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Mount & Blade: Warband
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Recensione - Mount & Blade: WarbandXbox OneGame

Dopo aver ottenuto ottimi consensi su PC, il mondo medievale dell'action-RPG Mount & Blade: Warband arriva ora anche su console mettendoci a confronto con un mondo inventato ma storicamente accurato e ricco di fazioni con le quali interagire. Scopriamone le caratteristiche.

Il Gioco

Calaria, anno del Signore 1255, basso medioevo. La vita nei sei regni scorre secondo immutabili ritmi: i mercanti seguono le consuete rotte commerciali, trasportando esotici prodotti dalle torride lande del Sultanato di Sarranid fin su, al gelido regno del Nord, cercando di piazzare buoni affari attraverso le città dei reami intermedi. Nel loro sguardo, il terrore di imbattersi in uno dei numerosi gruppi di banditi erranti alla ricerca di facile profitto. Conti e feudatari dominano e vigilano con vasti eserciti sulle proprie terre, talvolta col pugno di ferro imponendo pesanti tasse, a volte con maggior riguardo nei confronti dei propri vassalli, mentre tra feste, tornei e sontuosi banchetti, dall’alto delle loro corti i re decidono le sorti politiche dei propri imperi, suggellando alleanze con matrimoni strategici o preparandosi a lunghe e sanguinose guerre.

Queste le premesse su cui TaleWorlds ha basato il suo “simulatore medioevale” Mount & Blade: Warband, un RPG caratterizzato da un vasto mondo aperto e completamente esplorabile che ci consente di sviluppare il nostro personaggio senza limiti imposti da trama o obiettivi predefiniti, e di scrivere e vivere la nostra storia in maniera assolutamente libera ed indipendente. Il gameplay di Mount & Blade: Warband può essere suddiviso sostanzialmente in tre distinti aspetti: il primo è quello di libera esplorazione, in cui possiamo muovere il nostro personaggio e le truppe al suo soldo su una vasta mappa di gioco tridimensionale permettendoci di raggiungere villaggi , castelli, città ove arruolare milizie e assoldare mercenari o ingaggiare in battaglia bande di criminali ed eserciti avversari come tradizionalmente avviene nei titoli strategici, il tutto gestito in tempo reale.
Potete immaginare questa mappa come un enorme plastico sul quale sono disposte le pedine che rappresentano le varie unità in gioco. La mappa globale è lo strumento più importante a nostra disposizione e ci spenderemo molto tempo: da essa abbiamo accesso, oltre alla visuale completa su tutto il reame e le sue regioni, zoomabile a piacere in qualsiasi suo punto, anche ad una serie di informazioni relative lo stato del nostro personaggio e delle truppe, all’inventario, all’elenco delle missioni attive, all’attuale orario della giornata, al numero di soldati che compongono un esercito e ad altre tonnellate di dati utili che riguardano avvenimenti salienti.

MX Video - Mount & Blade: Warband

Il secondo aspetto del gioco è quello che potremmo definire più “action”, anche se come vedremo il fattore tattico/strategico non è assolutamente trascurabile neanche qui: questa ci vede prendere fisicamente il controllo del nostro alter ego e lo condurremo in battaglia, guadagnandoci onori e glorie (e punti esperienza) facendo strage di nemici a suon di mazza ferrata o di spada, impartendo al contempo ordini agli specifici gruppi di milizie che ci accompagnano. Infine c'è l'aspetto che ci vede ottenere contratti e compiti, suggellare alleanze e più in generale interagire verbalmente con le centinaia di personaggi che si muovono liberamente attraverso i reami, visitandone le magioni ed i villaggi, anche in questo caso controllando direttamente il nostro eroe.

Come accennavo, Mount & Blade: Warband ci garantisce un enorme potere decisionale e la possibilità di percorrere il cammino a noi più congeniale, cercando ricchezza come mercante ad esempio, o tentando di guadagnare prestigio nei ranghi di uno dei regni, magari riuscendo a guadagnare la gestione di un castello o di un feudo, o ancora di intraprendere la strada del brigantaggio assaltando carovane o depredando viandanti. Se il nostro sogno fosse invece quello di guadagnare fama e ricchezza nelle arene come gladiatori, o di partecipare a tornei organizzati di tanto in tanto per il giubilo del popolo nelle capitali di uno dei regni, affrontando valorosi cavalieri, nessun problema: sarà sufficiente recarsi in qualche grossa città e mostrare al mondo le nostri doti belliche.

In un contesto simile, la creazione del proprio personaggio ed il fattore ruolistico rivestono un aspetto particolarmente importante e per questo motivo le caratteristiche peculiari da sviluppare per il nostro eroe sono variegate e numerose. Si parte dal sesso, che in questo caso non costituisce una scelta puramente “cosmetica” ma va ad influenzare, in maniera peraltro piuttosto evidente, il gameplay: in epoca medioevale il ruolo della donna in ambito politico era notoriamente molto, molto marginale, di conseguenza la scelta di intraprendere l’avventura nei panni di una gentile dama ci porterà non pochi grattacapi, in quanto un sovrano nutrirà sempre una certa diffidenza nel trattare con noi argomenti delicati. Stesso dicasi per il lignaggio: iniziare il gioco nelle vesti di discendente di una nobile casata ci conferirà una migliore reputazione agli occhi di un governante rispetto al figlio di un fabbro.

Ogni scelta adottata in fase di creazione del personaggio si porta dietro conseguenze che influenzano anche l’attribuzione iniziale di punti esperienza nelle specifiche caratteristiche ed abilità: l’aver lavorato in gioventù come apprendista in un negozio, ad esempio, ci conferirà un maggior punteggio alla voce “commercio”, un figlio nato in una tribù di guerrieri erranti delle steppe sarà sicuramente un migliore fantino. Impossibile elencare tutte le abilità da sviluppare: si va da una maggior efficienza nell’uso di spade o di armi a staffa, all’abilità di scout che ci conferisce una più amplia visione sulla mappa globale (con più agevole individuazione di unità ostili o alleate); da quella di medico, che ci consente di curare più rapidamente le ferite a quella ingegneristica, indispensabile per la costruzione di strumenti d’assedio. Da non sottovalutare anche l’aspetto gestionale: se decidete di mettere in piedi un esercito molto numeroso, badate bene di avere degli introiti sufficienti a sostentarlo: quei soldati non lavoreranno certo gratis.

A completare l’opera troviamo un comparto multiplayer in cui un massimo di 32 players possono affrontarsi in diverse modalità di scontri come i classici Cattura la Bandiera e Deathmatch, o la più originale modalità Assedio, dove prendere il controllo di una fortezza presidiata dalla squadra avversaria.

Amore

Un mondo vivo nelle mie mani

- Come avrete intuito, uno dei maggiori punti di forza del gioco è costituito dalla libertà pressoché totale concessa al giocatore e dalla quantità di dettagli e di attività inseriti nel mondo di Calaria. A questo va aggiunta la dinamicità con la quale eventi e situazioni evolvono, anche indipendentemente dalle nostre azioni. Si, perché se è vero che un assalto da parte della nostra guarnigione ad un villaggio di un reame rivale può portare ad una guerra totale con quest’ultimo, è anche vero che tale azione potrebbe essere compiuta in totale autonomia da qualsiasi altro generale, con le medesime conseguenze. Potenzialmente nulla ci vieterebbe di starcene in disparte e di seguire il susseguirsi di alleanze e guerre da semplice spettatore esterno (o da mercenario magari, offrendo i nostri servigi al miglior offerente), ma risulta sicuramente più appagante, anche se molto più impegnativo, affiliarsi ad un reame e lottare per esso, magari sposando la figlia (o il figlio) di qualche importante esponente, con tutti i pro ed i contro del caso.

La mia lama al suo servizio, mio sire!

- Uno degli aspetti che m’ha colpito in maniera molto positiva in Mount & Blade: Warband è la crescita e la gestione dell’esercito unito alle dinamiche che si vengono a creare all’interno dei ranghi. Abbiamo visto come nel corso del nostro peregrinare potremo arruolare dei volontari provenienti dai numerosi villaggi che visiteremo. Inizialmente avremo il comando su uno sparuto manipolo di uomini con tanta buona volontà ma con ben poca esperienza: umili contadini armati di forca o falce in cerca di ricchezze. Col passare del tempo e delle battaglie però essi guadagneranno, al pari del loro signore, l’esperienza necessaria per avanzare di grado e specializzarsi in un determinato ambito. Avremo così la possibilità di formare gruppi arcieri, balestrieri, fanti pesanti, cavalleria ed altre unità via via meglio equipaggiate e più coriacee in battaglia. Naturalmente maggiore il numero e migliore la specializzazione dei nostri uomini, maggiori saranno i costi di gestione del nostro esercito, ed è quindi necessaria un’attenta pianificazione nella scelta dell’unità da upgradare per evitare di portare in rosso il bilancio, non poter pagare i nostri uomini con conseguente calo del morale delle truppe e relative defezioni. Il morale è un indice molto importante nell’autonomia del gruppo ed è influenzato da altri fattori che esulano dalla mera percezione dell’obolo settimanale: scorte di cibo insufficienti o non molto variegate ne comportano un calo, così come disporre di un gruppo di miliziani troppo eterogeneo in termini di provenienza geografica o ancora l’abbandonare compagni in mani nemiche e così via. Al contrario, campagne vittoriose, adeguati approvvigionamenti e persino il carisma del leader ne comportano un incremento, con ripercussioni positive al momento della battaglia.

All’armi! All’armi!

- E spada alla mano? Come si comporta Mount & Blade: Warband una volta calcati i fangosi campi di battaglia? Si scende in campo al controllo del nostro eroe affiancato dalle altre unità, alle quali possono essere impartiti diversi ordini quali caricare il nemico, mantenere la posizione, o seguirlo a breve distanza; possiamo decidere la formazione delle truppe, gestire le regole d’ingaggio e molto altro, il tutto per mezzo di un menù accessibile tramite la croce direzionale. Possiamo inoltre impartire ordini diversi alle specifiche unità, in modo magari da lasciare gli arcieri nelle retrovie per fiaccare il nemico con una pioggia di dardi e mandare alla carica i fanti, cercando al contempo una manovra avvolgente con la cavalleria per sorprendere il nemico alle spalle (Il Gladiatore docet). Un sistema abbastanza complesso che richiede un po’ di tempo per essere metabolizzato a dovere. Fortunatamente lo sviluppo delle battaglie è piuttosto progressivo e questo è un bene perché ci permette di comprenderne un po’ alla volta le non immediatissime dinamiche: i primi scontri non possono infatti essere dipinti come epiche battaglie, non disporremo di eserciti molto vasti e con molte unità differenti; paiono piuttosto delle scaramucce tra piccoli e mal organizzati gruppi. In queste fasi di gioco non ci limiteremo però a dar ordini e ad osservare i nostri soldati combattere e morire per noi, ma potremmo buttarci noi stessi nella mischia. Il sistema di combattimento è molto convincente, ricalcando i classici canoni dei picchiaduro a scorrimento, ed offre un gameplay peraltro molto tattico, permettendoci di decidere in che direzione sferrare i nostri colpi, cercando di colpire li, dove il nemico è scoperto. E non pensate di poter far la differenza da soli in combattimento, mietendo vittime come foste una sorta divinità guerriera: molto spesso basta venire accerchiati da tre avversari per trovarsi agonizzanti a terra. Oltre agli scontri in campo aperto sono meritevoli di segnalazione gli assedi alle roccaforti, dove utilizzare ad esempio le enormi torri d’assedio per cercare di far breccia nelle mura avversarie: scontri particolarmente difficili e soddisfacenti, da prendere in considerazione solo con un’armata di importanti dimensioni e ben equipaggiata, ancor meglio se supportati da qualche alleato.

Fa la scelta giusta

- A lungo sono stato indeciso se inserire questa voce tra i pro o i contro, ed in effetti credo che la scelta degli sviluppatori che andrò ora a descrivere possa trovare opinioni diametralmente opposte tra i gamers. Mount & Blade: Warband non prevede salvataggi manuali o multipli. Proprio così, non esiste alcuna possibilità di salvare il gioco, magari prima di una scelta importante per poi riprendere da quel punto se la decisione si riveli non ottimale. In buona sostanza, ogni decisione è definitiva. C’è da dire che il nostro personaggio non può morire: in caso di sconfitta può essere fatto prigioniero, perdere il denaro raccolto, il bottino dell’inventario, parte o la totalità del proprio esercito faticosamente addestrato in ore ed ore di gioco, ma almeno non il livello di esperienza acquisito fino a quel momento, dandoci in un certo senso la possibilità di “ricominciare da zero” o quasi. Una scelta controversa che però in definitiva innalza e non di poco il livello di sfida, costringendo il giocatore a ponderare bene qualsiasi sua mossa, rendendo molto più coinvolgente il tutto.

Odio

Chi siamo? Da dove veniamo ma soprattutto... dove andiamo?

- La struttura completamente libera di Mount & Blade: Warband, punto focale del gioco, costituisce anche una pericolosa lama a doppio taglio: l’assenza di obiettivi prefissati, la totale mancanza di indicazioni e di un qualsivoglia accenno di trama potrebbe lasciare spiazzato più di un giocatore. In sostanza è richiesto un certo sforzo immaginativo al player stesso per immergersi nel mondo di gioco. Se trame narrative complesse, personaggi profondamente caratterizzati e scioccanti colpi di scena costituiscono per voi caratteristiche irrinunciabili, Mount & Blade: Warband non fa decisamente al caso vostro.

Nell’età della pietra, o poco oltre

- Inutile girarci intorno: tecnicamente Mount & Blade: Warband è semplicemente, indiscutibilmente datato. Il fatto che sia il porting di un gioco per PC la cui versione originale ha sulle spalle una decina d’anni traspare in maniera evidentissima sotto ogni aspetto. Texture, animazioni, effetti luce, sonoro: tutti aspetti che ci portano indietro di diversi anni nel percorso evolutivo videoludico e che appaiono distanti veramente secoli rispetto a quanto siamo ormai abituati ad apprezzare. Spesso si dice che in un videogioco la grafica non è tutto ed è vero, ma se decidete di approcciarvi al gioco TaleWorlds sappiate che sotto questo aspetto chiudere solo un occhio potrebbe non bastare.

Col dizionario alla mano

- Aspetto questo che potrebbe costituire un ostacolo insormontabile per i non anglofoni: Mount & Blade: Warband non supporta l’italiano. Considerata la mole di testo da leggere e la complessità dello stesso, questo rappresenta purtroppo un fattore non trascurabile e da tenere in seria considerazione.

Supporto alle mod?

- Segnalo infine la totale assenza al supporto delle mod, che tanto hanno fatto per rendere celebre la versione PC di Mount & Blade: Warband. Seppur da utenti console siamo abituati al mancato supporto delle mod nella quasi totalità dei giochi, è davvero un peccato non poter godere delle fantasiose variazioni al tema principale partorite dalla mente della nutritissima community PC, come le ambientazioni in epoca romana o nel mondo del Signore degli Anelli, solo per citarne due.

Tiriamo le somme

Mount & Blade: Warband è un gioco solido, profondo, divertente e molto, molto longevo. Con una struttura aperta che svincola il giocatore da limiti di sorta, una convincente componente strategica ed un’altresì importante componente ruolistica, promette di regalare ore ed ore di divertimento, a dispetto di un colpo d’occhio eufemisticamente non accattivante. Considerato anche il prezzo budget, risulta un gioco assolutamente sicuramente consigliato agli amanti della strategia e delle ambientazioni medioevali.
7.5

Recensione realizzata grazie al supporto di TaleWorlds Entertainment e Xbox.


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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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