Recensione - Tales of Arise
di
Andrea Giuliani / Linker360
P 8 set 2021

Il Gioco
MP Video - Tales of Arise
Ben presto si scopre che il motivo per cui Shionne è stata arrestata è il furto del Nucleo Primario del Fuoco, un oggetto di grande potere posseduto solo dai lord. Grazie al Nucleo Shionne riesce ad evocare la Spada Ardente, una lama di fiamme dalla potenza enorme ma che nessuno riesce a brandire senza ustionarsi le mani… ed è qui che nuovamente l’insenbilità al dolore di Alphen lo rende l’unico in grado di maneggiarla, ma solo in presenza di Shionne sia per attivare il suo potere sia per le arti curative necessarie per rimediare ai danni che il suo corpo subisce. I renani infatti sono gli unici in grado di canalizzare l’energia astrale per utilizzare le arti magiche, e l’improbabile coppia formata dalla renana Shionne e il dahnano Alphen diventa l’unica possibilità per sconfiggere i cinque lord e liberare il pianeta.
Inutile dire che questo è unicamente l’incipit narrativo dei primi minuti di gioco, e che nelle oltre 40/50 ore per arrivare ai titoli di coda l’avventura di Tales of Arise si articola in continui colpi di scena, oltre alla presenza naturalmente di altri personaggi che si uniscono al gruppo. Il giovane Law ad esempio è un esperto di arti marziali che si fida solo dei suoi pugni, Kisara è una combattente che utilizza un gigantesco scudo sia per difesa che attacco, Dohalim con il suo bastone e trappole intralcia i nemici mentre Rinwell può lanciare devastanti incantesimi. Ogni personaggio ha una sua storia e motivazioni per seguire Alphen e Shionne nel loro viaggio, oltre ad un gameplay e abilità uniche.

Le battaglie sono il fulcro dell’esperienza di Tales of Arise, e Bandai Namco è riuscita a svecchiare il sistema di combattimento rendendolo molto più action ma senza rinunciare comunque ad una componente più strategica da gioco di ruolo. Oltre agli attacchi base ad ogni tasto principale del pad può essere associare un’Arte di diverso tipo utilizzabile solo quando la barra azione è sufficientemente piena, e trovando le giuste combinazioni si possono creare combo prolungate e aeree. Alcune Arti inoltre possono essere modificate tenendo premuto il relativo tasto per attivare un ulteriore attacco con la Spada Ardente, ma il prezzo da pagare è la perdita di una buona parte della salute di Alphen, per cui si tratta di mosse da utilizzare con parsimonia o solo quando Shionne è pronta ad utilizzare arti curative.
Eseguendo combo ininterrottamente quando la salute del nemico è bassa si può attivare un devastante Attacco Combinato con un altro membro del party, rendendo quindi fondamentale trovare il giusto tempismo e alternanza tra Arti e attacchi normali per non interrompere la combo nei momenti cruciali. A questo si aggiunge la schivata che, se eseguita con il giusto tempismo, permette di scattare subito contro il nemico per eseguire un contrattacco, accentuando ancora di più l’anima action del titolo.

La componente strategica si trova invece negli Attacchi Boost: una volta riempito l’apposito indicatore infatti si può chiamare in soccorso uno degli alleati con la croce direzionale che utilizzerà un’abilità unica da utilizzare in situazioni specifiche. Rinwell ad esempio può neutralizzare il lancio di una magia del nemico e prevenirne l’uso per alcuni secondi, Dohalim può evocare piante dal terreno per bloccare i movimenti degli avversari troppo sfuggenti mentre Law concentrando l’energia nel pugno può sfondare le difese dei nemici corazzati e così via. Gli Attacchi Boost possono cambiare le sorti di una battaglia se utilizzate al momento giusto, in particolare negli scontri contro i boss enormi per lasciare esposti i punti deboli da colpire. Queste abilità possono essere utilizzate anche nelle fasi esplorative per sbloccare aree altrimenti inaccessibili, e tramite il comodo sistema di viaggio rapido tornare in aree precedentemente visitate richiede pochi secondi.
L’esplorazione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto ai precedenti capitoli, con aree all’apparenza aperte ma sostanzialmente dei lunghi corridoi che non lasciano molto spazio di manovra se non per poche deviazioni. Il ritmo di gioco è quindi serrato passando in continuazione da un combattimento all’altro concedendosi qualche breve pausa per raccogliere magari dei materiali utili per il crafting. Negli accampamenti e negozi infatti si possono creare nuove armi, armature e accessori sempre più potenti, oltre alle ricette per pietanze che offrono vari bonus passivi per un tempo limitato.

Queste azioni si rendono necessarie anche per sbloccare i Titoli, ovvero quello che può essere definito l’albero della abilità. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti uccidendo mostri e completando missioni si ottengono dei punti da spendere per sbloccare nuove abilità attive e passive, ma la particolarità è che per accedervi bisogna prima conquistare il relativo Titolo. Le condizioni per ottenerli sono sempre specificate e la maggior parte si ottiene semplicemente proseguendo per la storia, ma per ottenere il pieno potenziale di un personaggio e la lista completa delle abilità bisogna dedicarsi anche ad attività extra.
Dal punto di vista tecnico Tales of Arise si difende egregiamente, con la versione PlayStation 5 che sfoggia una risoluzione in 4K e 60 fps stabili, con leggeri cali solo in alcune situazioni particolarmente concitate. Sulle console della precedente generazione invece ci si deve accontentare dei 1080p e 30 fps, anche se in un titolo così veloce e frenetico come Tales of Arise il frame rate dimezzato è un elemento da tenere in considerazione. Ottimo infine il doppiaggio sia giapponese che inglese, così come la localizzazione dei testi in italiano.

Amore
Un punto di svolta
- Il titolo Tales of Arise ha un duplice significato. Arise (“rialzarsi” in inglese) rappresenta la volontà di Dahna di rialzarsi dopo 300 anni di sottomissione, ma anche quella degli stessi sviluppatori di far risorgere la serie e rendere i Tales of dei titoli degni dell’attuale generazione. Ho apprezzato quindi la scelta di prendersi più tempo rispetto al solito per sviluppare un gioco che sappia finalmente essere al passo con i tempi e gettare le base anche per i futuri Tales of. Questa nuova “maturità” della serie si rispecchia anche in una trama molto cruda e cupa che non esita a mostrarci anche scene e tematiche pesanti, così come nell’aspetto stesso dei protagonisti, che a differenza del passato non sono più principalmente giovani ragazzi ma quasi tutti adulti.Arte in movimento
- Il punto più evidente di questo percorso di rinascita è stato il comparto tecnico. La prima cosa che salta subito all’occhio è un distaccamento rispetto al passato, infatti il tipico cel shading è stato abbandonato in favore di una nuova tecnologia chiamata da Bandai “Atmospheric Shader”, ovvero uno shader grafico che mescola le ombreggiature da anime a quelle della pittura ad acquerello. Il risultato è un ibrido che rende personaggi e scenari quasi dei quadri, con linee molto meno marcate rispetto al passato conferendo al tutto un aspetto quasi “realistico”. Il colpo d’occhio generale è sempre piacevole e alcune ambientazioni lasciano a bocca aperta, così come i modelli dei personaggi ricchi di espressività e dettagli.Azione frenetica
- Il secondo punto del percorso è stato il netto miglioramento del gameplay. I puristi potrebbero storcere il naso davanti alla deriva molto più action, ma il risultato è indubbiamente positivo. Concatenare attacchi normali, Arti, attacchi aerei, schivate e Attacchi Boost regala grandi soddisfazioni, specialmente quando poi il tutto culmina con uno spettacolare e pirotecnico attacco combinato se riusciamo a portare il nemico ad un punto critico. Ogni battaglia è un tripudio di esplosioni ed effetti speciali, tanto che a volte si perde un pò il filo nel caos che si crea, ma è un caos di quelli piacevoli da guardare e che trasmettono tutta la potenza dei colpi.Odio
Margini di miglioramento
- Non tutto è oro quello che luccica, e sebbene Tales of Arise abbia tolto parecchia ruggine la strada per il perfezionamento è ancora lunga. Nonostante un comparto tecnico che mostra tutte le sue potenzialità nei combattimenti e in alcuni scenari l’interazione con l’ambiente è ancora ridotta all’osso, rendendo quindi le aree belle da vedere ma non vive e reattive come vogliono far credere. Anche i modelli di NPC e personaggi secondari risultano abbastanza anonimi e quasi stonano a confronto con quelli dei protagonisti. Un difetto presente anche nei precedenti capitoli, ma che alla luce del nuovo stile artistico paradossalmente diventano ancora più evidenti.Difficoltà mal calibrata
- Dal punto di vista del gameplay non ho trovato particolari difetti, se non quello di una difficoltà mal calibrata che rende gli scontri normali delle passeggiate per poi sbarrarci la strada con alcuni boss particolarmente ostici che possono mettere a dura prova sia le nostre abilità che la pazienza. Nulla di insormontabile, sia chiaro, ma un maggior equilibrio sarebbe stato gradito.Tiriamo le somme
Tales of Arise si è fatto attendere, ma l’attesa è stata ripagata. Il gioco riesce nell’intento di dare nuovo lustro alla serie con un comparto tecnico adeguato all’attuale generazione e un combat system dinamico, veloce e spettacolare da vedere. La storia riesce ad essere sempre interessante con continui colpi di scena che rimescolano le carte in tavola più volte, oltre ad essere particolarmente matura e con tematiche anche piuttosto pesanti. Ci sono ancora alcuni margini di miglioramento, ma le basi per il futuro della serie sono più che solide. Se siete appassionati di action-RPG Tales of Arise è un titolo da non farsi scappare. 8.5›
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