MondoXbox

Live your
passion!

MondoXbox

MondoXbox



img Star Wars Jedi: Fallen Order
copertina

Recensione - Star Wars Jedi: Fallen OrderXbox OneGame

Mentre il mondo attende di capire come si concluderà la nuova trilogia cinematografica di Star Wars, EA e Respawn Entertainment hanno finalmente pubblicato Star Wars Jedi: Fallen Order, il nuovo titolo ambientato nell’universo ideato da George Lucas che si colloca temporalmente tra Episodio III ed Episodio IV. Sarà riuscito lo studio americano a catturare l’essenza della saga e, soprattutto, a tradurla in un gioco all’altezza delle enormi aspettative del pubblico? Scopritelo nella nostra recensione.

Il Gioco

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, l’antico ordine dei Jedi si prodigava per mantenere la pace e l’equilibrio nell’Universo. Un compito arduo, reso ancor più difficile dalla crescente minaccia dei Sith e dalla conseguente avanzata del Lato Oscuro della Forza. Dopo la fine della Guerra dei Cloni il malvagio Cancelliere Supremo Palpatine, conosciuto poi con il nome di Darth Sidious, riuscì nell’intento di soggiogare la maggior parte dei pianeti al suo volere, instaurando una dittatura e autoproclamandosi come Imperatore. Per arrivare a questo punto furono necessarie numerosi azioni malvagie, che ebbero conseguenze nefaste sulla vita di molti, Jedi e non. Una di queste fu l’emanazione dell’Ordine 66, ovvero la direttiva che obbligò di fatto l’esercito dei Cloni a tradire e sterminare l’intero ordine Jedi. Nessuno, neppure gli apprendisti più giovani, venne escluso dalla cosiddetta “Purga”, ma per fortuna qualcuno riuscì miracolosamente a sfuggire alla mattanza. Tra i sopravvissuti c’era anche Cal Kestis, il protagonista di Star Wars Jedi: Fallen Order. Quando l’Imperatore emanò l’Ordine 66, Cal era il Padawan del Maestro Jaro Tapal e stava completando il suo percorso d'addestramento, che venne bruscamente interrotto proprio dal tradimento dei Cloni, dal quale il giovane Jedi riuscì a sottrarsi per il rotto della cuffia rifugiandosi su Bracca, un pianeta inospitale trasformato dall’Impero in una sorta di area di smaltimento dopo la fine delle Guerre dei Cloni.

img
Qui Cal fa di tutto per dimenticare il proprio passato, almeno fino a quando gli Inquisitori, truppe imperiali speciali create con il solo scopo di stanare e uccidere gli ultimi Jedi rimasti in vita, non giungono sul pianeta costringendolo ad una rocambolesca fuga, resa possibile solo dal provvidenziale intervento di Cere Junda, una ex-Jedi arrivata su Bracca a bordo dell’astronave Mantis proprio con l’obiettivo di reclutare il protagonista. Cere infatti ha bisogno dei poteri di Cal per risolvere un antico mistero dal quale potrebbe dipendere il futuro dei Jedi e dell’intera Galassia. La squadra, della quale fa parte anche il capitano Greez Dritus e alla quale si aggiungerà subito dopo anche il piccolo droide BD-1, intraprende quindi un lungo viaggio attraverso la Galassia, durante il quale Cal non solo porterà a termine il proprio addestramento ma scoprirà nuovi dettagli sull’ordine dei Jedi e sul proprio passato, lasciando nel frattempo un segno indelebile nelle vicende che tutti conosciamo.

MX Video - Star Wars Jedi: Fallen Order

Sono queste le premesse dalle quali prende il via Star Wars Jedi: Fallen Order, l'action game in terza persona sviluppato da Respawn Entertainment basato sull’esplorazione, sulla risoluzione di enigmi e, ovviamente, su ricche dosi di combattimenti a base di spada laser. I 5 differenti pianeti presenti nel gioco, tutti molto diversi tra loro, si compongono infatti di aree più o meno estese, ricche di ostacoli, naturali o artificiali, e di nemici con i quali confrontarsi. Inizialmente il giocatore può contare su un ventaglio di possibilità abbastanza limitato per superare queste difficoltà, tra cui trovano spazio doti atletiche basilari, la capacità di percepire gli "echi della Forza" provenienti dal passato e la possibilità di rallentare per un breve lasso di tempo avversari e oggetti in movimento. A queste abilità si affiancano poi quelle del droide BD-1, che può analizzare punti di interesse o nemici per fornire al protagonista preziose informazioni e che può intrufolarsi nelle casse per recuperare varie tipologie di oggetti, tra cui nuove skin con cui personalizzare sé stesso, gli abiti di Cal o l’astronave Mantis, e parti di spada laser che possono essere installate sfruttando i vari banchi di lavoro presenti nel gioco per modificarne l’aspetto.

img
In alcune casse speciali è inoltre possibile trovare oggetti unici che incrementano caratteristiche base del protagonista o il numero di consumabili curativi, chiamati STIM, che possono essere trasportati dal droide di supporto. Avanzando nella storia si ottengono progressivamente nuove abilità, come la possibilità di eseguire doppi salti o di correre sulle pareti, nuove tecnologie per BD-1 che consentono al droide di sovraccaricare sistemi o hackerare i nemici, e nuovi poteri, con i quali è possibile raggiungere aree precedentemente inaccessibili o sbloccare nuovi percorsi sfruttando la Forza. Ed insieme alla fida spada laser è proprio la Forza a rappresentare il fulcro del combat system del titolo, che relega le armi da fuoco e gli altri strumenti provenienti da epoche “meno civilizzate” alle fila degli avversari. Questi ultimo sono molto variegati tra loro e vanno dai semplici esploratori armati di elettrobastoni a guerrieri fortemente specializzati dotati di armi molto pericolose e corazze impenetrabili, passando per droidi di varie forme e dimensioni. A questi si sommano poi le numerose creature selvagge che popolano i pianeti e alcuni nemici inediti, sui quali preferisco non rivelare nulla per non privare nessuno del piacere della scoperta.

img
Una cosa posso però dirvela: nonostante il suo turbolento passato, Cal sa ancora come si maneggia una spada laser e non potrà fare a meno di utilizzarla costantemente nel corso dell’avventura per portare a termine la propria missione. Il combat-system di Star Wars Jedi: Fallen Order si basa su una combinazione di attacchi rapidi, colpi pesanti, parate e schivate, alla quale si somma la possibilità di utilizzare la Forza per rallentare, attirare e spingere gli avversari e/o alcuni elementi presenti nello scenario. I primi vengono gestiti attraverso le classiche barre di resistenza e equilibrio, che si ricaricano con il tempo e che, una volta esaurite, impediscono al protagonista di eseguire altre mosse o di deviare efficacemente gli attacchi in arrivo. L’utilizzo dei poteri Jedi invece “erode” in modo più o meno sensibile le scorte di Forza, che si ripristinano gradualmente ad ogni colpo portato a segno. La giusta alternanza di tutti questi elementi rende i combattimenti più tattici e rappresenta, insieme alle parate, il fulcro dell’intero sistema di combattimento. Queste ultime, se eseguite con il giusto tempismo, consentono infatti a Cal (ma anche ai suoi avversari) di sbilanciare il nemico e infliggere molti danni con un solo colpo, in modo simile a quanto accade nei titoli souls-like come Sekiro: Shadows Die Twice. Le similitudini con il genere creato da From Software però non finiscono qui.

Per recuperare la propria salute, Cal deve infatti consumare gli STIM custoditi gelosamente da BD-1, e per ripristinare le scorte dopo l’uso è necessario raggiungere uno dei numerosi punti di meditazione sparsi qua e là per le ambientazioni, che di fatto svolgono le medesime funzioni dei falò presenti nella serie Dark Souls, seppur con qualche piccola differenza. Meditare consente infatti di salvare i progressi e di accedere a un menu nel quale è possibile decidere se far riposare Cal e ripristinare le scorte di STIM, causando però il respawn dei nemici, o se accedere semplicemente all’albero delle abilità, tramite cui è possibile sbloccare progressivamente nuovi talenti spendendo i punti accumulati fino a quel momento, evitando di far riapparire i nemici nell’area. I punti di meditazione svolgono anche il ruolo di checkpoint, ai quali Cal farà ritorno in caso di sconfitta. Morire per mano di un avversario comporta inoltre la perdita dell’esperienza accumulata fino a quel momento, che nella maggior parte dei casi può essere recuperata solo tornando sul luogo della propria dipartita e colpendo almeno una volta il proprio carnefice, chiaramente evidenziato a schermo dalla presenza di un'aura dorata.

img
Oltre ai nemici standard Star Wars Jedi: Fallen Order propone al giocatore anche alcune boss fight che scandiscono i punti chiave della trama e alle quali si affiancano scontri, anche casuali, con nemici speciali e con creature leggendarie, tutti caratterizzati da un tasso di sfida generalmente più alto rispetto al resto del gioco. Parlando di difficoltà è inoltre fondamentale sottolineare che il gioco di Respawn ci permette di selezionare, sin dalla prima run, 4 livelli di difficoltà diversi, che si differenziano gli uni dagli altri per il tempismo richiesto nell’eseguire le parate, per la quantità di danni subiti e per la pericolosità degli avversari. Il livello di difficoltà scelto all’inizio non è comunque vincolante e può essere modificato in qualunque momento nel corso dell’avventura, così da permettere a tutti i giocatori di trovare il giusto equilibrio e di godersi senza particolari difficoltà il titolo. Personalmente ho impiegato circa 18 ore per raggiungere i titoli di coda a difficoltà Maestro Jedi, che corrisponde al 3° livello di difficoltà dei 4 presenti, con una percentuale di completamento pari all’86%, il tutto senza dedicare più di tanto tempo alla sola ricerca di oggetti. Una volta completata la campagna, è comunque possibile continuare a giocare e esplorare per livellare il proprio personaggio e/o per tentare di raggiungere l’agognato 100%.

img
Anche sul fronte tecnico Star Wars Jedi: Fallen Order rappresenta un deciso passo in avanti per Respawn. Dopo aver dimostrato che si possono ottenere risultati grandiosi anche con motori grafici considerati superati, la software house guidata da Vince Zampella ha deciso infatti appoggiarsi al collaudato Unreal Engine per la sua ultima fatica. L’engine grafico di Epic su Xbox One X (piattaforma utilizzata per la prova) propone ai giocatori due modalità, che prediligono rispettivamente la qualità grafica e il frame-rate. Selezionando la prima il frame-rate viene bloccato a 30 fps, così da consentire al titolo di raggiungere una risoluzione di 1440p. Nel secondo caso invece è la risoluzione ad essere bloccata su un valore di 1080p, ma con frame-rate sbloccato. Star Wars Jedi: Fallen Order beneficia infine di una colonna sonora originale in perfetto stile Star Wars e di una completa localizzazione in lingua italiana, supportata da un doppiaggio di buona qualità.

Amore

Gameplay in crescendo

- Star Wars Jedi: Fallen Order è un titolo che, per sua stessa natura, cattura il giocatore sulla lunga distanza. All’inizio Cal dispone di poche opzioni e questo si traduce inevitabilmente in una certa linearità, sia per quanto riguarda la progressione che per quanto riguarda i combattimenti. Un secondo prima che la noia sopraggiunga le cose però cambiano. Il protagonista inizia ad acquisire padronanza nelle proprie capacità, l’esplorazione diventa via via sempre più intrigante grazie all’introduzione costante di nuovi elementi e il combat-system si stratifica, offrendo al giocatore una curva di difficoltà piacevolmente equilibrata. La cosa più incredibile è questo meccanismo, una volta avviato, non si ferma più. Il gioco continua infatti a proporci cose nuove fino alle battute finali, contribuendo a rendere ancora più coinvolgente l'esperienza.

Ritmo serrato

- Uno degli aspetti che più ho apprezzato di Star Wars Jedi: Fallen Order è la sua capacità di alternare con maestria tutti gli elementi presenti nel titolo, così da tenere sempre sulle spine il giocatore senza risultare ridondante. Esplorazione, combattimenti, sequenze scriptate, boss-fight, dialoghi, gag, incontri casuali e colpi di scena: ognuno di questi elementi ha il giusto spazio nel gioco e contribuisce a scandire nel modo corretto l’avanzamento della storia, sia dal punto di vista narrativo che per quanto riguarda la giocabilità.

Level design

- Tra gli elementi meglio riusciti di Star Wars Jedi: Fallen Order è impossibile non citare l’ottimo lavoro svolto nel realizzare ambientazioni capaci di stuzzicare costantemente la curiosità del giocatore, al punto da rendere piacevole anche il backtracking, da sempre vero tallone d’Achille del genere. Ognuno dei 5 pianeti presenti nel gioco si compone infatti di numerose aree, interconnesse tra loro da un numero davvero elevato di scorciatoie, di bivi e di passaggi secondari. Un lavoro di design ineccepibile, reso ancora più immediato ed accattivante dalla possibilità di accedere in qualunque momento alle mappe dei vari pianeti per passare in rassegna le aree, in cerca di nuovi percorsi o di elementi con quali poter interagire dopo aver sbloccato un nuovo potere o una nuova abilità.

Niente di superfluo, o quasi

- In un'epoca in cui le missioni secondarie, i collezionabili e le sfide fini a sé stesse prosperano nei giochi, Respawn decide di andare in controtendenza proponendo ai giocatori un titolo con pochissimi fronzoli. In Star Wars Jedi: Fallen Order infatti c’è un numero davvero limitato di oggetti da raccogliere e nessuno di questi è lì solo per fare da riempitivo. Se si considera che la longevità del titolo può facilmente superare le 20 ore, questo aspetto assume una connotazione ancora più positiva sottolineando, se ancora ce ne fosse bisogno, l’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori per creare un gioco capace di soddisfare le aspettative dei fan.

BD-1

- I droidi sono da sempre uno dei punti di forza della saga creata da George Lucas alla fine degli anni ’70 e Star Wars Jedi: Fallen Order non fa eccezione, aggiungendo un nuovo affascinante personaggio robot. BD-1 è capace non solo di catturare il cuore degli appassionati in pochi istanti, ma anche di meritarsi un ruolo da protagonista nelle vicende narrate grazie alle sue capacità di esplorazione e di hackeraggio dei sistemi imperiali. Una “spalla” che non è mai tale e che anzi, in alcune occasioni, riesce quasi a rubare la scena ai protagonisti in carne e ossa, proprio come capita spesso coi droidi delle pellicole cinematografiche.

Una vera storia di Star Wars...

- Respawn lo aveva promesso, e a conti fatti non posso che dare ragione alla casa di sviluppo. Star Wars Jedi: Fallen Order, con la sua trama ben scritta, le atmosfere coinvolgenti, i momenti emozionanti, i personaggi ben caratterizzati ed il suo finale spettacolare, si incastra perfettamente nell’universo della saga alla quale appartiene, offrendo agli appassionati un nuovo punto di vista su cui fantasticare e nuovi dettagli su uno dei momenti chiave dell’intera storia di Star Wars.

Odio

...anche su un po’ fine a sé stessa

- Come spesso accade quando si cerca di inserire nuovi elementi all’interno di una continuity fitta e definita, l’intreccio narrativo creato da Respawn, nonostante le sue indiscusse qualità, non regala rivelazioni clamorose e non si discosta più di tanto dai canoni delle storie già raccontate. Star Wars Jedi: Fallen Order include tutti gli elementi che ci si aspetterebbe di trovare ma, nonostante la presenza di qualche colpo di scena ben orchestrato, non può aggiungere troppo o modificare radicalmente la lore che fa da sfondo alla sceneggiatura principale, un po’ come è accaduto con il film Rogue One. L’intera vicenda quindi inizia e si conclude all’interno di questo episodio, lasciando purtroppo con un po’ di amaro in bocca tutti coloro che si aspettavano qualcosa di più dal titolo.

Gameplay acerbo

- Star Wars Jedi: Fallen Order, come probabilmente sapete, è il primo action game in terza persona sviluppato da Respawn. Lo studio finora si era infatti cimentato solo con gli FPS e, a conti fatti, è impossibile non notare una certa dose di inesperienza in questo campo mentre si gioca. Il combat system, specie se si presta attenzione alle collisioni e alle animazioni, non è impeccabile, l’interazione con l’ambiente, se non in un paio di occasioni, appare davvero basilare e anche gli enigmi, per quanto perfettamente in linea con l’universo di Star Wars, risultano poco ispirati. Nel complesso il gioco resta sempre più che godibile, anche e soprattutto per merito di alcune caratteristiche già evidenziate nei punti precedenti, ma era sicuramente lecito aspettarsi qualcosa di più.

Tecnicamente migliorabile

- Dal punto di vista puramente tecnico Star Wars Jedi: Fallen Order offre purtroppo il fianco a diverse critiche sia per quanto riguarda la componente visiva che per la realizzazione e la pulizia del codice. L’impatto grafico generale, nonostante l’utilizzo dell’ormai onnipresente UE, non stupisce, il frame-rate non è quasi mai impeccabile e sono presenti numerosi difetti quali micro-freeze, glitch e tempi di caricamento insopportabilmente lunghi in alcune occasioni. Come prevedibile, Respawn ha già rilasciato alcune patch che eliminano o riducono buona parte di questi problemi, ma è evidente che un titolo di questo calibro avrebbe meritato una maggiore attenzione da questo punto di vista.

Tiriamo le somme

Star Wars Jedi: Fallen Order è un action game ben realizzato che propone un interessante mix di meccaniche differenti e che omaggia nel migliore dei modi la saga alla quale appartiene, proponendoci una storia godibile e ben raccontata. Pur non brillando particolarmente per originalità e per qualità della realizzazione tecnica, penalizzata con molta probabilità dall’inesperienza del team di sviluppo in questo campo, il nuovo gioco di Respawn diverte e appassiona come non succedeva da tempo guadagnandosi di diritto un posto tra i migliori titoli usciti nel corso di questo 2019 e ponendo ottime basi per lo sviluppo, si spera, di nuovi prodotti simili.
8.5

c Commenti (16)

copertina

L'autore

autore

Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

c

Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
x Invio commenti disattivato per gli articoli più vecchi di tre mesi.
caricamento Caricamento commenti...