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Condemned 2: Bloodshot
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Recensione - Condemned 2: BloodshotXbox 360Game

Uscito al lancio di Xbox 360, Condemned: Criminal Origins sorprese tutti gli appassionati offrendoci una esperienza davvero terrificante, capace di farci sobbalzare improvvisamente come solo i migliori horror/thriller sanno fare, e proponendoci un innovativo gameplay basato principalmente sull'investigazione ed i combattimenti corpo a corpo. Sono quindi molte le aspettative con cui abbiamo affrontato il nuovo Condemned: Bloodshot: vediamo insieme se siano state tutte soddisfatte.


La storia inquietante che Condemned: Bloodshot ci propone, è nata dalle menti geniali (o deviate?) dei programmatori di Monolith, gli stessi autori, nel 2005, del superlativo Condemned: Criminal Origins. Forti di questa esperienza, gli autori hanno cercato di realizzare un sequel capace di farci provare ogni emozione del protagonista, grazie ancora una volta all'uso della visuale in prima persona. Prima di entrare nel vivo della recensione è d’obbligo una precisazione, utile soprattutto a chi non conosce il primo titolo: qui non abbiamo a che fare con comune FPS “corri e spara” e, tranne che per la visuale in prima persona, si discosta profondamente dalle meccaniche tipiche del genere, arrivando ad assumere una personalità propria molto forte. Quello con cui abbiamo a che fare è praticamente un action-adventure con visuale in prima persona, con preponderanza di combattimenti corpo a corpo ed ovviamente elementi di sparatutto, il tutto caratterizzato da una forte componente horror/thriller.

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L'incubo di Ethan Thomas
Visto il successo del primo episodio della serie, Monolith ha pensato bene di non discostarsi troppo dalle meccaniche originali, enfatizzandone i lati positivi; la storia di questo sequel è però ancor più appassionante e coinvolgente, raccontata grazie ad un supporto audio-visivo esemplare e pregevole, con una grande atmosfera e combattimenti dannatamente sanguinosi. Per capire il tipo di atmosfere offerte dal gioco basta osservare la sequenza introduttiva che, seppur breve, è capace di proiettarci in un clima di forte intensità emotiva, anche superiore alle aspettative. Condemned 2: Bloodshot pone molta attenzione sulla narrazione e sui vari retroscena della storia, riuscendo a coinvolgerci fin dal principio nell'incubo che imporvvisamente investe Ethan, il protagonista, e scavando nei meandri delle terrificanti ambientazioni vediamo pian piano comporsi un racconto decisamente ben caratterizzato.

Nel gioco impersoniamo l'ex investigatore speciale Ethan Thomas che, alla ricerca di un suo carissimo amico, e con l’aiuto di alcuni suoi colleghi, dovrà usare tutta la sua astuzia e le sue forze per sopravvivere alla follia di una macabra cittadina. La storia ci vedrà indagare su una serie di efferate vicende, entrando in una dimensione di terrore fatta di corridoi angusti e sporchi di sangue, rumori di passi e strani suoni, capace di farci balzare sulla sedia dalla paura. Inquietanti avvenimenti si susseguono all’interno di atmosfere cupe in cui l’orrore e la tensione si celano dietro il “non visibile”, nel costante timore di affrontare improvvisamente nuovi personaggi psicopatici violenti. Insomma, gli sviluppatori hanno impostato tutta l'atmosfera del gioco su un orrore più psicologico e meno immediato. Non vogliamo approfondire la storia per permettervi di goderla appieno quando lo giocherete, ma il filo narrativo diventa sempre più avvincente, tenendovi in uno stato di costante ansia ed attenzione.


La dura lotta per la sopravvivenza
Non saranno pochi i pericoli che ci attenderanno in tutti gli ambienti di gioco: per le strade i nemici si aggirano quasi sempre in compagnia e collaboreranno per ucciderci, a volte addirittura rompendo le luci per tenderci imboscate nell'oscurità. Come nel primo episodio della serie, per affrontare i nemici utilizzeremo principalmente armi recuperabili negli ambienti di gioco, come martelli, bidoni della spazzatura, spranghe di ferro, assi di legno, assi chiodate, stampelle e cavi elettrici. Ci sarà concesso portare soltanto un’arma per volta, quindi ci troveremo spesso a dover prendere decisioni difficili sul quale potrà rivelarsi più utile. Riusciremo poi a mettere le mani anche su delle armi da fuoco per usarle come in un classico FPS: pistole, fucili a pompa e fucili d’assalto saranno utilissimi nelle situazioni più disperate, ma la costante scarsità di munizioni ci obbliga ad usarle con parsimonia ed estrema oculatezza.

Generalmente tutte le armi hanno una loro durata, perchè usandole più volte si usureranno diventando inservibili: per ogni arma appaiono in basso a destra dello schermo i parametri danno, velocità, portata, condizione, che possiamo usare per constatarne l’efficienza e il livello di usura. Vi assicuriamo che rimanere a mani nude sarà una situazione alquanto incresciosa, ma in extremis sarà anche possibile usare una mossa speciale per sottrerre le armi dalle mani dei nemici che fronteggiamo. Durante gli scontri con i nemici avremo poi l’abilità di poter moltiplicare i danni inflitti dalla nostra arma con delle combo che appariranno a schermo come delle sequenze di tasti da premere in successione.

Nonostante i programmatori abbiano dotato il sistema di combattimento di una profondità maggiore rispetto allo scorso capitolo, questi non costituiscono comunque la parte preponderante del gioco, in quanto passeremo più tempo nell’esplorazione dell’ambiente per scoprire indizi sempre più sconcertanti da essere poi spediti alla nostra aiutante Rosa, un agente della polizia scientifica e tecnico di laboratorio, con la quale riusciremo a colloquiare a distanza tramite un palmare. Oltre a questo strumento, avremo altri meccanismi di sopravvivenza: un GPS utile per non perderci, un rilevatore spettrometrico per individuare tracce di gas o insoliti rumori, un rilevatore a luci U.V. usato per illuminare le impronte digitali o il sangue, una macchina fotografica per immortalare indizi importanti da portare in laboratorio, ed infine ma estremamente basilare, la fedele torcia utilissima per gli ambienti bui. L’insieme di tutti questi elementi, ed il modo in cui essi si avvicendano, tengono il giocatore incollato al pad creando una paurosa dipendenza fino alla sequenza conclusiva di questo eccentrico, violento videogioco.

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Discesa nei meandri della tecnica
L'immersione nel gioco è favorita ulteriormente da un’esperienza priva d’interruzioni: una volta che avremo iniziato a giocare non noteremo infatti alcuna pausa di caricamento, anche quando si passa tra ambientazioni molto diverse tra loro. I personaggi si muovono fluidamente con animazioni ben legate tra loro ed anche il framerate non presenta incertezze, a dimostrazione che ci troviamo di fronte ad un titolo dall'indubbio spessore tecnico. Ottimo anche il feeling con il gameplay: dal punto di vista dei controlli, chi ha già giocato il primo episodio si troverà assolutamente a suo agio perché è semplicemente una sua evoluzione, e basteranno pochi minuti per padroneggiare al meglio il protagonista in tutti i suoi movimenti. Il gioco ci richiede di avere il giusto tempismo in tutte le azioni: attendere i momenti opportuni per una corsa, per un movimento più tranquillo, per un contrattacco o per una parata, o dulcis in fundo per mosse molto violente come afferrare la testa del nemico ed infilarla in un televisore, nel fuoco, o in ogni parte dove sarà raffigurata un’icona a forma di teschio.

Non manca qualche difetto, come ad esempio un’eccessiva ripetività dei combattimenti e morti troppo frequenti per via di nemici che sbucano all'improvviso senza darci il tempo di difenderci. Ma se vogliamo fare proprio i pignoli, altro neo lo abbiamo riscontrato nella fisica di alcuni oggetti, che danno una sensazione di fastidiosa leggerezza: vedere Ethan dare un pugno ad un bidone della spazzatura facendolo volare un centinaio di metri più avanti ci ha lasciato un po’ perplessi, ma tutto sommato, affascinati dal contesto, la cosa non ci ha disturbati più di tanto. Difetti come questi non hanno comunqu inciso sul grande impatto emotivo che il titolo sa concedere in tutta la sua crudeltà, rendendolo un gioco unico nel suo genere e sorprendente per molti motivi.

Anche l’intelligenza dei nemici è ottima, si comportano tutti in maniera imprevedibile e soprattutto intelligente, esponendosi ai nostri colpi e alle nostre reazioni, ma scappando e cercando riparo se si sentono in pericolo. Ennesima innovazione la troviamo nel design dei livelli, veramente azzeccato e splendido: i ragazzi di Monolith si sono impegnati nell’obbiettivo di offrire una maggiore varietà di situazioni ed ambientazioni rispetto al titolo precedente, dandoci nel contempo una maggiore libertà d’azione per accontentare coloro che accusarono il primo titolo di eccessiva linearità.

In determinate location si raggiungono picchi visuali veramente lodevoli: ci è capitato ad un certo punto del gioco di osservare un effetto sfocatura con cui è resa l’effimeratezza di questo mondo che aveva davvero dello strabiliante, le sfumature, gli effetti luce che fievolmente creano il mistero, riescono nell’intento di farci vivere in prima persona questa avventura staccandoci dalla realtà che ci circonda: da provare e da vivere. Un altro aspetto che ci ha singolarmente affascinati è l’incredibile profondità del campo visivo, con assenza totale di effetti pop-up e un rendering stabile: vedere maestosi edifici e palazzi altissimi in questa città lugubre, con strade lunghissime piene di dettagli senza alcun effetto di nebbia, muri pieni di poster, insegne e targhette perfettamente leggibili, è una gioia per gli occhi. L’immagine risulta sempre pulita e solida con case, vie, piccole piazze, ospedali abbandonati sporchi, sudici e espressi dai designers con bravura encomiabile. E anche se non di è fatto un uso smodato di poligoni, ogni texture è immancabilmente ben realizzata ed estremamente realistica.

Il sonoro presenta musiche mai invasive, nonostante lo stile Hard Rock, e sempre adeguate all’ambientazione; vi consigliamo di godervi il gioco con un impianto 5.1 perché, credeteci, raggiungerete il picco delle emozioni. Il piacere che si prova ad assaporare all’inizio una piccola paura che, con l’incalzare della musica e degli effetti, si tramuta in profondo terrore, per le voci di sottofondo, per i rumori di spranghe di metallo violentemente sbattute sulle inferriate, sedie a rotelle che cigolanti scorrono spinte da chissà chi o cosa, è angoscia indescrivibile. Molto buoni anche gli effetti sonori quali i rumori dei passi sulle diverse superfici calpestate e i suoni prodotti dai vari gadget usati da Ethan; inoltre si nota la grande attenzione dei programmatori nei confronti di tutto il parlato del gioco, purtroppo non doppiato in italiano ma ottimamente tradotto con testo a schermo.

In generale, dunque, anche il comparto tecnico contribuisce in maniera sostanziale alla creazione di un'atmosfera tipica da film horror, che a conti fatti rappresenta il punto forte di tutto il gioco.


Il terrore striscia sul Live
Cosa sarebbe oggi un titolo per Xbox 360 senza il supporto multyplayer? Condemned 2: Bloodshot non fa assolutamente eccezione tanto in locale quanto online, anche se a tale aspetto non è stata data dai programmatari un’adeguata attenzione e cura. Avremo a disposizione le classiche opzioni per organizzare o partecipare ad una partita classificata o libera, o selezionare l’opzione multiconsole per giocare una partita locale. Le modalità presenti sono Scena del crimine, Corsa dei barboni, Partita mortale ed infine Partita mortale a squadre; per ogni partita online si potrà scegliere la mappa, il numero massimo di partecipanti, la durata massima della partita ed altre opzioni. Le premesse per un ottimo supporto su Xbox Live c’erano, ma purtroppo il tutto è rovinato da un lag presente quasi sempre, e la monotonia di tutte le modalità che si riducono sempre in un fuggi fuggi con rissa finale.

E' un peccato che Monolith non abbia posto in questa modalità tanto impegno quanto ne ha messo in quella in singolo: con circa quattordici ore per terminare la storia, sarebbe stato bello avere un motivo aggiuntivo per trattenere il DVD nella console.

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Conclusione
Condemned 2: Bloodshot è titolo da acquistare ad occhi chiusi per gli amanti dell'orrore e della tensione: la trama è ottima, profonda ed avvincente, e gli sviluppatori sono riusciti a trovare in essa un perfetto equilibrio tra immediatezza di azione e susseguirsi della storia. Il titolo presenta tanti punti di forza, tra cui un'elevata varietà di situazioni e un’immedesimazione pressoché totale, ottenuta grazie all’ottimo uso della visuale in prima persona. Ci sentiamo di esprime che l’elevata qualità del gioco in singolo riesce facilmente a far perdonare un comparto online non all’altezza: anche se purtroppo nel voto finale dobbiamo tener conto di questo aspetto, un gioco in singolo qualitativamente eccellente merita sempre l’acquisto. La difficoltà, in linea di massima, si adatta a tutti; in sintesi è un’esperienza da vivere, di qualità, intensa ed appagante. L’acquisto è consigliatissimo a patto però di avere uno stomaco forte, e sappiate alla fine distinguere, però, la realtà dalla fantasia.
8.8

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L'autore

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Appassionata da sempre di videogiochi e modellismo, nel 2007 entra a far parte dello staff di MX iniziando a scrivere news e articoli in maniera sempre più entusiasta. Divide questa passione con l'amore per la musica e per la sua famiglia, gattina inclusa.

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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