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Batora: Lost Haven

Batora: Lost Haven - provato in anteprima

A poco meno di un mese dall’uscita, gli italiani Stormind Games ci hanno permesso di provare in anteprima Batora: Lost Haven, l’atteso action-RPG ispirato alla prima delle due opere letterarie a tema fantasy pubblicate da Annika Morris a partire dal 2018. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
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Batora: Lost Haven è un action-RPG con visuale isometrica che mette i giocatori nei panni di Avril, una delle poche sopravvissute a un misterioso cataclisma che, pochi anni prima, ha spazzato via oltre metà della popolazione mondiale, tra cui sua sorella. Avril però non è una ragazza qualunque. Dentro di lei si nasconde infatti un potere innato dal quale, come ormai ben sappiamo, derivano anche delle responsabilità. Responsabilità che porteranno Avril a intraprendere un lungo viaggio interstellare, fatto di pericoli e scelte da compiere, durante il quale la giovane protagonista dovrà non solo tentare di salvare la Terra dalla distruzione ma anche scoprire l’origine del cataclisma, il tutto finendo invischiata nelle vicende di ogni singolo pianeta sul quale metterà piede. Ma andiamo con ordine.

MX Video - Batora: Lost Haven

La demo messaci a disposizione per la nostra prova permetteva di testare le primissime ore di Batora: Lost Haven. Nella parte introduttiva, ambientata in una Londra devastata dal cataclisma, vengono spiegati i rudimenti del gameplay, che non si discosta troppo dagli standard del genere per quanto riguarda i controlli di base. Il gioco si sviluppa infatti con una visuale isometrica in terza persona, con il giocatore che può controllare la protagonista tramite la levetta direzionale e interagire con alcuni oggetti, il tutto con la telecamera che si adatta dinamicamente per seguire al meglio l’azione. L’unica possibilità concessa al giocatore in tal senso è quella di aumentare il livello di zoom se necessario premendo una delle due levette. Decisamente più variegato il sistema di combattimento, che si sblocca una volta conclusa la prima fase e dopo essere entrati in contatto con due divinità, ovvero Sole e Luna, che hanno scelto Avril come loro “Campione” per tentare di arginare il cataclisma che sta devastando l’universo.

Per permettere alla protagonista di adempiere al compito, Sole e Luna donano i loro poteri alla giovane, che diventa così in grado di padroneggiare una serie di attacchi e abilità, suddivise tra poteri fisici e poteri mentali. La particolarità di Batora: Lost Haven è che le due tipologie di poteri condividono lo stesso schema di controllo, basato su un mix di tasti e uso della levetta analogica destra, mentre i vari nemici sono più sensibili a uno dei due “lati”. Durante il gioco Avril deve quindi attingere dal potere più adatto in ogni situazione, mutando il proprio aspetto verso quello della corrispondente divinità. Per farlo è sufficiente premere un tasto e non ci sono limiti o tempi di cool-down da rispettare, ma quando siamo in una forma possiamo utilizzare solo ed esclusivamente gli attacchi di quel tipo, con tutto ciò che ne consegue. Inizialmente Avril ha a disposizione solo una mossa base per tipo e una schivata, ma progredendo nel gioco si sbloccano via via sempre più abilità, tra cui un attacco ad area e un boost temporaneo dei danni inflitti.

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A rendere le cose ancora più interessanti ci pensa poi il sistema della salute, anch’esso basato su due indicatori differenti. Così come la protagonista deve selezionare bene la tipologia di attacco in relazione alle creature da combattere, anche ogni nemico può infatti infliggere danni sia alla forma fisica di Avril sia a quella mentale. La protagonista dispone quindi di due barre della vita separate, ma basta che anche solo una delle due si esaurisca per dover ripartire da un salvataggio precedente o dall’ultimo checkpoint raggiunto. Fortunatamente, quasi tutti i nemici lasciano sul terreno dei cristalli che permettono di recuperare salute, ai quali si sommano poi quelli che è possibile raccogliere distruggendo i vari giacimenti sparsi qua e là per i pianeti presenti nel gioco. L’esplorazione, seppur abbastanza lineare per quanto potuto giocare nella demo, risulta quindi essenziale per raccogliere questi cristalli, ai quali si sommano altre risorse necessarie per acquistare oggetti dai mercanti presenti nel gioco e le Rune, che rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del personaggio e sulle quali torneremo in maniera più approfondita tra breve.

La divisione tra Sole e Luna non è però netta al 100%. Andando avanti nel gioco è infatti possibile sbloccare uno speciale attacco che danneggia i nemici di entrambi gli schieramenti. Alcuni nemici, così come praticamente tutti i boss che incontreremo sul nostro cammino, dispongono poi di due barre della vita proprio come Avril e, in modo analogo alla protagonista, possono usare attacchi e abilità di ambedue le nature.La somma di tutti questi elementi rende Batora:Lost Haven molto diverso da altri action-RPG, specie per quanto riguarda il ritmo degli scontri e l’approccio ai gruppi di nemici più numerosi. Il fatto di dover cambiare costantemente la tipologia degli attacchi in base alla situazione rappresenta infatti un elemento strategico capace di tenere sempre alta l’attenzione del giocatore, ma in alcuni casi si è costretti a cambiare continuamente forma quasi ogni secondo per poter sopravvivere a un gruppo di nemici eterogeneo e questo non sempre è divertente. In questo senso, anche il sistema di controllo non aiuta. L’idea di usare sia i tasti frontali sia la levetta direzionale destra per eseguire gli attacchi è sicuramente interessante, ma quando ci si ritrova a dover affrontare tanti avversari contemporaneamente può risultare abbastanza complesso padroneggiare al meglio i controlli.


Gli scontri contro i boss meritano poi una menzione particolare. Nel corso della mia prova ne ho affrontati una manciata e tutti condividevano la stessa meccanica: ogni boss ha due barre della vita, una fisica e una mentale, suddivise in tre parti e può passare da una all’altra in qualunque momento variando di conseguenza i suoi attacchi e i suoi set di mosse. Se riusciamo a infliggere al boss il giusto quantitativo di danni di un tipo lo stordiamo e lo rendiamo vulnerabile agli attacchi di tipologia opposta per alcuni secondi, da sfruttare per prosciugare una delle tre porzioni di barra vitale. Se ci riusciamo, il danno è permanente e la boss-fight passa alla fase successiva mentre se non ci riusciamo il boss recupera una buona parte delle energie, costringendo la protagonista a ripetere il procedimento.

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Batora: Lost Haven non si basa però solo sui combattimenti. Nel gioco sono infatti presenti anche una serie di enigmi, alcuni integrati nei pianeti che si visitano e altri situati in alcune aree separate, da risolvere utilizzando in modo ingegnoso le abilità speciali di Avril. Nella demo ne ho potuti affrontare una discreta quantità, di difficoltà e complessità crescente. In alcuni casi ho dovuto trovare il modo di creare un percorso verso l’obiettivo sollevando o posizionando delle piattaforme controllate da speciali interruttori, che potevano essere attivati o disattivati solo colpendoli con la tipologia di attacchi corretti. In un altro caso ho invece dovuto replicare una melodia su alcune campane, che emettevano suoni diversi se colpite con un attacco fisico o uno mentale. In altri casi ho invece dovuto controllare delle sfere con i poteri mentali per attivare degli interruttori, un po’ come accadeva nei dungeon speciali di The Legend of Zelda. Breath of the Wild, o superare dei percorsi nei quali alcune parti erano calpestabili solo in una delle due forme di Avril.


Sconfiggere nemici, superare le sfide e completare le missioni proposte dai vari NPC che si incontrano durante l’avventura permette di accumulare punti esperienza, così da incrementare il livello della protagonista. In Batora: Lost Haven non c’è però un sistema di crescita del personaggio ramificato o nel quale il giocatore può decidere come investire nelle varie caratteristiche. A ogni incremento di livello corrisponde infatti un aumento delle caratteristiche base della protagonista, delle sue capacità offensive e della sua difesa. In base al nostro comportamento e alle scelte che decideremo di compiere quando il gioco ci metterà di fronte a un bivio potremo però modificare progressivamente l’allineamento della protagonista, così da abbracciare il percorso come Difensore o come Conquistatore.

Questa caratteristica influenza in modo diretto il numero di Punti Rune a disposizione di Avril, dai quali dipende la possibilità di equipaggiare degli speciali oggetti, le Rune appunto, che conferiscono bonus di vario genere. In totale Avril dispone di ben 18 slot dove inserire Rune di tre tipologie diverse, ovvero Neutrali, da Conquistatore o da Difensore, che come detto possono essere sia raccolte durante l’esplorazione sia acquistate dai mercanti. Per garantire ai giocatori la massima libertà, gli sviluppatori di Stormind Games non hanno inserito nessuna limitazione nella gestione delle Rune, se non quella legata ai Punti Runa, il che permette di modificare rapidamente la build della protagonista per provare nuove opzioni o per adattarla a una particolare situazione.

Per quanto riguarda la trama, c’è davvero poco che si possa dire senza incappare in spoiler potenzialmente fastidiosi. Quello che è importante sapere è che la storia messa a punto da Stormind Games sembra poggiare su solide fondamenta per quanto riguarda il contesto e su una sceneggiatura di buona qualità, nella quale le scelte della protagonista rivestiranno un ruolo fondamentale. Nel corso della mia prova ho dovuto in più occasioni prendere delle decisioni, alcune delle quali particolarmente difficili, e affrontarne le conseguenze, sia dal punto di vista narrativo sia per quanto riguarda l’allineamento della protagonista. Va però sottolineato che il gioco mette sempre in evidenza la “natura” di ogni scelta, così da dare al giocatore tutti gli elementi per decidere, e che, in generale, non sembra che la trama principale possa essere influenzata più di tanto da questi eventi, se non magari portando la vicenda ad una conclusione differente.

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L’intera vicenda è raccontata tramite dialoghi a schermo nei quali si alternano gli avatar dei vari protagonisti, accomunati da uno stile che mescola fantasy e atmosfere new age grazie a un cel-shading non particolarmente marcato, e attraverso un classico codex, nel quale vengono riportate tutte le informazioni su pianeti, razze e personaggi principali presenti nel gioco. Alcune di queste nozioni vengono rivelate al giocatore durante l’avventura mentre altre sono collegate alla raccolta dei semi provenienti da alcuni speciali alberi presenti sui vari pianeti. Nel complesso Batora: Lost Haven sembra quindi poter contare su un contesto concreto, seppur i toni scherzosi dei dialoghi spesso non siano particolarmente in linea con le tematiche trattate.

Quello su cui sicuramente mi posso sbilanciare di più sono le ambientazioni presenti nella demo messa a disposizione per la prova. Oltre alla breve parentesi su Londra, ho potuto esplorare il pianeta di Gryja, un ammasso roccioso nel quale si susseguono costantemente dei terremoti, il pianeta desertico di Huav, reso estremamente spettacolare dalla sua struttura a vortice e dalla presenza di numerose rocce fluttuanti, e una terza ambientazione, sulla quale però preferisco non rivelare nulla. Tutti i pianeti sono composti da più aree, separate tra loro da brevi caricamenti, e godono di uno stile unico, reso ancora più caratteristico dal fatto che tutti gli scenari sono interamente disegnati a mano. Per quanto visto, le dimensioni dei pianeti sono generalmente abbastanza contenute, con uno sviluppo pressoché lineare e poco spazio per l’esplorazione libera, se non per raggiungere alcuni contenitori che gli sviluppatori hanno deciso di non posizionare proprio sul percorso principale.

In generale, anche considerata la quasi totale assenza di missioni secondarie e la linearità di quelle principali, la sensazione è che Batora: Lost Haven voglia puntare più sul binomio tra gameplay e storia piuttosto che sull’esplorazione libera che invece caratterizza altri action-gdr più vicini al genere degli hack’n’slash. Va però anche sottolineato che andando avanti nella demo mi sono imbattuto in un level design via via sempre più articolato, quindi non è da escludere che nel gioco finale possano trovare spazio aree più complesse o, perché no, anche delle missioni più intricate o secondarie capaci di rendere più varia l’esperienza. In questo senso, le sfide presenti nel gioco rappresentano senza ombra di dubbio un’aggiunta molto interessante, che speriamo trovi il giusto spazio all’interno dell’avventura confezionata da Stormind Games.

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Sotto il profilo tecnico, Batora: Lost Haven si è dimostrato solido e quasi del tutto esente da bug durante la nostra prova. Data la sua particolare natura, il titolo non sembra essere particolarmente esigente in termini di risorse e si muove fluidamente anche nelle situazioni più caotiche, sia in termini di numero di personaggi a schermo sia per quanto riguarda la quantità di effetti speciali messi in campo contemporaneamente. Va però considerato che la demo messa a disposizione era quella PC e che, pertanto, tutte queste valutazioni andranno riviste quando avremo tra le mani una build per console e/o il gioco completo. Nulla di particolare da segnalare invece per quanto riguarda il comparto audio, che abbina un doppiaggio inglese di buona qualità a una colonna sonora che sottolinea in maniera adeguata sia le fasi esplorative sia i combattimenti.

A conti fatti, Batora: Lost Haven appare dunque come un action-RPG interessante dotato di un sistema di combattimento particolare e di una bella storia da raccontare, ma che al momento non riesce a convincere al 100% per via di alcune “ruvidità”, prime su tutte quelle legate al sistema di controllo e all’eccessiva linearità delle esplorazione. Si tratta di elementi fondamentali in un action-RPG e che, se ben sviluppati in combinazione con peculiarità del titolo di Stormind Games, potrebbero davvero permettergli di ritagliarsi il giusto spazio. Per fortuna non dovremo attendere ancora molto per scoprirlo: l’uscita del titolo è infatti fissata per il 20 ottobre.

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L'autore

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Classe 1985 e cresciuto a pane, Commodore e Amiga, nel 1991 riceve il suo primo NES e da allora niente è più lo stesso. Attraversa tutte le generazioni di console tra platform, GDR, giochi di guida e FPS fino al 2004, quando approda su Xbox. Ancora oggi, a distanza di anni, vive consumato da questo sentimento dividendosi tra famiglia, lavoro, videogiochi, corsa, cinema e serie TV, nell’attesa che qualcuno scopra come rallentare il tempo per permettergli di dormire almeno un paio d’ore per notte.

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