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Submerged: Hidden Depths

Submerged: Hidden Depths - provato in anteprima

Dopo più di un anno trascorso come esclusiva per Google Stadia, Submerged: Hidden Depths è finalmente in procinto di sbarcare anche su console. Per l’occasione abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima la più recente fatica di Uppercut Games: eccovi le nostre prime impressioni!
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Submerged: Hidden Depths si presenta come una sorta di “fratello maggiore” del precedente Submerged, datato 2015, a cominciare dalle premesse, che sono in effetti identiche: un mondo civile in gran parte sommerso dalle acque e due giovanissimi fratelli su una piccola barca a motore, in balia di un ambiente riconquistato dalla Natura e che, se non ostile, risulta perlomeno inquietante, essendo avvolto da misteriose spire di materia oscura.

MX Video - Submerged: Hidden Depths

Sarà nostro compito esplorare questo mondo e liberarlo dalla negatività che lo infesta, grazie ai particolari poteri che mettono la giovane protagonista in grado di entrare in sintonia con l’ambiente e di venirne guidata nel recuperare enormi “semi” in grado di riportare la vegetazione ad una condizione normale, una volta restituiti alla loro sede originaria… una meccanica che (complice lo stile “cartoonesco” del gioco) mi ha riportato alla mente il buon vecchio Prince of Persia di due generazioni fa. Nel fare questo, esplorando ogni edificio ed anfratto del mondo di gioco, si apprenderanno costantemente nuovi dettagli sugli eventi accaduti e sulla vicenda dei due protagonisti.

La libera esplorazione dell’ambiente è senza dubbio il cuore pulsante di Submerged: Hidden Depths. Non solo rappresenta la chiave per progredire nel gioco e scoprirne i tanti segreti, ma è determinante nell’evidenziare il principale punto di forza del gioco: un mondo virtuale davvero affascinante, vibrante di colori, che sa invitare all’avventura creando un’atmosfera sospesa, quasi magica (ottimamente supportato dalla colonna sonora di Jeff Van Dyck, evocativa e mai invadente) e che probabilmente sarà ciò che resterà più impresso nei ricordi dei giocatori.

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Va detto, infatti, che di contro il gameplay vero e proprio non spicca né per originalità né per varietà. Non sarebbe corretto etichettare Submerged: Hidden Depths come un walking simulator, in quanto al giocatore è comunque richiesta una certa dose di impegno per avanzare nel gioco. Tanto per cominciare, il gioco è un vero open-world, in cui si è del tutto liberi di decidere come e dove condurre la propria esplorazione (ed è possibile “terminare” il gioco senza averne visitato buona parte dei suoi luoghi nascosti o meno accessibili). Si incontrano poi fasi di platforming e semplici puzzle che il gioco frappone come ostacoli al nostro intento di guarire tutto il mondo esplorabile dall’oscurità che lo avvolge. Ma nulla di davvero impegnativo: le scelte di game design mirano palesemente a far prevalere il piacere dell’esplorazione e della scoperta: per intenderci, non ci sono scontri da sostenere con “nemici” di qualsivoglia genere… l’unica sfida è rappresentata dal trovare (e raggiungere!) tutti gli elementi disseminati nel mondo di gioco.


Tutto ciò considerato, l’esperienza di gioco è stata comunque convincente. Va dato merito a Uppercut di aver gestito con accortezza gli evidenti limiti di budget di questo progetto, facendo di necessità virtù: ad esempio, in Submerged: Hidden Depths non c’è un vero e proprio parlato (i protagonisti comunicano occasionalmente con brevi frasi in una lingua di fantasia), ma è tale l’espressività delle animazioni nelle cut-scenes che i due personaggi risultano comunque delineati con efficacia. E non solo le animazioni, ma tutto il comparto artistico va promosso, tenuto conto delle risorse a disposizione: se non si hanno pretese da “fascia alta” e si passa sopra ad un frame-rate non certo esaltante (ma giusto attendere l’uscita del gioco per dare giudizi definitivi in ambito tecnico/prestazionale), dal punto vista visivo Submerged: Hidden Depths è un lavoro di tutto rispetto, che colpisce subito grazie ad una palette di colori molto vivace e calda, che mi ha ricordato un altro gioco di grande atmosfera e dai ritmi rilassati: Call Of The Sea.

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Insomma, l’impressione dopo le prime sessioni di gioco è di avere di fronte un titolo che, pur proponendo un’esperienza di gioco immediata e dalla grafica accattivante, non rinnega la propria anima indie e non scende a compromessi nel difendere il proprio concept. Ciò rende Submerged: Hidden Depths un gioco molto probabilmente “non per tutti”, magari a dispetto delle apparenze, ma che potrà fare la gioia di chi cerca un’oasi di tranquillità, in cui immergersi (è il caso di dirlo) per abbassare i livelli di adrenalina spesso sollecitati dalla gran parte dei giochi in commercio.

Si avverte il rischio che il gioco possa risultare un po’ ripetitivo, non potendo contare su una reale varietà di meccaniche ed eventi, in particolare una volta che il giocatore abbia smaltito l’effetto (senza dubbio potente) del contatto iniziale con un ambiente di gioco, lo ribadisco, davvero molto suggestivo. Non è però ciò che mi è accaduto durante questa prova, vissuta senza momenti di noia, anche perché i game designer sono stati attenti a disseminare il mondo di collezionabili, reperti nascosti, potenziamenti… elementi che contribuiscono a gratificare il giocatore e a tenerne vivo l’interesse, nonostante meccaniche di gioco alquanto basilari.

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Per coloro che abbiano già giocato il primo Submerged, va sottolineato che, almeno da queste prime impressioni, Submerged: Hidden Depths ne ripropone in maniera fin troppo fedele struttura di gioco e meccaniche: dal game-loop “naviga, scala l’edificio, raccogli l’oggetto” che è alla base dell’avanzamento nel gioco, passando per i repertori di fauna e monumenti da riempire esplorando, fino alla scelta di gestire la narrazione con sequenze di quadri contenenti disegni stilizzati... sono appunto moltissimi gli elementi ripresi in maniera sostanzialmente identica in questo secondo episodio. Si nota il progresso evidente nel comparto grafico (mosso da UnrealEngine4), un miglioramento della quality of life garantita al giocatore ed in generale una maggiore ambiziosità di questo progetto, ma chi ha già vissuto l’esperienza del primo Submerged, potrebbe trovare questa nuova proposta eccesivamente more-of-the-same.

Per i moltissimi (presumo) che invece sarebbero alla loro prima esperienza con le città sommerse di Uppercut Games, Submerged: Hidden Depths è un titolo da seguire con attenzione: pur non avendo ambizioni da “tripla-A”, fin da questa prima presa di contatto la sensazione è che possa meritare di ritagliarsi uno spazio nelle nostre agende di gioco, proponendo un’esperienza di gioco appagante ed alquanto suggestiva.

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L'autore

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La sua passione per il gaming nasce nel lontanissimo 1982 con Gorf per Vic-20, ma da quando ha scoperto le "gioie" della caccia agli obiettivi, gioca solo su Xbox. Il suo nemico giurato è l'Arretrato, smisurato ed in costante aumento. Maguzzolo però non si arrende: armato di sei console ed un numero sterminato di controller, continua a dare battaglia.

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