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Ultimate Mortal Kombat 3

Recensione - Ultimate Mortal Kombat 3Xbox 360 DigitalGame

Agli inizi degli anni novanta e per quasi tutto il decennio, due erano le discussioni che andavano per la maggiore fra i videogiocatori: la prima era la solita diatriba di console war fra il Megadrive e il Super Nintendo, mentre la seconda riguardava la lotta pseudofilosofica fra i fan di Street Fighter 2 e quelli di Mortal Kombat, le più famose e longeve saghe di picchiaduro apparse in sala giochi. La fiamma del conflitto si riaccende oggi grazie al'arrivo su Xbox Live Arcade di Ultimate di Mortal Kombat 3, che va ad affrontare il già presente Street Fighter II.



Un mito a 16 bit
Quella di Motal Kombat è una serie che ha fatto la storia dei videogame, e poterla ritrovare sui nostri schermi al modico prezzo di 800 MP è una grande opportunità, ma i più giovani tra voi vorranno sapere di cosa si tratta. Vediamo di sviscerare (e notate il termine, che nel caso di MK è molto più che azzeccato) il gioco. Abbiamo di fronte la versione Ultimate di Mortal Kombat 3, che racchiude la quasi totalità di personaggi apparsi nei precedenti episodi: MK è un picchiaduro diventato famoso più che per la giocabilità, per la violenza in alcuni frangenti addirittura grottesca e parodistica. Infatti, fin dal primo episodio, segno distintivo della serie sono i copiosi schizzi di sangue e le fatality, mosse di difficile esecuzione che alla fine dell'incontro ci permetto no di uccidere il nostro avversario in modo molto fantasioso. Questo fattore in Ultimate viene spinto al massimo con l'introduzione di altre mosse finali, alcune delle quali veramente simpatiche.

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Incominciamo a parlare della giocabilità vera e propria, punto dolente (almeno nei confronti della saga di casa Capcom) del titolo. Come già detto abbiamo a disposizione molti personaggi retaggio degli episodi passati ed alcuni nuovi come ad esempio Sindel e Striker. Il vero nodo al pettine è che, joypad alla mano, i personaggi sembrano tutti uguali e si distinguono, oltre che dalla livrea, dalle mosse speciali peculiari che ognuno di essi ha. In questo episodio sono state inserite le combo tutte da eseguire con rapidissimi movimenti della croce direzionale e dei pulsanti e l'abilità necessaria per utilizzarle è veramente notevole, complice anche la ineguatezza del d-pad del controller di Xbox 360. Un appunto sui pulsanti che abbiamo a disposizione: oltre ai classici pugni e calci (ad ognuno di essi saranno affidati due bottoni, uno per la variante alta e l'altro per quella bassa) ne abbiamo uno adibito alla parata ed un'altro per la corsa, di utilità pari allo zero se utilizzata da noi poveri mortali mentre devastante se usufruita dalla CPU o da giocatori veramente esperti. Torniamo ora alle Fatality ed alle altre mosse finali: queste sono veramente complicate da eseguire, ed il tempo per fare acrobazie sul pad è molto ma molto esiguo. Vediamo in dettaglio tutte le mosse finali disponibili.

Fatality: ammazza, fai a pezzi, trita e sminuzza meglio del Bravo Simac. E' la mossa che ha reso Mortal Kombat un mito per grandi e piccini.
Animality: variazione sul tema, trasformarsi in animali per fare la bua ai nemici, con l'approvazione del WWF.
Babality: introdotte in MK2, le babality sono forse le mosse finali meno riuscite, si ha la possibilità di trasformare l'avversario in un poppante in fasce.
Pit Fatality: ennesima variante dell'omicidio, si utilizza il fondale per uccidere l'avversario (funziona solo in tre stage).
Friendship: basta essere cattivi e sanguinari, facciamo un dolce presente al nemico che fino a prima voleva farci la pellaccia. Le più divertenti e strane mosse finali.

Le modalità di gioco che avremo a disposizione sono estremamente scarne: l'Arcade (riproposizione dell'originale da sala giochi) e la possibilità di combattere contro un avversario online con le sfide classificate o partite del giocatore. Insomma più varietà sarebbe stata decisamente gradita. Ritornando sul versante single player, le modalità Arcade sono tre, con la possibilità di tornei e di incontri due contro due. Per quanto riguarda le ambientazioni devo dire che sono tutte parecchio anonime e non passeranno certo alla storia come le più colorate. Il dark è presente in ogni dove ed il senso di oppressione è molto alto, ovviamente non ci troviamo davanti il picchiaduro di Puni Puni Poemi ma avere un po' più di colore non avrebbe guastato.


Let's Fight!
Come già accennato, il livello cosmetico è buono ma tendente troppo allo scuro. Ovviamente questo è un fatto voluto ed è un altro marchio distintivo della serie, ma chiedere l'utilizzo di palette grafiche un pochino più vivaci in alcuni frangenti è più che lecito. L'utilizzo della digitalizzazione per i personaggi e una discreta quantità di animazioni rende il titolo molto godibile anche se, all'epoca, si sarebbe potuto fare di meglio. Essendo un titolo che ha sulle spalle una decina d'anni è ovvio che non si possa pretendere più di quanto Midway abbia fatto, però alcune mosse sono realizzate in maniera quasi ridicola con movimenti alquanto innaturali. Nonostante questo risulta uno dei giochi che come comparto tecnico ha più impressionato in quel lontano periodo. Per quanto riguarda il sonoro è quasi tutto veramente ottimo, dallo speaker che intima il "finish him" ai gemiti e urla dei combattenti. L'unica cosa che non mi ha convinto sono alcuni accompagnamenti musicali piuttosto anonimi (anche se questo, spesso, è un bene).

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In conclusione
Un altro titolo di notevole spessore per il Live Arcade. Il livello di sfida è molto elevato, il numero di mosse da imparare lo è ancora di più. Impiegherete parecchio tempo a cercare di non venire fatti a pezzi dalla CPU mentre cercherete di memorizzare le Fatality, che puntualmente sbaglierete ad eseguire... Molti personaggi e molta gente sul Live, consigliato ai nostalgici e gli appassionati di picchiaduro 2D.
8.2

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