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The Riftbreaker

Recensione - The RiftbreakerXbox Series X | S DigitalGame

EXOR Studios è uno dei tanti titoli polacchi che stanno emergendo negli ultimi anni, e provano a mostrarci le loro capacità con il mix di strategia in tempo reale, tower defense e sopravvivenza The Riftbreaker. Scopriamolo insieme.
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Il Gioco

Fin dai primi momenti del gioco, appare evidente come la serie Starcraft sia stata d'ispirazione, almeno dal punto di vista artistico, ai ragazzi di EXOR Studios: la scienziata combattente protagonista del gioco, Ashley, appare molto simile alla Nova della serie di Blizzard, indossando anche una tuta robotica molto simile nel design agli space marine di Starcraft. Ashley è chiamata a fare ricerca ed iniziare a colonizzare un pianeta pieno zeppo di alieni insettiformi, costruendo una base per generare nuove risorse e via dicendo. Qualunque screen, filmato o premessa sulla storia pare quasi uno spin-off della storica serie di Blizzard.

Le similitudini si fermano però qui, perché non appena avviata la prima partita notiamo che The Riftbreaker non è un classico RTS. Controlliamo infatti solo Ashley nella sua armatura, con un gameplay di impronta twin-stick shooter e gioco di ruolo d'azione, permettendoci di usare armi corpo a corpo, lanciagranate e laser. E' possibile inoltre posizionare sulla mappa oggetti utilizzabili tatticamente come stazioni curative o mine esplosive, ognuno con un tempo di cooldown dopo essere posizionato per impedirci di esagerare con il loro uso. Tutto questo è mirato a sfoltire le fila nemiche, visto che gli alieni sciamano in gruppi molto numerosi verso di noi: singolarmente non sono molto forti, ma arrivano in tantissimi ed è facile finire sopraffatti. L'aspetto tecnico del gioco è poi stato particolarmente curato, con effetti di sangue, luce, ombre, e vegetazione mossa dal vento che rendono molto belli e vivi gli scenari.

MX Video - The Riftbreaker

Ma The Riftbreaker non è solo azione: alla componente twin-stick shooter si aggiunge anche una forte componente strategica. Similmente a saghe come Age of Empires o il già citato StarCraft infatti, in giro si trovano miniere di diverse risorse, che possiamo estrarre piuttosto rapidamente con l'armatura di Ashley. Queste risorse ci serviranno per costruire un centro di comando con relativa gestione: possiamo costruire muri, torrette difensive, edifici per sbloccare potenziamenti, miniere automatizzate e via dicendo. A differenza dei classici RTS, nei quali possiamo saltare liberamente con la telecamera tra i punti da gestire, qui dobbiamo recarci personalmente nei luoghi in cui vogliamo costruire o estrarre risorse; quindi non possiamo essere impegnati contemporaneamente in un combattimento e nella gestione della base, ma dovremo decidere cosa sia prioritario fare.

Immancabile anche una componente di gestione dell'energia, utilizzata e consumata dalle nostre costruzioni: ci sono diversi tipi di accumulatori che possiamo creare per immagazzinare l'energia estratta dai minerali, quella solare, quella eolica e via dicendo. L'atmosfera sul pianeta però cambia di continuo, con il vento che può alzarsi o fermarsi da un momento all'altro, e il ciclo giorno/notte può rendere le centrali solari dei costosi fermacarte per qualche ora. Abbiamo quindi la possibilità di spegnere temporaneamente tutto ciò che non viene utilizzato, oltre a poter potenziare e ampliare le capacità di pressoché ogni costruzione esistente.

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La campagna del gioco ci porta attraverso lande aliene sempre più popolate di nemici, ma con sempre più tecnologie a nostra disposizione per cavarcela. E' un'esperienza corposa e divertente, ma non l'unica: la parte più rigiocabile del titolo è la modalità Survival, dove attraverso sfide di diverse difficoltà dobbiamo mettere in campo quanto imparato per resistere più a lungo possibile, fino all'inevitabile morte che potrebbe giungere dopo sessioni di gioco anche molto lunghe. Preparatevi qualche snack, la guerra è lunga e dolorosa. Mai due partite sono uguali poiché, come nella campagna, anche qui ogni area è generata proceduralmente. C'è persino una modalità Sandbox dove è possibile personalizzare ogni regola a piacimento!

Mi sono ritrovato più di una volta a pensare alle strategie da provare nel gioco anche quando ero lontano dalla console. Le opzioni tattiche, il gameplay adrenalinico e divertente, ma anche la notevole produzione audiovisiva rendono il gioco unico e memorabile, nonostante qualche pecca di cui leggerete più in basso. Il titolo è peraltro localizzato in italiano per quel che riguarda tutti i testi e sottotitoli, mentre vi ricordo che è presente nella libreria dell'abbonamento Xbox Game Pass.

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Amore

Tanti generi ben fusi tra loro

- Sin dalle prime apparizioni di The Riftbreaker a fiere e conferenze, ci sono immediatamente venuti in mente numerosi titoli e generi da cui trae ispirazione. Componenti RTS, il personaggio controllabile in un pianeta alieno, il design che lo fa sembrare quasi uno spin-off di StarCraftl, la parte di tower defense, il gameplay action-RPG con visuale dall'alto… gli sviluppatori si sono ispirati a molti giochi e generi, creando però un mix originale, estremamente efficace ed appassionante.

Adrenalina pura

- E' quando ci si butta in battaglia, soprattutto, che The Riftbreaker sa appassionare. Comandi veloci e precisi, mosse evasive, tante abilità e... uno spettacolo impressionante. Nemici che si spappolano in grumi di sangue, esplosioni che illuminano il campo di battaglia, il tutto con una resa grafica e performance invidiabile. Per puro livello di soddisfazione della componente action, siamo ai livelli dei migliori Diablo. Il titolo di EXOR Studios non avrà sicuramente quella profondità, ma la soddisfazione viscerale di far scoppiare alieni è quasi impareggiabile.

Tecnicamente impressionante

- The Riftbreaker risulta sbalorditivo dal punto di vista grafico, con un convincente ciclo giorno/notte, il vento dinamico che può smuovere tutto, diversi eventi atmosferici e via dicendo. E, naturalmente, una mole di alieni da ammazzare che si distruggono sotto i nostri colpi in maniera degna dei migliori prodotti splatter in circolazione, il tutto mantenendo un look eccellente e un frame-rate impeccabile. Indubbiamente uno dei titoli con visuale dall'alto più spettacolari sul mercato.

Odio

Gestione delle risorse soverchiante

- La quantità di elementi nella base che richiedono la frequente attenzione del giocatore sfugge spesso di mano, soprattutto nelle fasi più concitate. Gestire i diversi materiali che fanno da valuta, le centrali elettriche che sfruttano il vento, il sole o le miniere per generare risorse, i dispositivi di difesa come le torrette, l'ampliamento della base e molto altro ancora diventa presto complesso per via del fatto che ci dobbiamo recare personalmente presso le singole costruzioni per interagirci. Immaginate questo mentre dovete fronteggiare ondate continue di alieni, e capirete che si può facilmente perdere il controllo.

Poco ottimizzato per il controller

- La componente gioco di ruolo d'azione misto al twin stick shooter farebbe pensare che The Riftbreaker sia stato studiato fin dal principio per un utilizzo via controller, ma in realtà non sembra. Se l'azione in sé risulta più che soddisfacente con la mira tramite stick, tutto il resto del gioco appare molto meno comodo rispetto al mouse. Per spostarsi tra i menu i dobbiamo utilizzare un cursore virtuale, e anche gestire la mole di edifici che si finisce per costruire nel corso di una partita è parecchio meno comodo rispetto ad altri strategici creati appositamente per il gamepad, uno su tutti Halo Wars. E' già impegnativo star dietro a ogni risorsa, all'ora del giorno, al vento, alla salute degli edifici e così via; perdere secondi preziosi anche ad armeggiare con i menu può davvero risultare letale.

Tiriamo le somme

The Riftbreaker potrebbe sembrare un'accozzaglia di generi e titoli noti, ma in realtà è un mix davvero efficace. Fasi di strategia in tempo reale, tower defense e una componente survival si alternano a parti twin stick shooter e ARPG incredibilmente adrenaliniche e spettacolari, con un comparto visivo davvero sbalorditivo per un team di sviluppo indipendente. E' facile essere sopraffatti dalla mole di elementi da gestire nell'arco di una partita, specialmente usando un controller. Quando però tutti gli elementi si incastrano alla perfezione, il titolo dei polacchi EXOR Studios sa offrire partite al cardiopalma, capaci di farci fare le ore piccole.
8.2

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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