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This War of Mine: The Little Ones
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Recensione - This War of Mine: The Little OnesXbox OneGame

Brutta cosa, la guerra. Non solo per le innumerevoli vite perse sui campi di battaglia, ma anche per le vite sconvolte, e spesso spente, dei civili le cui case sono proprio dove questi conflitti hanno luogo. Difficile pensare che si possa realizzare un gioco su un argomento così drammatico, ma i polacchi di 11 bit studios hanno voluto farlo con This War of Mine: The Little Ones. Vediamo con quali risultati.

Il Gioco

Oggi molti di noi hanno la relativa "fortuna" di assistere alle guerre da spettatori, magari amareggiati per il destino di tante persone ma comunque dalla tranquillità e sicurezza dei nostri salotti. Che succede però quando un paese non solo va in guerra, ma il conflitto ne invade le città, le strade e le campagne? Semplice: tutte le nostre sicurezze crollano istantaneamente ed anche le cose che davamo maggiormente per scontate come acqua, cibo, un tetto sulla la testa o persino una passeggiata all'aria aperta vengono a mancare, costringendoci a fare cose che non avremmo mai immaginato prima. Questo ed altro per la sopravvivenza nostra e dei nostri cari.

Questa è l'esperienza che 11 bit studios vuole proporci con This War of Mine: The Little Ones; anche se ambientato in una città di fantasia, Graznavia, il gioco è infatti ispirato agli eventi dell'Assedio di Sarajevo nella prima metà degli anni '90, che vide la popolazione intrappolata nella città mentre le forze bosniache e jugoslave erano impegnate in un braccio di ferro armato durato ben quattro anni. Ad ogni nuova partita il gioco ci permette di scegliere un gruppo di civili con i quali sopravvivere alla guerra: per la prima partita il gruppo è fisso e serve per farci familiarizzare con i meccanismi tramite il tutorial guidato, mentre poi ci è possibile scegliere tra gruppi anche molto eterogenei, alcuni dei quali includono dei bambini.

Parlo di "ogni nuova partita" perché This War of Mine: The Little Ones è un survival game puro, di quelli nei quali non c'è ritorno dalla morte: i salvataggi sono automatici e frequenti, non è possibile ricaricare qualora si sia fatto un errore ed una volta che i membri del nostro gruppo sono tutti morti arriva inesorabile il game over, costringendoci ad avviare una nuova partita con la speranza di far meglio. Ma vediamo come funziona il tutto. Indipendentemente dal gruppo con il quale si inizia la partita, il gioco ci pone all'interno di una casa su più piani vista in sezione laterale, ormai martoriata dalla guerra e piena di detriti. Questo è il rifugio che i nostri civili hanno deciso di usare come loro dimora dopo che la guerra li ha sottratti alle loro vite; a seconda del gruppo scelto può trattarsi di parenti o persone che si conoscevano già, oppure di individui che, incontratisi fortuitamente durante il conflitto, hanno deciso di unire le forze per sopravvivere. Apposite schede e diari personali, oltre che ai dialoghi (non c'è doppiaggio, avvengono tutti tramite testi in italiano) tra loro, ci illustrano le storie - talvolta struggenti - ed i sentimenti dei diversi personaggi. Il tutto è rappresentato con un'ottima grafica bidimensionale "disegnata", come se il tutto fosse fuoriuscito dalla china di un fumettista che tratteggia il mondo coni suoi chiaroscuri.

Lo scopo finale di ogni partita è portare i superstiti (almeno uno di loro) incolumi fino all'agognato "cessate il fuoco" tra le forze ostili, che in genere avviene dopo 35-45 giorni dall'inizio della partita, a seconda del gruppo selezionato. Il progresso del gioco è infatti scandito dall'avanzare dei giorni nel corso del conflitto, divisi in maniera netta tra due fasi: il giorno, durante il quale non possiamo allontanarci dalla casa perché le strade pullulano di soldati ed i palazzi sono pieni di cecchini appostati, e la notte, durante la quale dobbiamo decidere cosa fare a seconda dello stato dei nostri personaggi.

Di giorno possiamo liberamente prendere il controllo di tutti i nostri personaggi per dedicarli a diverse attività: all'inizio la casa è piena di detriti causati dalla guerra in corso e ricca di mobili nei quali cercare, quindi la prima priorità è rovistare tra i detriti e nei mobili per trovare cibo, medicine e qualsiasi risorsa utile alla sopravvivenza. Ovviamente queste risorse sono però limitate, ed ecco quindi che intervengono diversi fattori: il crafting, il commercio e la ricerca all'esterno. Le prime due attività sono condotte entrambe durante la fase diurna delle partite: utilizzando le risorse a nostra disposizione possiamo creare banchi da lavoro con i quali realizzare sia oggetti da porre in casa che armi e attrezzi da portare con noi di notte. Essendo la casa inizialmente vuota, tutto va creato: i letti per garantire un sonno riposante ai nostri sopravvissuti, una stufa per sopravvivere all'inverno (che dovremo a sua volta alimentare con legna), una radio che ci tiene aggiornati sull'avanzata del conflitto e sulle previsioni meteorologiche, un depuratore di acqua piovana, una cucina per migliorare le proprietà nutritive del cibo, trappole per catturare ratti da usare come cibo, oggetti essenziali per tenere alto il morale del gruppo come una chitarra o giocattoli per i bambini e via dicendo. I banchi da lavoro, come molti degli oggetti, sono upgradabili per permetterci di creare altri oggetti o aggiungere funzionalità a quelli esistenti. Ogni tanto bussano poi alla nostra porta diversi individui con i quali possiamo commerciare fornendogli alcune delle nostre risorse in cambio di altre di cui abbiamo bisogno, ma può capitare anche che dei vicini di casa ci offrano dei regali oppure ci chiedano aiuto per situazioni disagiate in cui si trovano: in entrambi i casi sta a noi decidere se accettare o meno i regali/richieste d'aiuto.

Il passare delle ore durante il giorno è scandito da un orologio nell'angolo in alto a destra dello schermo, che ovviamente procede a ritmo accelerato trasformando ogni ora in pochi minuti in-game; una volta giunta la notte, la sessione diurna si interrompe ed è il momento di decidere come spendere le ore notturne. Ci viene quindi proposta una schermata con la mappa della città nella quale sono indicati diversi punti d'interesse - case, supermercati, scuole, officine - con l'indicazione di cosa potremo trovarci dentro e della pericolosità del luogo, mentre sulla sinistra sono elencati i nostri sopravvissuti. Per ognuno di loro dobbiamo decidere cosa fargli fare: uno solo può essere inviato in uno dei luoghi della mappa alla ricerca di materiali e cibo, mentre per gli altri dobbiamo decidere se farli dormire oppure metterli a guardia della casa. Di notte infatti c'è una maggior possibilità di incursioni di criminali, e se la casa non è sufficientemente difesa potremmo rischiare il furto di provviste o anche ferite ai sopravvissuti; d'altro canto, però, mettere di guardia un superstite che non dorme da molto (è possibile decidere di farli dormire per qualche ora anche durante il giorno) e magari già ferito, potrebbe essere controproducente. Una volta prese queste decisioni si conferma il tutto e l'azione passa al controllo diretto del personaggio che abbiamo scelto per l'incursione: ci spostiamo quindi nella location prescelta dove potremo fare diverse cose a seconda del posto.

Ci sono ad esempio case semideserte oppure abitate da miti vecchietti, in cui potremo rubare tutto senza che gli abitanti ci minaccino; c'è poi un ospedale nel quale possiamo commerciare con i medici, ma se rubassimo qualcosa saremmo scoperti e dovremmo combattere o fuggire - sempre abbiamo portato con noi un'arma, selezionabile prima della partenza - mentre altre location si rivelano molto più ardue ed ostili, ricche di banditi oppure con aree inaccessibili a meno che non abbiamo portato determinati attrezzi di scasso (se li possediamo, ovviamente). Il tutto facendo attenzione al passare delle ore, perché se siamo ancora sul posto mentre si fa giorno sarà poi molto più difficile tornare alla base e il nostro personaggio potrebbe essere assente per gran parte della fase diurna.

Le notti si consumano quindi cercando di recuperare cibo, attrezzi e materiale dalle varie location, cercando di non rimetterci le penne; una vota tornato il giorno una schermata ci informa di cosa è accaduto mentre eravamo via, se c'è stata la visita di ladri e se qualcuno s'è fatto male, oppure se è stata una notte tranquilla. Nei primi giorni le notti sono generalmente piuttosto tranquille, ma man mano che passa il tempo le provviste iniziano a scarseggiare in tutta la città, la popolazione si fa più disperata e le incursioni di criminali diventano sempre più frequenti e violente.

Sembra semplice, no? Di giorno si costruisce, si mangia qualcosa e si riposa, mentre di notte si va a provviste. Che ci vuole? Purtroppo per i nostri sopravvissuti, però, la guerra è crudele e mette tutti a dura prova. Ed infatti dopo i primi giorni in cui tutto sembra scorrere liscio, iniziano i problemi: qualcuno si ammala e servono medicine, altri iniziano a deprimersi e bisogna occuparsi del loro morale, i bambini devono essere tenuti sereni con giochi sempre diversi, gli assalti notturni si fanno sempre più frequenti costringendoci a rinforzare la casa tappando buchi e installando una porta più resistente (cosa che a sua volta ci porta a cercare molti più pezzi costruttivi a scapito di altre provviste utili, visto che c'è un limite nel numero di risorse che possiamo trasportare di notte), arriva il freddo e rende tutto più difficile. Per non parlare del fatto che basta un incontro notturno andato storto, qualcuno che ci spara, per far morire uno dei nostri e gettare in una spirale di declino l'intero gruppo. Riuscire a portare avanti tutti i superstiti gestendo le necessità dei singoli e senza correre eccessivi rischi durante le incursioni notturne è difficilissimo e vi richiederà molte partite, ma piano piano noterete di riuscire a sopravvivere sempre più giorni, segno che state entrando nello spirito survival del titolo.

E' per questo che, nel caso di This War of Mine: The Little Ones, è difficile parlare di durata: il gioco non si risolve in una sola partita ma ne serviranno molteplici per affinare le nostre strategie ed arrivare all'agognato cessate il fuoco, ed anche così le diverse combinazioni di personaggi disponibili - che danno vita anche a scenari diversi come quelli in cui si parte già d'inverno oppure quelli con la presenza di bambini - permettono a chi dovesse appassionarsi di consumare diverse decine d'ore di gioco. A questo si aggiunge poi la modalità "Scrivo la mia storia", che ci permette di creare uno scenario personalizzato stabilendo il numero di giorni che mancano al cessate il fuoco, le condizioni climatiche, il set di personaggi e così via. Insomma le oppurtunità di gioco, con diverse variazioni sul tema, sicuramente non mancano.

Amore

La mia guerra

- Il maggior pregio di This War of Mine: The Little Ones è indubbiamente quello di farci vivere la guerra dagli occhi dei civili le cui vite sono tate sconvolte dal conflitto: il gioco riesce egregiamente non solo a metterci nei loro panni costringendoci a sopravvivere con tutti i mezzi, ma man mano che li conosciamo si crea anche un legame emotivo con loro, al punto che la morte o anche solo la depressione (una delle cose che possono capitargli se non li gestiamo al meglio) sono eventi che ci turbano fortemente. Come ad esempio quando durante un'uscita notturna muore il padre di una bambina lasciata a casa, e questa si rifiuta poi di fare qualsiasi cosa limitandosi a piangere incessantemente a terra. Atroce.

Scelte difficili

- Buona parte dell'immersione nell'ambiente bellico è dovuta alle difficilissime scelte che il gioco ci porta a compiere, cose che non penseremmo mai di dover vivere. Ad esempio, manca il cibo ed il gruppo rischia di morire di fame: cosa fare? Deprediamo la casa di quei poveri vecchietti indifesi, lasciandoli senza scorte e condannandoli ad una fine certa, oppure cerchiamo in un posto più pericoloso col rischio di essere uccisi? Oppure magari è meglio lasciar morire uno dei nostri personaggi, così che ci siano più risorse per gli altri? Anche qualora iniziate con tutte le migliori intenzioni e la volontà di fare solo scelte moralmente valide, vi ritroverete vostro malgrado a prendere decisioni deprecabili, che i sopravvissuti non mancheranno poi di sottolineare nei dialoghi.

Esperienza survival

- Se amate le vere esperienze survival, non quelle in cui si va in giro a sparare a qualche zombi ma quelle in cui la raccolta e l'utilizzo ragionato delle risorse rappresentano il fulcro dell'intera simulazione, This War of Mine: The Little Ones vi darà pane per i vostri denti. Ma dovete avere un amore davvero profondo per il genere, perché il gioco è difficile e servono tanta pazienza e voglia di riprovare dopo molteplici fallimenti.

Odio

Ripetitività e frustrazione in agguato

- Se lo scopo di 11 bit studios era quello di mostrarci cosa si prova in un ambiente bellico dove spesso si viene sopraffatti dagli eventi senza riuscire a contrastarli, ci sono sicuramente riusciti. Ma non credo che in una situazione simile ci sia troppo tempo per annoiarsi, eppure in This War of Mine: The Little Ones accade anche questo. La frustrazione deriva dal sistema di gioco, a mio avviso troppo punitivo, che porta una singola scelta errata a diventare una valanga che travolge le vite dei sopravvissuti: basta un errore di valutazione nella razionalizzazione delle scorte o nell'affrontare un combattimento, che tutto inizia ad andare a rotoli senza più possibilità di recupero. Va bene, direte voi, basta ricominciare la partita. E' vero, ma qui interviene il fattore noia: perché costringerci a ripetere più e più volte i primi routinari giorni di sopravvivenza, durante i quali si fanno sempre le stesse cose? Cerca, costruisci, mangia, dormi, ripeti. Sarebbe bastato aggiungere un sistema di salvataggi gestibili dal giocatore, magari limitati ad un numero massimo di volte in cui si può salvare, per preservare l'elemento survival: in questo modo potevamo creare ad esempio un salvataggio al giorno 10 e, se le cose andavano a rotoli più avanti, ricominciare da quello invece che dall'inizio. E perché non introdurre la possibilità di far scorrere più velocemente il tempo durante le attività più tediose, come quando qualcuno riposa e altri sono impegnati nella costruzione di oggetti?

Bambini: un'occasione sprecata

- Come forse saprete, This War of Mine esiste da poco più di un anno su altre piattaforme, ma per questa release su console gli sviluppatori hanno voluto aggiungere qualcosa di più: i bambini. Scegliendo i gruppi in cui sono presenti dei bambini potrete sperimentare anche le difficoltà del sopravvivere ad un ambiente ostile mentre si deve badare ai più piccoli, ma la simulazione dei loro comportamenti e necessità risulta estremamente basilare e poco soddisfacente. In pratica i bambini devono giocare, mangiare e vanno accuditi in tutto. Il che di norma è vero, ma qui non parliamo di bambini di 3-4 anni: hanno tutti intorno ai 10 anni, sicuramente non autosufficienti ma comunque utili soprattutto in situazioni come quelle ritratte nel gioco. C'è la possibilità di insegnargli piccole attività in modo che siano d'aiuto dentro casa, ma ad esempio sarebbe stato interessante portarli con noi la notte nelle esplorazioni di raccolta materiale, per farli infilare in buchi stretti e raggiungere aree altrimenti inaccessibili, con tutto quello che comporta la responsabilità di portare un bambino in ambienti simili rischiandone l'incolumità. Insomma, sembra un po' un'aggiunta messa tanto per differenziare il gioco dalla precedente versione, ma non risulta essere troppo convincente.

L'unione fa la forza… o la debolezza?

- Anche se si dovesse iniziare con un gruppo di due superstiti, è facile che nel corso dei giorni bussino alla nostra porta nuovi individui che vogliono unirsi a noi per collaborare alla sopravvivenza. Ed in effetti più persone significa miglior difesa notturna e la possibilità di darsi il cambio mentre qualcuno riposa o è ferito… ma anche più bocche da sfamare e ammalati o infortunati da accudire. Questo non sarebbe un problema se, di notte, si potessero portare più persone nelle incursioni esplorative: oltre a permetterci di coprire meglio le varie aree, questo ci consentirebbe anche di riportare a casa molto più materiale. Ed invece siamo costretti ad uscire con un solo sopravvissuto, che generalmente ha tra i 10 e i 15 slot di spazio nel proprio zaino. Tolti 2-3 slot necessari per portarsi dietro attrezzi da scasso e un'arma, quello che possiamo riportare a casa è molto poco soprattutto se dobbiamo contemporaneamente rifornire la dispensa ma ci serve anche materiale per costruire oggetti che ci sono necessari. La gestione dei gruppi numerosi era sicuramente migliorabile consentendo a più di uno di uscire in esplorazione.

Sistema di combattimento

- I combattimenti di This War of Mine: The Little Ones sono semplicemente atroci. Il sistema di controllo è molto poco pratico, sembra di combattere contro i controlli invece che contro i nostri nemici e spesso si finisce per morire semplicemente perché non siamo riusciti ad estrarre l'arma o ad usarla a dovere. E visto che qui se si muore non è possibile tornare indietro, potete immaginare quanto sia divertente perdere un membro del gruppo dopo 15-20 giorni di sopravvivenza a causa della legnosità dei controlli. Certo, si potrebbe dire che anche questo fa parte del carattere simulativo del gioco: i personaggi con i quali abbiamo a che fare sono padri di famiglia, maestre, artisti, fotografi… è normale che non sappiano usare efficacemente un'arma. Ma il gioco non riesce a trasmettere questo elemento, ci fa solo arrabbiare per i controlli mal congegnati.

Tassa console

- Anche This War of Mine: The Little Ones non è esente da quella che potremmo definire la "tassa console": giochi che su altre piattaforme hanno un certo prezzo, quando arrivano su console lo aumentano anche notevolmente e ben oltre le royalties richieste dai produttori di hardware. In questo caso, il gioco di 11 bit studios costa 14,99 Euro su mobile e 18,99 su Steam; l'aggiunta dei bambini e della modalità "Scrivo la mia storia" non sembrano sufficienti a giustificare l'aumento di 10-15 Euro che l'ha portato a costare 29,99 Euro sulle nostre console. Forse dipende dal fatto che è uscito anche nei negozi, ma allora un'uscita only digital a 19,99 Euro sarebbe stata più adatta.

Tiriamo le somme

This War of Mine: The Little Ones si è rivelato estremamente interessante sia per le ottime meccaniche survival che per la capacità di calarci appieno in una realtà terrificante che purtroppo molte persone hanno vissuto sulla propria pelle: sopravvivere in tempo di guerra aiutandosi a vicenda ma prendendo anche decisioni molto difficili, talvolta a scapito di altre persone. Il gioco risulta però essere anche estremamente punitivo e frustrante, ed è un peccato perché sarebbero bastati pochi accorgimenti per renderlo maggiormente fruibile. Qualora questo non vi spaventi, comunque, giocarlo vi garantirà parecchie ore di un'esperienza molto diversa da quelle alle quali siete normalmente abituati: da provare sicuramente.
7.5

Recensione realizzata grazie al supporto di Deep Silver e Xbox.


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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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