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Dawn of the Monsters

Recensione - Dawn of the MonstersXbox Series X | S Xbox One DigitalGame

Tra i nuovi film di Godzilla e Pacific Rim, la mania dei kaiju - i giganteschi mostroni giapponesi - ha spopolato anche in occidente. Dawn of the Monsters è un beat 'em up che li mette in combattimento tra loro: eccovi le nostre impressioni!
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Il Gioco

Pochi guardano i monster movie (o kaiju movie) per la trama, dato che la componente narrativa di questi film è solo un pretesto per mettere mostri, robot e alieni giganteschi uno contro l'altro, battendosi tra i palazzi per il destino del pianeta. Dawn of the Monsters non si spinge oltre: dei cattivissimi mostri chiamati Nephilim attaccano la Terra e starà ai nostri eroi, un mix di mostri buoni e giganti d'acciaio, salvarci.

MX Video - Dawn of the Monsters

Insomma, proprio il minimo indispensabile per giustificare scazzottate epiche tra mostri e robottoni giganteschi, anche se i filmati tra un livello e l'altro presentano diversi personaggi più o meno caratterizzati, così da poter dare una forma un po' più umana a chi ci motiva e dirige. Lo stile con vignette manga è riuscito, e il tratto fumettistico si nota anche nel gameplay, con ogni elemento di gioco contornato da spesse linee nere, che così paiono disegnate a matita pur essendo in 3D, in pieno stile cel-shading.

A livello di gameplay si torna indietro ai beat 'em up da sala giochi degli anni 80 e 90, con uno o due giocatori in locale che scelgono uno dei quattro giganti a disposizione e si buttano nella desolazione urbana di città perlopiù evacuate e mezze distrutte dall'invasione aliena. Qui, il giocatore è chiamato a combinare diversi colpi corpo a corpo, nonché devastanti abilità secondarie per eliminare mostri altrettanto giganteschi, dotati peraltro di tantissima vita. Lo scenario urbano rende le lotte sicuramente più cupe se si pensa alla distruzione che avviene ai nostri piedi, con addirittura i combattenti che possono scardinare interi grattacieli e usarli come strumenti di distruzione, quasi fossero delle comunissime sedie in un incontro di wrestling. Rimane comunque un filo di ironia e poca violenza effettiva, non aspettatevi dunque sangue a fiumi - solo pugni, superpoteri e tanta adrenalina.

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Man mano è possibile sbloccare abilità aggiuntive per ognuno dei quattro combattenti giocabili, con il sistema di mutazioni DNA che possono donare attacchi cataclismici e finisher degni di Mortal Kombat - solo senza, per l'appunto, la violenza grafica sfrenata. Se le ben 35 missioni della storia e i suoi letali boss non dovessero bastare, è anche possibile sfidarsi in combattimenti uno contro uno, pure in questo caso anche con la presenza di un compagno umano in locale. Infine, sottolineiamo anche la presenza della completa localizzazione italiana per quel che riguarda tutti i testi del gioco, permettendo anche a chi non mastica l'inglese di godersi la trama, per quanto sia poco memorabile.

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Amore

Kaiju mania

- Continuo a menzionare i kaiju, ma in realtà c'è anche qualcosina in più. I quattro personaggi giocabili infatti si rifanno non solo ai classici monster movie nipponici come Gojira (o Godzilla, da queste parti), ma anche robottoni giganteschi umanoidi, ispirati a personaggi classici come Johnny Sokko o il più occidentale Optimus Prime. Sono sorprendentemente pochi i giochi in cui possiamo metterci nei panni di questi colossi, e Dawn of the Monsters in un colpo solo ce ne porta di diverse tipologie.

Manga interattivo

- Molto piacevole la presentazione del titolo, con un netto stile in cel-shading che dona un'aria "fumettosa" ai numerosi combattimenti. Ma non finisce qui, perché sia l'UI che le cutscene di gioco si rifanno allo stile dei manga giapponesi d'epoca, con vignette e nuvole di testo a narrare la storia del gioco. Un omaggio sensato e riuscito.

Un amico e un cassone di birra

- Penso molti della mia fascia d'età, e non solo, abbiano passato pomeriggi interi sulle prime console a scazzottarsi sui migliori picchiaduro dell'epoca, o in cooperativa o in letali uno contro uno. Ebbene, Dawn of the Monsters permette entrambe le cose, con le modalità storia affrontabili anche in due giocatori locali, e la presenza di duelli competitivi per far combattere i nostri mostri uno contro l'altro. Peccato solo per l'assenza dell'online.

Odio

Combattimenti macchinosi

- Tutte le belle premesse e la piacevole presentazione vanno però a schiantarsi contro un gameplay non all'altezza di questi giganteschi kaiju. I colpi sono relativamente lenti per una questione stilistica, ma se uniamo ciò alla totale assenza dei salti e ad aree di gioco ridotte, ne esce un gameplay molto "spammone", dove si viene rapidamente circondati da nemici e bisogna solo premere all'impazzata i comandi per le combo migliori, con veramente poco dinamismo di mezzo. E in generale, manca sicuramente il feeling di fluidità dei migliori beat 'em up sul mercato. Peccato.

Dimensioni dei mostri poco sfruttate

- Ho già elogiato il feeling dei colpi, che ben rispecchia le enormi dimensioni dei combattenti - lo stesso però non si può dire del resto del gioco. Passare in mezzo a grattacieli, autostrade e macerie è un bell'elemento visivo ma che poco viene utilizzato dal gameplay, che alla fine è un tipico picchiaduro a scorrimento laterale. Sarebbe stato bello combattere in qualche scenario più iconico, e poter per esempio utilizzare tralicci della corrente o altri elementi atipici per la lotta.

Ripetitivo

- La scelta di tenere una telecamera molto zoomata nella maggior parte dei combattimenti porta a scene visivamente accattivanti, ma di contro causa anche un level design prevalentemente semplice, banale quasi, con orde di nemici da riempire di botte e con solo qualche edificio ed ostacolo a movimentare livelli altrimenti molto piatti. Ne consegue che già dopo pochi minuti ci si ritrova a ripetere situazioni già viste, con solo la progressione e la varietà dei personaggi che riesce a portare qualche ventata di freschezza nelle ore successive.

Tank

- Infine, parliamo della salute dei nemici. E' semplicemente troppa! Persino molti dei nemici basilari sono dotati di una barra della vita lunghissima, e invece di poterli abbattere con 2-3 colpi ben assestati ci possono volere anche 5-10 volte tanto. Non è però solo un fattore di difficoltà, perché molti dei nemici vengono comunque storditi da pressoché ogni colpo. Dunque è solo un elemento che prolunga a dismisura le battaglie, che non aiuta a godersi al meglio un titolo già di per sé piuttosto ripetitivo.

Tiriamo le somme

Dawn of the Monsters riesce nell'intento di portare enormi kaiju e robottoni a combattersi in scenari urbani, tra scazzottate atomiche e grattacieli che vanno giù come tessere del domino. La sensazione di controllare colossi giganteschi è ben trasmessa dal "peso" dei pugni e calci sferrati, anche se per il resto si discosta poco dai canoni di un genere che di recente ha saputo rinnovarsi un po' di più con titoli come Streets of Rage 4 e Battletoads, e non riesce nemmeno a toccarne le vette qualitative. Insomma, il gameplay non è poi così ispirato, con la presentazione stile manga e la grandezza di questi combattenti che tappano solo in parte le falle del titolo.
6.8

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L'autore

autore

Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

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