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Mirror's Edge Catalyst - provato all'E3

Una delle rivelazioni più attese di EA all'E3 era Mirror's Edge Catalyst: oltre alla dimostrazione svolta nel corso della propria conferenza, a Los Angeles l'editore ci ha permesso anche di provare con mano il gioco: eccovi il resoconto della nostra esperienza.
Mirror’s Edge è uno di quei giochi usciti dal nulla ma che ha saputo istantaneamente guadagnarsi i cuori di moltissimi giocatori in tutto il mondo. Un titolo particolare, che fa del parkour in prima persona il punto cardine dell’esperienza di gioco. La protagonista, Faith, si muove agile per una grande città di vetro e cemento contando su agilità e grande forza fisica. L’annuncio dell’arrivo del nuovo Mirror's Edge Catalyst da parte di EA ha fatto felici moltissime persone, tra cui il sottoscritto: non vedevo quindi l'ora di provarlo all'E3, dov'era presente in forma giocabile.

La storia di Mirror's Edge Catalyst inizia con un evento traumatico che sconvolge la vita di una giovane Faith: la narrazione salta poi a molti anni dopo, quando la protagonista è oramai divenuta una runner, una sorta di corriere che vive al di fuori delle regole, e decide di fare qualcosa per cambiare la città oramai caduta in mano alle corporazioni private. Nel nuovo Mirror’s Edge ci opporremo allo strapotere della corporation in mano al perfido Gabriel Kruger, un CEO senza scrupoli, ma non saremo i soli a combattere sui tetti dal momento che in città due fazioni si scontrano: i runner e un gruppo di terroristi. I primi sono inizialmente tollerati da Kruger che si serve di loro come corrieri, ma ben presto la situazione si farà complicata.

La demo dell’E3 offriva una minima parte della città che sarà esplorabile liberamente nel gioco completo. Si inizia con l'uscita di Faith da una prigione e il successivo incontro per strada con un runner di nome Icarus, che insiste affinché ci mettiamo subito in contatto con un tale di nome Noah. Una volta liberati dal giogo elettronico che ci è stato imposto, possiamo subito iniziare a correre sui tetti. Mirror's Edge Catalyst, lo ricordiamo, è un gioco che si svolge interamente in luoghi inaccessibili ai comuni mortali quali tetti, impalcature e cornicioni. Nei panni di Faith ho potuto quindi subito rientrare in quella forma mentis da arrampicatrice freestyle che tanto avevo imparato ad apprezzare nel primo gioco: il gameplay è semplicissimo e si basa sulla pressione del dorsale sinistro per effettuare movimenti verso l’alto e il grilletto sinitro per farli verso il basso. La pressione del bumper insomma farà arrampicare, correre sui muri e saltare la donna, mentre il trigger la farà scivolare a terra. Queste azioni vanno sempre fatte restando in movimento, al fine di guadagnare più inerzia possibile così da muoverci più velocemente e saltando più lontano. In effetti Mirror's Edge Catalyst è tutto incentrato sulla fluidità dei movimenti, che devono essere il più possibile veloci e ininterrotti. Durante gli incontri coi nemici questo fatto diventa ancora più importante visto che, a differenza del primo gioco, non avremo mai delle armi a disposizione ma solo eleganti e aggraziati calcioni e pugni. Ci vuole comunque del tempo per impratichirsi, e non posso in tutta coscienza affermare d’esserci riuscito nei 13 minuti che avevo a disposizione.

MX Video - Mirror's Edge Catalyst

Per quanto riguarda la demo in sé avevo tre attività da svolgere dopo aver raggiunto determinate zone muovendomi liberamente per la città (il free roaming è un’altra novità di Catalyst): corsa, hacking e consegna. La prima era piuttosto semplice visto che richiedeva di seguire un percorso, segnato nel caratteristico rosso che ben conosciamo, per andare da un punto A ad un punto B nel minor tempo possibile. L’hacking richiedeva invece di raggiungere un cartellone pubblicitario situato in un punto poco accessibile, per modificarne l’aspetto e dimostrare il nostro dominio della zona. Per finire, nella consegna bisognava raccogliere un messaggio, attraversare una zona con dei nemici, liquidarli a calci e pugni (altra novità del gioco è l'impossibilità di usare armi da fuoco) e consegnare la missiva. Il sistema di combattimento sembra interessante ma ho potuto usarlo per pochissimo tempo, neanche 30 secondi, e non posso davvero valutarlo con precisione. Mi è apparso più fluido e semplice rispetto al primo Mirror’s Edge. Faith è estremamente forte se riesce ad accumulare abbastanza rincorsa, e i nemici armati di mitra non la spaventano di certo. E' da vedere se DICE deciderà di inserire combattimenti "forzati" o se, come nell’originale, potremo spesso scegliere di schivare le pallottole ed evitare lo scontro.

La demo provata era purtroppo molto breve e la porzione di città esplorabile davvero molto piccola. Ciò che ho visto mi ha soddisfatto, ma lascia più domande aperte che certezze visto che il titolo si trova ancora ad uno stato davvero molto acerbo a livello contenutistico. Bella la grafica, funzionale e soddisfacente il parkour e apprezzabile il sistema di combattimento. Ora bisogna solo aspettare di vedere cos’ha in serbo per noi DICE nella versione completa.

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