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Sinner: Sacrifice for Redemption

Recensione - Sinner: Sacrifice for RedemptionXbox One DigitalGame

AnotherIndie e Dark Star ci propongono con Sinner: Sacrifice for Redemption un action game che ruota interamente attorno alle battaglie coi boss, caratterizzato da un interessante meccanismo di depotenziamento progressivo che ci vede sacrificare permanentemente qualcosa prima di ogni battaglia. Scopriamolo insieme.

Il Gioco

La storia di Sinner: Sacrifice for Redemption è piuttosto semplice e non ha grosse pretese di epicità: il gioco ci vede nei panni di Adam, un guerriero dannato finito in un mondo oscuro, dove si troverà a combattere dei demoni micidiali: sia quelli nella sua testa che quelli davanti a sé. Nel corso del suo cammino, inoltre, dovrà compiere sacrifici e versare tanto sangue per redimersi dai numerosi peccati che ha commesso in vita. Dopo il brevissimo tutorial dove fronteggiamo una manciata di fantasmi, apprendiamo che il titolo di Dark Star ha una struttura molto diversa dai classici action game; non esploriamo vasti livelli combattendo nemici di tutti i tipi, ma l'intera esperienza ruota attorno ad 8 "cattivoni" da affrontare in un ordine a scelta, ad eccezione dell'ultimo che si sblocca dopo aver sconfitto i primi sette. Ognuno di questi ha la sua (breve) storia, i propri pattern di attacco e le proprie regole da scoprire, con il giocatore chiamato a batterli uno dopo l'altro nell'ordine desiderato.


La struttura aperta del gioco farebbe presagire una difficoltà lineare, ma non è così. Prima di affrontare uno qualunque dei boss è infatti necessario fare un sacrificio di sangue, che in pratica peggiora permanentemente le caratteristiche del personaggio: vita, stamina o altre caratteristiche diminuiscono di boss in boss, cosa che ci porterà allo scontro finale con un personaggio nettamente più debole di quanto non lo fosse nelle fasi iniziali del gioco. Una specie di level-up al contrario, insomma. E' possibile riprendersi un sacrificio fatto, ma questo significa veder tornare anche il relativo boss, portandoci quindi anche ad usare la tattica per capire quali boss siano battibili più facilmente, e quindi da lasciare per ultimi, e quali invece conviene affrontare subito, quando siamo molto più forti.

MX Video - Sinner: Sacrifice for Redemption

Messaggi e racconti criptici accompagnano queste battaglie all'ultimo sangue per narrare una minuscola lore, più che una trama completa. Una battaglia persa riporta il giocatore subito prima del boss, facendogli tornare vita, stamina e oggetti ai livelli di prima dell'incontro. Vista la notevole difficoltà del titolo, saranno necessarie diverse ore per sconfiggere gli 8 boss. Il gioco è tradotto in italiano per quanto riguarda i testi, mentre l'audio rimane in inglese. Segnalo infine il fatto che Sinner: Sacrifice for Redemption è disponibile sin dal giorno del lancio sul Games Pass di Microsoft, permettendo così agli abbonati di giocare questo atipico titolo senza spese aggiuntive; per gli altri costerà 18,99 Euro.

Amore

(De)potenziamento costante

- Anche se a livello di design artistico ed in alcuni aspetti del sistema di combattimenti Sinner: Sacrifice for Redemption potrebbe sembrare un souls-like, in realtà gli mancano numerosi elementi (l'esplorazione, l'elemento RPG, i falò e molto altro) per potersi definire tale; riesce però comunque a presentarci una meccanica interessante nel sistema di sacrificio che ci vede rinunciare progressivamente a parte della salute, della stamina, della capacità di blocco e così via diventando sempre più deboli man mano che avanziamo tra i nemici. Questo introduce un interessante elemento tattico, perché è possibile riprendersi determinati sacrifici facendo ritornare i boss con i quali li avevamo battuti, quindi se un boss dovesse risultare troppo forte senza una certa abilità, possiamo riprendercela, battere il boss e poi ribattere quello che è tornato quando abbiamo annullato il sacrificio. Un sistema davvero particolare che rende il gioco progressivamente più difficile senza però cambiare le statistiche dei boss stessi.

Hardcore

- L'estrema difficoltà di Sinner: Sacrifice for Redemption, che ci vede affrontare i boss senza la possibilità di "livellare" o guadagnare qualsiasi tipo di potenziamento, anzi al contrario ci vede diventare sempre più deboli, ci costringe a giocare con estrema precisione, non lasciando nulla al caso nelle battaglie. Un'esperienza di gioco tosta e vecchio stile, dove bisogna imparare strategie specifiche con poche scorciatoie a disposizione.

Odio

Gameplay impreciso

- Se tutto funzionasse senza problemi, Sinner: Sacrifice for Redemption potrebbe funzionare anche piuttosto bene. Ma se un livello di sfida molto elevato, dove bastano pochi colpi subiti per morire, si affianca un gameplay impreciso, l'esperienza può diventare velocemente frustrante. Il titolo di Dark Star soffre di una telecamera fin troppo ballerina, di un sistema di puntamento dei nemici da rivedere e di pochissimo feedback sull'effetto degli attacchi, sia quelli inferti che subiti; questo porta a parecchia frustrazione.

Design già visti e rivisti

- Va bene l'ispirazione dagli ormai titoli cult di From Software, ma come ha dimostrato per esempio da The Surge il genere non porta per forza di cose con sé un look medievale cupo con pochissimi colori e nemici spettrali. Eppure tra fantasmi, grotte, portali, giganteschi boss criptici ed il protagonista dall'armatura generica, sembra davvero di essere finiti in mezzo a un prototipo meno creativo di Dark Souls. Manca completamente di originalità artistica.

Mancanza di profondità

- Le sfide boss sono anche interessanti, ma senza i tanti altri elementi che rendono interessante e profondo un action game finisce per risultare velocemente piuttosto banale e ripetitivo. L'idea di base è sicuramente interessante, ma avrebbe dovuto essere arricchita ed ampliata con tanti altri elementi di contorno.

Tiriamo le somme

Sinner: Sacrifice for Redemption si basa su un concetto, quello del depotenziamento progressivo, sicuramente interessante, ma non riesce a costruirvi attorno un titolo degno di essere giocato. Da un lato troviamo un design approssimativo dove le nostre morti risultano più frustranti che spronarci a continuare nel gioco, mentre dall'altro c'è una mancanza di profondità che rende il titolo sin troppo semplice e basilare. Difficile da consigliare, allo stato attuale.
5.5

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L'autore

autore

Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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