comandi di un razzo e pilotarlo attraverso un campo di asteroidi, siete in rotta di collisione con una cocente delusione. KSP è un gioco molto simulativo, un titolo di nicchia per giocatori che non hanno paura di rimboccarsi le maniche dopo ogni fallimento, raccogliendo i cocci e ricominciando da capo, forti della conoscenza appena acquisita. Personalmente mi avrebbe fatto molto piacere uno stile più 'epico', magari con musiche che rimandino ai grandi anni della corsa al cosmo, ma si tratta semplicemente di una scelta stilistica. Non bisogna essere ingegneri aerospaziali per poterci giocare, ma bisogna avere una conoscenza decente della lingua inglese, in quanto il gioco non è tradotto in italiano.

Amore

La gravità è una matrigna severa ma giusta

- La corsa alle stelle è disseminata di fallimenti. Questa non è una profezia o un avvertimento: è un dato di fatto. Anche dopo i lunghi tutorial (assolutamente d'obbligo se volete avere una qualsivoglia possibilità di godervi il gioco), missili si schianteranno, sonde si perderanno, paracaduti bruceranno prima che riusciate a padroneggiare il sistema di gioco. Eppure, tutto ha un perché: ogni errore ti porterà un passo più vicino al successo. Come già accennato, la simulazione delle meccaniche orbitali è magistralmente eseguita (con qualche approssimazione nei confini tra le sfere di influenza dei diversi corpi celesti), e non esiterei a definire questo gioco 'Educativo': man mano che proseguirete nella corsa alle stelle comincerete ad afferrare concetti come Trasferimento alla Hohmann, Delta-v, velocità di fuga, apoapside e periapside... in breve, capirete le meccaniche celesti probabilmente meglio di quanto le abbiate mai capite a scuola, e padroneggiarle dà una soddisfazione che difficilmente ho provato prima in un videogioco: riuscire in un randez-vous orbitale ed agganciare due razzi per formare una stazione spaziale è stata un'esperienza quasi commovente.

Il cielo è l'unico limite

- Anche sul fronte della progettazione, il gioco ci mette a disposizione una quantità di materiale decisamente impressionante. Le combinazioni sono letteralmente infinite, e le uniche regole che dovrete rispettare sono quelle della fisica. Potete costruire aerei, razzi, aerei spinti da razzi e razzi spinti da aerei: il meccanismo degli stadi, poi, fornisce un ulteriore grado di libertà, dandovi la possibilità di sganciare a mezz'aria i pezzi che non vi servono più: volete un aereo che, raggiunta la quota di trentamila metri, sganci le ormai inutili ali e attivi i propulsori a propellente solido? No problem! In linea di massima, se potete immaginarlo potete costruirlo, per poi vederlo sfracellarsi in una palla di fuoco e lamiere annerite; poi potrete notare che il centro di massa era a cinquantasei metri dal centro di spinta, spostare le ali, svuotare mezzo serbatoio e riprovare per vederlo librarsi in aria come un angelo.

Ad Astra...

- Lo spazio è enorme e spaventoso. All'inizio vi sentirete dei semidei per essere riusciti a far sollevare da terra un razzo e a farlo atterrare senza che nessuno ci rimettesse un arto, ma presto vi troverete a guardare il cielo e a chiedervi se non sia possibile andare oltre. Dopo un'ora avrete fatto il vostro primo volo sub orbitale; dopo cinque, e innumerevoli tentativi falliti, il vostro primo satellite sarà in un'orbita stabile attorno al pianeta; dopo una giornata di lavori avrete completato il vostro primo fly-by lunare; poi vorrete assemblare una stazione orbitale e, perché no, una base lunare... e una volta fatto questo vi renderete conto che non avete ancora lasciato l'orbita del pianeta, e che c'è un intero sistema solare con pianeti e relative lune ai quali ancora non vi siete neanche avvicinati. Come nel paradosso di Achille e la tartaruga, in Kerbal Space Program vi avvicinerete sempre più al cielo, ma non riuscirete mai a toccarlo. Ed è perfetto così.

Odio

… per Aspera

- Alcuni di voi saranno familiari con le vicende dell'Apollo 13, in particolar il famoso dilemma del filtro della CO2: buco circolare, filtro quadrato, tanto ingegno per farli combaciare e non far morire asfissiati gli astronauti. Se gli sviluppatori che si sono occupati della versione console del gioco si fossero trovati nella stessa situazione, invece che nastro adesivo e il cofanetto completo della serie McGyver, avrebbero probabilmente preso il delicato filtro a calci fino ad accartocciarlo dentro l'alloggio. Non sto parlando solo di problemi di frame-rate: quelli ci sono e sono a tratti davvero fastidiosi (anche in situazioni apparentemente tranquille). No, il problema più grosso sono i controlli. Sono ben conscio del fatto che il controller non è una tastiera, ma riuscire a districarsi tra i pulsanti a schermo usando la levetta come fosse un mouse non è semplicemente una soluzione accettabile. Non esiste un minimo di snap: il cursore non aggancia automaticamente il pulsante più vicino, costringendo il giocatore a dover centrare uno spazio di pochi pixel in situazioni anche concitate; nessuno degli slider offre la possibilità di digitare un numero manualmente, o di scorrere unità per unità lungo la barra, rendendo di fatto impossibile dosare con accuratezza assoluta quantità come lamassa del carburante o la percentuale di spinta. Tutto questo, unito alla totale mancanza della traduzione in italiano, rende dolorosamente evidente quanto la conversione sia stata fatta con pigrizia ed approssimazione, e questo inficia non poco la godibilità del gioco.

Houston, abbiamo un problema

- Sarò diretto: Kerbal Space Program è talmente costellato di bug da risultare a tratti ingiocabile. A volte il cursore si rifiuta di cliccare sui componenti da attivare, offrendo se non altro al giocatore un'iniezione di adrenalina mentre cerca disperatamente di sganciare manualmente lo scudo termico prima che il paracadute si strappi; altre volte il gioco decide di rifiutarsi di posizionare i nodi di navigazione, costringendo il giocatore a riavviare il gioco (quando non crasha lui stesso, ovviamente).
Ma tutti questi problemi impallidiscono di fronte al fatto che ad un certo punto il gioco si è rifiutato di caricare tutti i salvataggi fatti oltre una certa data, costringendomi di fatto a cancellare la mia campagna dopo ore di conquiste così duramente sudate. Rilasciare un gioco in questo stato è semplicemente inaccettabile, e per quanto mi riguarda questo problema toglie almeno almeno due punti al voto finale.

Tiriamo le somme

Se valutato solo per l'accuratezza fisica e la libertà data al giocatore, Kerbal Space Program sarebbe, nel suo genere, un gioco da 10. Certo, non è adatto a tutti, ma vedetelo più come un Farming Simulator aerospaziale: se è un simulatore di esplorazione spaziale che state cercando, KSP giustificherebbe non solo il poco economico prezzo di quaranta euro, ma addirittura quello di un titolo tripla A. Purtroppo però la conversione per console è stata fatta in modo pessimo, rendendo inutilmente frustrante un gioco già di per sé piacevolmente ostico. Stando così le cose, il gioco potrebbe non valere il suo prezzo ed è davvero un enorme peccato, viste le sue potenzialità. Fin quando una patch non risolverà i numerosi problemi che lo affliggono, consiglierei di aspettare che cali di prezzo.
7.0

Recensione realizzata grazie al supporto di Squad e Xbox.


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