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EA Sports UFC 2
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Recensione - EA Sports UFC 2Xbox OneGame

L’MMA, disciplina di nicchia fino a qualche anno fa non molto seguita in Europa, è riuscita a conquistarsi negli ultimi tempi una considerevole schiera di appassionati, diventando sempre più appetibile al grande pubblico. Sarà riuscito EA Sports UFC 2, terza incarnazione del simulatore di lotta nella gabbia made in EA (e seconda sotto licenza UFC) a soddisfare gli esigenti palati dei gladiatori virtuali? Scopriamolo assieme.

Il Gioco

Abilità, resistenza, riflessi fulminei, strategia, forza: queste le caratteristiche richieste ai lottatori che vogliano cimentarsi in quella che può essere definita come l’essenza stessa del combattimento a mani nude. Pochissime le regole, pressoché infinito l’arsenale di tecniche provenienti da tutti gli stili marziali. Scegliere di entrare in una gabbia richiede grandissima preparazione nella realtà, ma anche in EA Sports UFC 2 e ce ne si rende conto molto rapidamente. Concluso il consueto caricamento e dopo aver navigato un po’ attraverso un intuitivo menu di gioco, scelgo di gettarmi subito nell’azione con un quick match contro la CPU, nel quale decido di rivivere le emozioni dell’incontro tra Connor McGregor e Nate Diaz, con la speranza di ribaltare il risultato del recente match in favore del coriaceo irlandese. La selezione del personaggio mi dà modo in primo luogo di saggiare la vastità del roster a disposizione: più di 200 fighters suddivisi per categorie di peso, tutti caratterizzati da una grande somiglianza con le controparti reali. Selezionati i lottatori, settata difficoltà e durata del match sono già in marcia verso la gabbia, mentre una suggestiva coreografia sottolinea l’importanza del momento e comincia a pompare adrenalina. Finite le presentazioni dei nostri campioni, uno sportivo tocco di guantone al centro della gabbia e via, si comincia.

L’approccio col sistema di controllo nella fase boxata è piuttosto immediato: i tasti frontali consentono di tirare pugni e calci ed agendo su questi in combinazione con lo stick analogico si accede a colpi avanzati come high kicks, gomitate, ginocchiate, calci girati, calci frontali eccetera. Grilletto e dorsale destro regolano invece la parata, fondamentale per interdire gli attacchi avversari e per riuscire, qualora ci si coprisse con giusto tempismo, a guadagnarsi una frazione di secondo per un micidiale contrattacco. L’azione appare molto armoniosa e veloce, tanto da spingermi a provare combo di diversi colpi a ripetizione: nulla di più sbagliato, perché la gestione della stamina è fondamentale e restare senza benzina è molto più facile di quanto credessi. Peraltro le conseguenze del finire senza fiato possono essere drammatiche: il lottatore in debito d’ossigeno si muove molto più lentamente, colpisce in maniera fiacca e senza cagionare grossi danni all’avversario e per contro è molto più soggetto ai colpi. E’ quindi fondamentale cercare di calibrare bene le proprie mosse, pianificare una strategia ed evitare scazzottate ignoranti.

MX Video - EA Sports UFC 2

Se appare evidente quindi che il tasso tattico è molto elevato nella medio-lunga distanza, potete benissimo immaginare quanto lo sia nella fase di grappling. La lotta a terra è la fase sicuramente più difficile da metabolizzare per il giocatore, ma senza dubbio quella che mostra la differenza tra un novellino ed un giocatore scafato. Anche in questo caso il segreto per una transizione di successo, influenzata comunque dalle caratteristiche specifiche di ogni lottatore, è quello tener conto dell’affaticamento dello stesso e dell’avversario: sarà sempre più facile passare da una posizione all’altra se il nostro rivale è sfiancato. Andare in percussione per diminuire la resistenza del rivale è la chiave per la vittoria. La stessa cosa avviene in fase difensiva, dove oltre a tenere d’occhio l’affaticamento è necessario capire in che direzione l’avversario voglia muoversi per tentare di bloccare la transizione o provare a ribaltare la situazione a nostro vantaggio.

Non meno importanti, anche se veramente difficili da portare a termine con successo, sono le chiusure in sottomissione. Una volta avviato un tentativo di chiave articolare o di strangolamento, sullo schermo appare un’interfaccia ottagonale attraverso la quale il lottatore in fase difensiva deve agire sulla levetta analogica preposta al movimento verso una direzione per un determinato tempo per riuscire a sfuggire dalla presa, mentre l’aggressore deve bloccare la difesa avversaria agendo nella medesima direzione con tempismo; se l’atleta in attacco riesce in questo mini-gioco, la sottomissione va a buon fine e l’incontro verrà interrotto. Questo a grandi linee il cuore pulsante di EA Sports UFC 2: la lotta, nuda e cruda.

Amore

La sublime arte della lotta

- Impegnativo. Non credo vi sia parola più adatta per descrivere il gameplay di EA Sports UFC 2. Padroneggiare gli innumerevoli aspetti che concorrono a creare l’esperienza della lotta nella gabbia è impresa tutt’altro che banale: la gestione della resistenza durante la fase boxata, il giusto timing necessario per andare a bersaglio con un diretto o con un high kick, l’istinto necessario nell’eseguire una parata ed un repentino e devastante contrattacco, sono solo piccola parte dell’esperienza globale. La delicata fase di clinch, che già di suo potrebbe portare ad una prematura interruzione del match magari grazie ad una ginocchiata al volto andata a segno, può anche aprire la via della lotta a terra, un altro universo in cui tempismo, intuito e tattica sono le vere chiavi per fare la differenza. Capire in che posizione il nostro avversario voglia portarsi risulta determinante per interdirne il movimento, negandogli la possibilità di spostarsi da una posizione di controllo laterale ad una pericolosissima monta piena, osando magari in fase di interdizione un tentativo di submission con una chiave al braccio. EA Sports UFC 2 è punitivo e tutt’altro che user friendly con i novizi, inizialmente anche spiazzante per la mole di mosse e concetti da assimilare, ma proprio per questo estremamente appagante una volta che si è versato il giusto tributo in termini di tempo e sudore per comprenderne appieno le meccaniche.

Lotta senza quartiere

- Un fattore che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso durante la mia esperienza col titolo di casa EA è quanto bene si sia riusciti a bilanciare le varie fasi di combattimento, riuscendo ad evitare che una ricopra un ruolo strategicamente più importante rispetto all’altra. E’ data al giocatore la scelta di decidere, naturalmente avversario permettendo, su che terreno focalizzare la propria strategia offensiva: il KO è sempre in agguato, sia che ci si affidi alle tecniche di gomito e ginocchio tipiche della muay thay, sia che si opti invece per il ground and pound e le leve articolari del ju-jitsu. Tatticamente parlando è una partita a scacchi, con la differenza che il colpo mortale al Re può arrivare, inaspettato, in qualsiasi moment e può lasciare l’amaro in bocca per un incontro magari dominato dall’inizio alla fine e concluso contro ogni pronostico a causa di un brutale uppercut sotto il mento. Tensione alle stelle dall’iniziale tocco di guantoni sino al suono finale del gong.

Roma non è stata costruita in un giorno

- In un contesto di grande tecnicismo come questo, un’approfondita modalità allenamento è il minimo che si possa pretendere. Fortunatamente EA Sports UFC 2 non disattende questa aspettativa. L’area dedicata alla pratica è molto ben fatta ed egregiamente strutturata con allenamenti diversificati tra la fase di lotta in piedi, clinch e take down, lotta a terra e sottomissioni. Ciascuna di tali macro-aree è poi ulteriormente suddivisa in una serie di esercizi che ci consentono di impratichirci sia nella fase offensiva che in quella difensiva delle varie tecniche, oltre ovviamente a permettere uno sparring libero con un compagno virtuale al quale potremmo settare il grado di IA, in modo tale da poter testare le nostre skill contro un avversario completamente passivo o contro un opponente più o meno abile, tutto però senza la paura di incappare in un KO. Una modalità veramente ben fatta nella quale spenderete più di qualche ora, o quantomeno questo è quello che vi consiglio di fare se volete evitare di frantumarvi le ossa affrontando i match privi di preparazione.

L’imbarazzo della scelta

- Parlando delle modalità di gioco, come tradizionalmente avviene per i titoli sportivi targati EA, la carne al fuoco è davvero tanta. Oltre alla già citata modalità training ed ai classici incontri veloci, EA Sports UFC 2 offre una variegata gamma di attività, tra cui l’inedito ed interessante Ultimate Team che ci permette di forgiare una squadra di atleti, seguirne lo sviluppo e potenziarli con speciali card che conferiscono particolari caratteristiche, incrociando i guantoni sia con avversari governati dalla CPU che con opponenti umani. Ad affiancare questa troviamo l’immancabile carriera, della quale parlerò più profusamente in un paragrafo a parte ed una modalità decisamente più easy che propone incontri “ripuliti” da tutta la parte di lotta a terra e clinch, in pratica dei match che ricordano il K1. Sommate a queste le possibilità offerte dal comparto online ed avrete un’idea di quanto tempo EA Sports UFC 2 possa rubare alle vostre vite sociali.

Impatto visivo

- Un tratto distintivo delle produzioni sportive EA si è sempre palesato nella bontà dell’impatto visivo e EA Sports UFC 2 non costituisce un eccezione. Il comparto tecnico è decisamente molto, molto solido e convincente, tanto da sfiorare il fotorealismo. I modelli poligonali dei fighter sono di eccellente fattura e le somiglianze con le loro controparti reali sono sorprendenti. Altra nota positiva arriva dalla gestione visiva dei danni degli atleti, che inevitabilmente nel corso degli intensi scambi di colpi presenteranno lividi, tagli alle arcate sopracciliari con conseguente abbondanza di sangue ad imbrattarne viso e corpo, lividi ed arrossamenti vari a gambe e costato e così via. Anche tutto ciò che costituisce il “contorno” di quanto avviene nella gabbia ed apprezzabile maggiormente durante le coreografiche marce dei combattenti verso il ring, come pubblico, arene, giochi di luce, laser ed effetti vari hanno goduto della stessa certosina cura per il dettaglio, con un risultato veramente apprezzabile.

Il sesso debole

- Inutile sottolineare come tale modo di dire appaia fuori luogo, considerando con quanta facilità le preparatissime e determinate fanciulle del circuito UFC potrebbero polverizzare la maggioranza della popolazione maschile mondiale. Al di là di questa considerazione ho davvero apprezzato la possibilità di giocare qualsiasi modalità presente nei panni di una delle numerose combattenti presenti, carriera compresa.

Mazzate online

- Il cuore delle MMA è la sfida, e la sfida vera, parlando di videogames, la troviamo in rete. Un netcode stabile ed un matchmaking veloce sono quindi caratteristiche imprescindibili in un game di questo tipo. EA Sports UFC 2 centra entrambi gli obbiettivi presentando al pubblico un matchmaking davvero molto veloce (una manciata di secondi è sufficiente per trovare un avversario) ed un codice che consente un’eccellente fluidità dei match online.

Odio

Campioni in crisi d’identità

- Neo piuttosto fastidioso, anche se non rilevantissimo considerata la mole di contenuti che il titolo offre, è costituto dalla modalità carriera. Come facile intuire si parla della classica feature che richiede di costruire il nostro guerriero ideale ed allenarlo facendone accrescere progressivamente statistiche ed abilità per trasformarlo da sconosciuto novizio a campione del mondo della sua categoria. Gli stimoli per procedere in questo cammino sono però, purtroppo, piuttosto esigui. Il tutto è stato sviluppato senza particolare vena innovativa; fasi di training ed incontri veri e propri si alternano sistematicamente e senza soluzione di continuità in maniera troppo anonima, fiaccando rapidamente il giocatore che rischia di faticare molto nel trovare dei veri stimoli per proseguire. Osare un po’ di più, cercando magari di abbozzare un qualche genere di trama narrativa da far seguire al nostro personaggio, avrebbe potuto aiutare in tal senso.

Piccole smagliature

- Con somma sorpresa l’eccelso e già elogiato comparto grafico di EA Sports UFC 2 presenta una smagliatura che, seppur non faccia gridare allo scandalo e non ne incrini la qualità totale, mi sento comunque di dover sottolineare. Si tratta di alcune animazioni. Sebbene nella stragrande maggioranza dei casi i poligoni si muovano in maniera fluida e realistica, peraltro senza incappare mai in compenetrazioni, capita in alcuni frangenti di imbattersi in situazioni che fanno storcere un po’ il naso, riportandoci con i piedi per terra e ricordandoci che siamo di fronte ad un videogioco invece che ad un incontro trasmesso in TV. Faccio un esempio: nel caso si provasse a mettere a segno una ginocchiata volante contemporaneamente al nostro avversario, questi si scontrerebbero a mezz’aria senza subire cambiamenti visivi a livello di postura, un po’ come se si eseguisse una ginocchiata a vuoto e non contro un corpo solido, con gli atleti ad atterrare uno di fronte all’altro in perfetta posizione di guardia. Altra situazione un po’ fastidiosa l’ho riscontrata durante alcuni replay al rallentatore, dove può capitare di vedere gli arti muoversi in maniera decisamente innaturale. Situazioni piuttosto rare, ma che in un tale splendore grafico non passano inosservate.

Tiriamo le somme

Impegnativo, profondo, appagante. Queste in definitiva le caratteristiche su cui poggia il gameplay di EA Sports UFC 2, un gioco sicuramente non adatto al giocatore occasionale ma che promette di offrire centinaia di ore di sano divertimento agli appassionati che vogliano comprenderlo appieno. L’eccelso comparto visivo, benché non scevro da qualche piccolo neo, fa da cornice ad un meraviglioso quadro. Non siamo forse alla perfezione assoluta, ma la strada imboccata è sicuramente quella giusta.
8.5

Recensione realizzata grazie al supporto di EA e Xbox.


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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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