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American Fugitive

Recensione - American FugitiveXbox One DigitalGame

Chi di voi c'era quando Grand Theft Auto era molto diverso dai titoli attuali e si giocava unicamente con visuale dall'alto? Con American Fugitive i britannici Fallen Tree Games provano a ricreare il fascino di quei primi giochi, seppur con una grafica 3D più moderna. Vediamo con quali risultati.

Il Gioco

Dal punto di vista di storia e ambientazioni, American Fugitive si ispira apertamente al telefilm degli anni '60 come Il Fuggiasco o i suoi remake, tra cui il famoso film con Harrison Ford del 1993. Il protagonista di quella storia veniva ingiustamente condannato per l'omicidio della moglie, non avendo saputo esporre prove della presenza di un'altra persona che l'aveva uccisa; una simile situazione la troviamo nel titolo di Fallen Tree Games, eccetto per il fatto che a morire è il padre del protagonista, un giovane uomo di nome Will Riley che si è visto la vita distrutta da un errore giudiziario, con la sua famiglia a pezzi per via di una sentenza ingiusta. Quando però un suo vecchio amico inizia a trovare indizi su chi possa essere stato il colpevole, decide di scappare dal penitenziario alla ricerca della verità. Will è però comunque un personaggio col passato criminoso, e anche se non ha commesso quel delitto sa fin troppo bene come destreggiarsi tra furti, sparatorie e vendette. La sua voglia di giustizia si trasforma quindi rapidamente un viaggio alla ricerca di redenzione e vendetta, e laddove Harrison Ford cercava di dimostrare la propria innocenza, qui la spinta arriva dall'orgoglio e dalla voglia di farla pagare al vero colpevole dell'omicidio.

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Questa è la premessa che ci catapulta in un titolo open world con visuale dall'alto, seppur 3D, in ambienti cittadini degli Stati Uniti degli anni '80, a occhio e croce verso il sud del paese. Il percorso di vendetta del protagonista lo porta a conoscere diversi personaggi, a trovarsi in mezzo a guerre tra clan, regolamenti di conti, rapine e molto altro, con un'escalation notevole di violenza vissuta in prima persona dal giocatore. Alla base si può riassumere American Fugitive come una riproposizione in chiave più moderna dei primi due GTA (o dello spin-off Chinatown Wars): azione ad alto tasso d'adrenalina in un open world urbano dove è possibile commettere numerosi crimini e con la polizia che ci darà la caccia senza sosta.

MX Video - American Fugitive

Il gioco ci presenta, in questo mondo aperto, una sequenza di missioni, presentate a livello di trama è rappresentato con disegni e dialoghi testuali vecchio stile. Queste attività iniziano con un vecchio amico di Will che comincia a chiedere favori al suo compare appena evaso: una serie di regolamenti di conti che però lo portano ben presto ad affacciarsi ad altre aree, ad altre persone, ad altre situazioni. Non voglio entrare nel territorio degli spoiler, ma la storia immerge Will in tante situazioni diverse tra sparatorie, rapine, furti d'auto, distruzione di veicoli e molto altro. Non si tratta però di un'esperienza lineare, perché nello spirito degli open world è possibile usare molti approcci diversi ad ogni missione. E' possibile usare armamenti di ogni genere, rubare veicoli per strada o usare quelli già dati, puntare a un approccio più stealth (è possibile anche accovacciarsi e muoversi silenziosamente infatti) o entrare in scena alla Rambo, affidarsi ai soli pugni o far esplodere tutto di prepotenza. La libertà di scelta è sicuramente uno degli elementi in cui American Fugitive eccelle.

Ed ovviamente questa libertà si fa sentire anche fuori dalle missioni, con una struttura che ricorda molto quello di GTA. E' possibile evitare di ricorrere alla violenza, così come possiamo far fuori mezza città. Si possono rubare veicoli, comprare oggetti utili o armamenti nuovi, ma anche rapinare negozi o abitazioni. Quest'ultima meccanica è una delle peculiarità del titolo di Fallen Tree Games: entrando in un edificio, infatti, scatta una specie di minigioco, dove dobbiamo spostare la nostra pedina bidimensionale in giro per le camere dell'edificio. Solitamente questi furti fanno scattare l'allarme della polizia, con un timer che indica quanto tempo si ha a disposizione prima del loro arrivo. L'esplorazione di ciascuna stanza richiede tot secondi, bisogna quindi valutare bene cosa vale la pena rischiare di controllare, tenendo presente che si potrebbero anche incontrare persone che interferiscono nella rapina. Niente paura: basta minacciarli con la pistola e legarli (qualora si abbia a disposizione qualcosa per imbavagliarli) e non creeranno più problemi. O attaccarli direttamente. La scelta è vostra, basta che non vi fate beccare dalla polizia.

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E sono ovviamente le forze dell'ordine uno degli elementi chiave del titolo, perché per ogni crimine commesso (dagli incidenti stradali fino alle violenze più brutali) si attivano le pattuglie della polizia, che cercheranno di catturare o uccidere Will nel minor tempo possibile. Da qui nascono quindi sparatorie e inseguimenti mozzafiato (in quest'ultimo caso con un convincente modello di guida arcade) dove l'obiettivo, come in GTA, è quello di "perdere le stelline", cioè riuscire a togliersi da dosso gli occhi delle forze dell'ordine quanto basta per smettere di essere ricercati, dileguandosi in mezzo alla città per esempio. Per questo è addirittura possibile usufruire dei vestiti trovati in giro per il mondo di gioco: anche solo un cambio d'abito ben studiato può essere sufficiente per far perdere le proprie tracce, permettendoci addirittura vestire i panni dei poliziotti stessi. Insomma, pare esserci anche un po' di Hitman in questo omaggio ai classici GTA.

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La trama del gioco non è certo paragonabile come lunghezza o varietà ai colossi di Rockstar Games, ma offre comunque una decina d'ore di divertimento. Il mondo di gioco presenta poi numerose missioni secondarie e attività alternative, come ad esempio delle gare a checkpoint che ci fanno guadagnare soldi; queste sfide ulteriori possono praticamente raddoppiare la durata del titolo. Sfortunatamente, però, manca la localizzazione italiana.

Amore

Crimini di ogni genere

- Non fatevi ingannare dalla visuale dall'alto che indubbiamente tradisce le origini indie del titolo rispetto a colossi come GTA V o Watch Dogs 2: American Fugitive è un simulatore di crimine dove non manca davvero niente, anzi. Armi ed esplosivi, furti di macchine, rapine a mano armata, furti con scasso, possibilità di prendere ostaggi e di legarli, invasione di proprietà privata, inseguimenti al cardiopalma: è sempre bello dare un nome concreto alle atrocità fatte!

L'arte della fuga

- Il titolo del gioco è traducibile "fuggitivo americano", ed è una descrizione più che adeguata all'esperienza di gioco visto che siamo quasi sempre in fuga a causa dei nostri crimini. Dovremo quindi correre tanto, ricorrere allo stealth, cambiare abito per non farci riconoscere, rubare veicoli per scappare dalla polizia, dileguarci dopo un furto... insomma, la fuga è l'essenza del titolo, e riesce a trasmetterci una sensazione di urgenza persino maggiore rispetto a titoli più blasonati.

Si sfreccia!

- Soprattutto le fasi su quattro ruote funzionano al meglio, poiché il modello di guida è molto comodo e divertente. Tra derapate, salti ed incidenti sembra di essere in un episodio della famosa serie degli anni '80 Hazzard. Le piccole cittadine che compongono il mondo di gioco riescono a dare ulteriore senso di velocità quando si sfreccia a pochi centimetri dai passanti o dagli animali nella fattoria, e l'incidente è sempre dietro l'angolo. Il sistema di guida è davvero soddisfacente, e non sfigurerebbe in un gioco incentrato interamente sulla guida. E' quasi un peccato dover passare così tanto tempo a piedi!

Odio

Il braccio incostante della legge

- American Fugitive si prende qualche libertà per quel che riguarda la gestione delle forze dell'ordine, non punendo il giocatore se guida troppo veloce o se salta un rosso, né tantomeno se abbatte mezzo parco con la propria macchina. Fare incidenti solitamente porta ad essere ricercati, ma ci sono delle bizzarre eccezioni, come quando si abbatte un veicolo usando un traino. Talvolta inoltre, con un apparente sesto senso, i poliziotti rilevano la presenza di un veicolo rubato oppure se ci troviamo in una proprietà privata, e pressoché ogni scasso viene automaticamente segnalato alla polizia, anche qualora non ci sia nessuno nel raggio di cento metri. E solitamente basta mettere poca distanza tra sé e le pattuglie per far perdere le proprie tracce in tempo record, al limite un cambio di vestiti ed è come se non fosse successo nulla - anche questa gestione è però incostante, con risultati a volte imprevisti.

Furti con scasso ma senza spasso

- Già nella primissima missione del gioco si deve entrare in una casa, e qui diventa evidente che gli sviluppatori hanno dovuto prendere qualche scorciatoia poiché gli edifici non vengono davvero esplorati in 3D, ma si affronta una specie di minigioco dove l'esplorazione di ogni stanza fa passare un tot di secondi e può regalare oggetti da raccogliere, ma anche far saltare fuori abitanti o commessi spaventati da neutralizzare. E' una variante sul gameplay che aggiunge una sensazione di urgenza alle proprie azioni, ma già dopo poche volte diventa piuttosto noiosa, soprattutto visto che l'arrivo imminente della polizia porta solitamente a riuscire ad esplorare una, massimo due stanze.

Sparatorie non molto riuscite

- Per via della visuale dall'alto, American Fugitive gestisce i combattimenti come un twin stick shooter, con l'analogico sinistro dedicato al movimento ed il destro per mirare a 360 gradi, con un sistema di aggancio dei nemici quando il mirino gli si avvicina sufficientemente. Purtroppo però questo sistema è risultato un po' macchinoso e impreciso, con un fastidioso ritardo nella mira che rende le sparatorie molto meno divertenti di quanto dovrebbero essere, e che mi ha portato nel corso dell'avventura a cercare di eliminare gli avversari con stratagemmi alternativi come l'esplosione di veicoli.

Visuale problematica alla guida

- Anche l'ottimo modello di guida non è esente da difetti, e in questo caso si tratta della visuale abbastanza ravvicinata che ci offre un campo visivo troppo ridotto, così da far comparire ostacoli imprevisti all'ultimo momento soprattutto quando andiamo molto veloci. Questo rischia di coinvolgerci in incidenti che ci fanno perdere tempo o addirittura l'intera missione. E' un problema che diventa particolarmente evidente nelle gare a tempo, dove l'imprevedibilità del traffico e l'impossibilità di anticipare ciò che si trova fuori dallo schermo porta a qualche frustrazione di troppo a chi punta a tutte le medaglie d'oro.

Tiriamo le somme

American Fugitive è una buona trasposizione in chiave moderna della formula dei vecchi GTA, con tanta azione criminale con visuale dall'alto, ma stavolta con una buona grafica 3D. Gli inseguimenti ad alta velocità sono davvero spassosi e la totale libertà offerta propone tante opzioni al giocatore, quasi tutte ad alto tasso adrenalinico. Il gameplay sicuramente presenta qualche lato decisamente debole, in primis i furti e le sparatorie, in più manca anche la localizzazione italiana; nel complesso però si tratta di un valido action game vecchio stile, come se ne trovano ben pochi sul mercato e che sicuramente merita di essere giocato da chi ha passato ore ed ore sui primissimi Grand Theft Auto.
7.2

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L'autore

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Prima di saper scrivere a mano, sapeva già immettere i comandi DOS per avviare Doom, ma dopo una lunga vita al PC, il mondo di Halo lo avvicina alle console Microsoft. Non si nega i classici giochi tripla-A, specialmente gli FPS competitivi, ma passa la maggior parte del tempo a scovare gemme nascoste, dagli indie insoliti ai folli shmup giapponesi.

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Commenti

i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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