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Double Dragon

Recensione - Double DragonXbox 360 DigitalGame

Correva l’anno 1987 quando gli appassionati di videogiochi dell’epoca ebbero l’onore di godersi l’arrivo di un titolo proveniente dalla Technos, casa giapponese che in pochi mesi si trovò sulla bocca di tutti grazie alla loro splendida creatura: il bellissimo picchiaduro a scorrimento Double Dragon. I motivi di tanto successo erano da attribuire all’utilizzo di armi come coltelli o spranghe da sfasciare in testa ai nemici e da un’azzeccata modalità cooperativa per due giocatori, graditissima aggiunta che ci permetteva di impersonare i due protagonisti di Double Dragon: i fratelli Billy e Jimmy Lee, custodi dell’antica arte marziale del Sousetsuken. Finalmente dopo 20 anni e diverse apparizioni su praticamente tutte le console uscite, Double Dragon arriva sulla piattaforma online di Microsoft, Xbox Live Arcade.


Una trama da perfetto Coin-Op
Fondamentalmente la trama di Double Dragon è tanto risicata quanto banale: i Black Warriors, che poi sarebbero i classici cattivoni di turno, per qualche oscuro motivo un bel giorno decidono di rapire la bella Marian, fidanzata del biondo Billy. Insomma, 20 anni fa ce ne importava poco della trama di un gioco a dire la verità, ci accontentavamo di quel mucchio di pixel che facevano del loro meglio per somigliare a degli eroi e ci stupivamo quando prendevamo a sprangate il sosia di Mister T. Tornando alla descrizione del titolo, come da tradizione saremo noi a doverci fare giustizia da soli o al massimo in compagnia di un amico (che andrà ad utilizzare il caro fratello Jimmy), lungo una metropoli, passando per una fabbrica abbandonata e un bosco fino ad arrivare al quartier generale dei cattivi; detto in poche parole soltanto quattro scenari (corti) per arrivare alla resa dei conti con il malvagio Shadow Boss (nome originale) con tanto di fondale abbellito dalla fidanzata di Billy appesa al muro come un salame e successivo ed inspiegabile (ed inspiegato ancora oggi dopo 20 anni) colpo di scena dopo la vittoria contro il boss se giocate in due.

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20 anni e sentirli tutti
Appena caricato il gioco, si nota subito come Empire abbia voluto fare le cose per bene ma in modo forse sin troppo fedele e non al passo con i tempi: la grafica è stata totalmente rifatta per sfruttare l’alta definizione ed ora, a parte il ciuffo di “Elvisiana” memoria quasi osceno di Billy risulta molto godibile e soprattutto pulita e colorata. Purtroppo però c’è da notare come i numerosi e fastidiosi rallentamenti storici siano stati mantenuti dai programmatori della Empire; per qualche strano motivo avranno pensato che per avere un porting “arcade perfect” dovevano lasciare anche i difetti storici, che però erano dovuti più all’inadeguatezza hardware dell’epoca che non a scelte di design dei creatori del gioco.

A parte questo, come detto, il restyling è gradevole ma i più grandicelli non resisteranno a lungo e selezioneranno dal menù la versione originale: decisamente sconsigliata però se giocate su grossi pannelli in alta definizione. Come varietà degli sprite (gli eredi 2D degli oggetti poligonali) dei nemici non c’è molto da dire, Double Dragon soffre della sindrome del “clone”: i nemici seppur tanti nel numero, sono sempre gli stessi ma cambieranno di colore o nei vestiti. Una menzione particolare la merita il precedentemente citato sosia di Mister T, più avanti lo rincontreremo in versione verde Hulk, a dir poco ridicolo. Questo è un difetto che hanno avuto tutti i giochi di questo genere ormai quasi estinto usciti successivamente, siamo quindi disposti a chiudere un occhio; d’altronde questo è o non è il nonno dei picchiaduro a scorrimento?.

Sul versante sonoro niente da eccepire: le musiche sono le stesse di 20 anni fa, se siete dei nostalgici non potrete trattenere una lacrimuccia nel risentire alcuni dei pezzi storici che compongono la soundtrack. Gli effetti sonori sono rimasti identici, ora fa quasi tenerezza sentirli, ma il tempo passa per tutti. Da segnalare anche le non perfette collisioni tra i personaggi: anche troppo spesso vi capiterà di essere a distanza sicura per colpire i nemici, tirare un pugno ma non sfiorarli nemmeno. Un altro difetto ereditato dal gioco originale, che però mi è sembrato anche aumentato nella modalità con la grafica rifatta; sarà stata solo una mia impressione?

Proprio un classico mangiamonetine
Double Dragon è un gioco nato per le sale giochi e per questo offre anche una giocabilità poco tecnica ma molto intuitiva e facile da padroneggiare. Sul pad della Xbox 360 andremo ad utilizzare principalmente il tasto “X” che serve per tirare pugni, il tasto “B” per dare calci ed il tasto “A” per saltare. La pressione simultanea di questi può sortire delle mosse diverse ma molto devastanti come le gomitate (che poi sono la vera arma definitiva del gioco) e calci volanti. Interessante ed utile l’opportunità che ci ha dato Empire di rimappare tutti i comandi di gioco come più ci aggrada.

Quando si gioca però ci si accorge di come la vera natura di Double Dragon era quella di essere un vero mangiasoldi più che un gioco duraturo e longevo. I programmatori della Technos erano consapevoli che una partita al loro gioco doveva durare 5-10 minuti al massimo, per questo esistono dei nemici molto pericolosi (come i piccoli Boss), non esistono power-up o integratori di energia e si cade in misteriosi baratri un po’ troppo frequentemente: tutto era studiato per farci perdere le poche vite fino al game over e costringerci ad inserire un’altra monetina nel cabinato del gioco. Su XBLA però non esiste più questo genere di sfida visto che gli sviluppatori ci danno la possibilità di inserire infinite "monetine virtuali" per continuare: questo abbassa molto il livello di sfida e mina pesantemente la longevità del gioco.

Con un amico ho avviato una partita in cooperativa online, molto buona e senza particolari problemi, ma dopo circa 15 minuti avevamo già finito i 4 livelli del gioco: livelli corti e possibilità di continuare all'infinito danno quindi il colpo di grazia ad un gioco che di certo era così anche 20 anni fa, ma a meno che non si fosse ricchi era più difficile da terminare. La cosa chiaramente vale anche per il gioco simultaneo a due giocatori sulla stessa console: stessi problemi di longevità ma divertimento maggiore soprattutto quando dopo il boss finale ci aspetta una sorpresa.

Non accrescono la longevità videoludica nemmeno gli extra inseriti da Empire, ma almeno dimostrano che c’è stata buona volontà da parte del team che ha realizzato questa conversione. Poco approfondita la descrizione della storia che ad esempio non svela il perché del rapimento di Marian, ma dopo 20 anni sono sempre più convinto che in fondo questo particolare non lo conoscano neppure gli sceneggiatori della Technos. Simpatica la sezione con 5 pagine di suggerimenti sulle mosse del gioco che svela anche alcuni punti deboli dei nemici (oggi le interpreteremmo come lacune gravissime di IA) L’ultima sezione è la migliore anche se un po’ povera di contenuti: due locandine pubblicitarie e due disegni sulla meccanica di gioco originali zoomabili a piacimento: sicuramente una cosa graditissima ai molti fan dell’originale.

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Conclusioni
Sinceramente attendevo con trepidazione l’arrivo di questo Double Dragon sul Live Arcade ma devo dire che ne sono rimasto molto deluso; forse il gioco è davvero invecchiato male o forse sto invecchiando io, fatto sta che sinceramente per 400 Microsoft Points sulla piattaforma live di Microsoft c’è di meglio. E non sono neanche giochi vecchi di 20 anni che durano 15 minuti scarsi.
5.8

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L'autore

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Nasce nel 1979, dopo qualche mese vede Galaxian e da allora è amore per i vg. Da quando negli anni 80 il fratello maggiore acquista un Commodore 64, ha comprato praticamente tutti i videogiochi e le console che poteva permettersi e che ancora conserva gelosamente. Nel 2005 conosce Neural proponendosi come recensore, e da lì in poi oltre ad una collaborazione è nata una grande amicizia.

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