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Wonder Boy: The Dragon's Trap

Recensione - Wonder Boy: The Dragon's TrapXbox One DigitalGame

Le console Sega non hanno mai riscosso il successo di quelle Nintendo, Sony o Microsoft: un vero peccato, perché ospitarono tantissime gemme della storia dei videogiochi. Una di queste era l'avventura platform Wonder Boy: The Dragon's Trap per Sega Master System, che possiamo ora rigiocare in un remake davvero dettagliato e con uno stile grafico totalmente nuovo. Relitto del passato o gemma senza tempo?

Il Gioco

Il remake di Wonder Boy: The Dragon's Trap inizia proprio come l'originale, cioè alla fine del secondo capitolo. Non preoccupatevi se avete la memoria corta o non avete mai giocato a un Wonder Boy, la trama è alquanto semplice e minimale. Dopo una serie di peripezie negli episodi precedenti, il protagonista arriva al castello del temibile Mecha Dragon, che il giocatore potrà sconfiggere. Happy ending? Mica tanto: uccidendolo si abbatte una temibile maledizione sul protagonista che lo trasforma in un uomo lucertola, per altro depotenziato rispetto alla fine del secondo gioco e senza i suoi strumenti, che invece nel combattimento precedente poteva ancora usare. Da qui inizia l'avventura di Wonder Boy (o di Wonder Girl, qualora scegliate il sesso femminile, una bella trovata di questo remake), alla ricerca di una cura per la propria maledizione attraverso nuovi boss e nuove peripezie.

Come l'originale, anche questo remake è alla base un platform game bidimensionale semplice. Nemici da abbattere (a colpi di fiammate dalla bocca), piattaforme a mezz'aria tra cui destreggiarsi... le basi, insomma. Al centro c'è un hub, la città, dove tra edifici vari e passaggi che man mano si aprono possiamo affrontare numerose quest, anche opzionali, con però ben poche spiegazioni: insomma, guardatevi bene intorno per capire cosa fare. Qui (ma anche in giro per i mondi di gioco) troverete inoltre negozi per comprare armi ed armature più potenti, ospedali dove curarsi e così via, aggiungendo così un elemento di gioco di ruolo al tutto.

Ovunque decidiate di andare, troverete numerosi nemici da sconfiggere. Man mano che si va avanti questi diventano più forti (così come noi), ma anche le ricompense aumentano: i nemici sconfitti possono infatti consegnarci denaro proporzionale alla difficoltà dei nemici, ma anche cuori per ricaricare la nostra vita. Ci sono anche trappole indistruttibili, come colate di lava, statue che sparano palle di fuoco, ma anche sezioni subacquee e così via. Il gioco è abbastanza lineare, ma troveremo numerosi passaggi inizialmente inaccessibili, bloccati magari dietro a blocchi dorati o ad altezze irraggiungibili. Niente paura, perché il gioco presenta numerose trasformazioni ed equipaggiamenti che faranno al caso vostro.

MX Video - Wonder Boy: The Dragon's Trap

Ogni missione principale finisce con una battaglia boss dove dovrete battere un certo drago. La loro sconfitta però resta una vittoria parziale, perché tutti loro possiedono un'altra maledizione che trasforma lo sfortunato protagonista in qualche altra creatura umanoide, ognuna con le proprie abilità. Il minuscolo uomo-topo, capace di passare in spazi piccolissimi e scalare alcune superfici, il temibile e potente uomo-leone che distrugge blocchi a volontà, l'agile uomo-piranha capace di nuotare liberamente e così via. In molte missioni il personaggio selezionato è obbligato, ma altrove dovremo essere bravi a capire quale trasformazione è giusta per passare, sia per i microenigmi che per le battaglie, dato che gli equipaggiamenti possono avere statistiche differenti sugli animali diversi.

Insomma, Wonder Boy: The Dragon's Trap non è un platformer qualunque, spesso bisogna anche accendere l'ingegno. Anche solo nella città iniziale del gioco ci sono innumerevoli stanze nascoste, percorsi segreti o strade alternative da scoprire che portano a missioni o segreti notevoli. E l'esplorazione diventa fondamentale, perché alcuni dei tesori che troveremo sono dei cuori aggiuntivi che allungano così la barra della vita - se infatti per la parte finale del gioco ancora vi trovate ad avere 2-3 cuori, rischiate di essere uccisi con un colpo solo da certi nemici. Si trovano comunque anche oggetti monouso per attaccare nemici a distanza come palle di fuoco o frecce da sparare verso l'alto (rispetto agli attacchi classici utilizzabili normalmente soltanto a destra o sinistra): state quindi attenti ed esplorate bene!

C'è spazio anche per l'eventuale farming, dato che ogni volta che si carica un'area i nemici si rigenerano, potendo così batterli nuovamente e raccogliere ancora una volta i loro premi. Considerato il prezzo di certi oggetti potrebbe pure servire. Per fortuna, in caso di morte (e nel caso non abbiate pozioni che vi rianimano all'istante) non perdete armi, armature e soldi, soltanto gli oggetti monouso: vero anche che dovrete ripartire dalla città, ma non è punitivo come l'originale che vi annullava anche i soldi visto che c'era un sistema di password invece dei salvataggi. Password che, per altro, sono ancora presenti: sono resi abbastanza inutili per via del nuovo sistema di salvataggi, ma possono comunque essere un buon modo per (ri)cominciare il gioco da dove vogliamo noi, senza dover duplicare i salvataggi con qualche magheggio.

L'avventura, come nell'originale, è piuttosto longeva, specie se siete alle prime armi e non conoscete le soluzioni degli enigmi e le strade da percorrere. Contando anche le missioni secondarie e la difficoltà abbastanza punitiva, è probabile che tra una cosa e l'altra passerete più di 10 ore sul titolo, una longevità niente male per il genere, specie contando poi la buona varietà di gameplay tra le aree differenti e le numerose trasformazioni. Altra novità rispetto al gioco originale è la presenza di diverse impostazioni di difficoltà, che possono rendere il gioco più accessibile ai neofiti o rendere la sfida più ardua per gli appassionati più sfegatati. E il titolo è anche tradotto interamente in italiano!

Amore

Nuovo look

- Anche a gioco in corso possiamo in qualunque momento alternare tra look e sound nuovo e quello originale, ma a meno che non abbiate una passione straordinaria per l'originale dubito che passerete molto tempo col vecchio look. I disegni fumettistici del nuovo stile sono affascinanti e animati benissimo, le ambientazioni sono molto curate e dettagliate (specie confrontate alle schermate monocolore dell'originale), e anche i menu e le poche cutscene sono decisamente accattivanti. Per non parlare della colonna sonora, che rifà orchestralmente le già ottime musiche del classico Sega. Oltretutto tutte queste novità grafiche e sonore avvengono senza intaccare l'ottimo level design e hit detection dell'originale. Così si deve fare un remake.

Pochi miglioramenti ma importanti

- Questo non è però solo un aggiornamento grafico: diversi elementi del gioco originale sono stati migliorati e resi più moderni, pur senza modificare il gameplay vero e proprio. Troviamo un sistema di salvataggi che si sostituisce all'utilizzo dei codici (comunque presenti per chi li volesse), le armi sono finalmente intercambiabili anche senza dover entrare nell'inventario, c'è la possibilità di scegliere una protagonista femminile (con tanto di titolo del gioco che cambia da Wonder Boy a Wonder Girl), ma ci sono anche delle inedite stanze sfida segrete. Nulla che stravolga il gioco, ma tanti piccoli accorgimenti che lo rendono decisamente più godibile e fluido.

Design creativo

- E' certamente merito del gioco originale e non del remake, ma nel design di alcuni aspetti del gioco troviamo una creatività davvero sorprendente ancor oggi. A partire dalle trasformazioni che permettono di nuotare o volare liberamente o addirittura scalare i muri, passando per il level design che sfrutta al meglio questi poteri per creare situazioni di gioco sempre nuove. Labirinti minuscoli per l'uomo topo, puzzle subacquei per l'uomo piranha, parti di combattimento per l'uomo leone, per non parlare delle sfide per i personaggi e la varietà dei boss. Alcune aree del gioco, come la foresta, forse durano un po' troppo risultando un pochino ripetitive sulla lunga, ma nonostante ciò ogni area offre spunti di gameplay molto differenti e idee originali, risultando in un prodotto molto creativo.

Odio

Level design che spesso non perdona

- Wonder Boy: The Dragon's Trap ha una componente di gioco di ruolo abbastanza marcata, con la possibilità di ottenere equipaggiamenti di diversi livelli di potenza. Questo però si evince anche dai nemici, che talvolta a malapena danneggiano il giocatore, mentre una schermata dopo lo stesso nemico ma di un altro colore magari gli toglie 3 cuori in un colpo solo. Ci vuole attenzione insomma, ma a volte serve anche una buona dose di fortuna, perché il level design è talvolta davvero cattivo: un esempio è che dopo aver ottenuto la trasformazione da uomo leone, dobbiamo compiere dei salti millimetrici sopra la lava mentre dei girasole ci sparano sfere letali e fantasmi che appaiono dal nulla per farci cadere nella lava. Per non parlare di certi boss... le pozioni per rianimarsi costano e sono rare da trovare, e in caso di morte si riparte dalla città, perdendo talvolta anche 20-30 minuti di progresso. Il gioco può mettere a dura prova la pazienza dei giocatori.

Cosa dovevo fare?

- Un'altra cosa rimasta invariata dall'originale è il level design, che prende spunto dai Metroidvania per creare aree con strade multiple o percorsi accessibili solo dopo aver sbloccato certi oggetti o trasformazioni. Suona bene, ma in pratica questo porta il giocatore a disorientarsi molto facilmente. La memoria dei posti già esplorati e dei negozi incontrati è fondamentale, ma anche la comprensione di alcune meccaniche di gioco avanzate come la trasformazione a volontà nel santuario. Senza una guida è fin troppo facile perdere tantissimo tempo alla ricerca della prossima quest, dato che mai una volta nel gioco c'è un'indicazione chiara su quale percorso conviene affrontare ora, scoprendo magari solo dopo una lunga camminata e parecchi combattimenti che avremmo dovuto avere un'altra trasformazione. Insomma, se trovate una guida online è meglio.

Tiriamo le somme

Wonder Boy: The Dragon's Trap, un po' come DuckTales: Remastered, è uno degli esempi di come dovrebbe essere fatto il remake di un vecchio gioco. Non stravolgendo il gameplay con elementi moderni ma trasportando la giocabilità originale cercando correggendo i pochi problemi presenti, il tutto con un look fumettoso davvero curato e affascinante e una colonna sonora rimodernizzata. Il sistema di salvataggio inedito nonché alcune novità nel bilanciamento rendono il gioco decisamente più godibile, anche se restano alcuni picchi notevoli della difficoltà e spesso parecchia confusione su quale strada prendere. Ma che siate dei grandi appassionati di questo classico uscito in origine nell'ormai lontano 1989 o siate dei novellini della saga, posso sicuramente consigliare questo remake di un gioco che ancora oggi si dimostra essere un platform game di tutto rispetto.
7.8

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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