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Alone in the Dark (2008)
copertina

Alone in the Dark - Eyes-on

Dopo averci mostrato numerose immagini ed averci stuzzicato con interessanti filmati, Atari ci ha invitato a visionare in anteprima l'attesissimo Alone in the Dark: eccovi le nostre prime impressioni sul gioco, unitamente ad una intervista alla produttrice del gioco, Nour Polloni di Eden Games.

Alone in the Dark - Eyes-on

La storia di Alone in the Dark durerà - a livello di plot - una intera notte: una notte durante la quale New York è stata devastata da una piaga sconosciuta che si manifesta come una scia che si distrugge tutto quello che incontra. Il protagonista si sveglierà all’interno di una stanza d’albergo dallo stile molto retrò, dove due uomini stanno avendo una discussione su quanto sta accadendo a New York, additandolo come unica soluzione per evitare che tutto venga distrutto. Il nostro personaggio, che sembrerebbe essere la chiave per risolvere quello che sta accadendo a New York, si chiama Edward Carnby: è il nome del protagonista degli altri AitD, ma dato che quelli erano ambientati negli anni ’20 e questo ai giorni nostri, si tratta di una "rivisitazione" in chiave moderna del personaggio.

Fin dalle prime scene è evidente l'alto tasso adrenalinico del titolo, infatti ci troveremo a dover fuggire da un palazzo in fiamme che mano a mano inizia a cedere, compiendo acrobazie degne dei migliori stuntman di Hollywood. Come forse saprete, la serie di AitD ha praticamente inventato il genere survival horror, tuttavia ancora una volta sembra che gli sviluppatori vogliano settare nuovi standard all’interno del genere, a partite dalla struttura vera e propria del gioco. Il titolo ha una impostazione di stampo cinematografico, e questo si traduce nell’utilizzo di alcuni espedienti tipici del settore televisivo per rendere più coinvolgente la storia; la trama sarà suddivisa in 8 capitoli, all’interno dei quali saranno creati a loro volta 6 o 7 checkpoint nei punti più importanti della trama. La cosa sicuramente più interessante è che il tutto non sarà obbligatoriamente giocabile per arrivare alla fine: come nei più importanti serial televisivi, all’inizio di ogni capitolo verrà fatto il riassunto di quelli precedenti con tanto di scritta “previously in Alone in the Dark..”. In questo modo, proprio come in un DVD, ogni giocatore potrà scegliere da quale capitolo partite senza timore di perdersi qualche parte fondamentale della trama. Bisogna però precisare che in ogni caso bisognerà completare comunque determinati sottocapitoli per poter accedere al finale.

Altra caratteristica importante del titolo è la totale assenza di menu (eccezion fatta per quello della scelta del capitolo) o barre di stato o della salute. Tutto verrà gestito all'interno del mondo di gioco: il nostro inventario consisterà nel nostro impermeabile, tutto quello che raccoglieremo verrà inserito in apposite tasche, e in ogni momento potremo aprirlo per “consultarlo”. Tutto quello che raccoglieremo sarà combinabile, potremo costruire così bombe carta, molotov e altri gingilli artigianali per proteggere la nostra pellaccia da tutti i nemici che incontreremo.

Anche la fisica svolge un ruolo molto importante all’interno del titolo, a partire dalla parte che ci ha lasciato letteralmente sbalorditi: il fuoco. La stessa produttrice del gioco, Nour Polloni, ci ha raccontato che questo è stato l’elemento su cui gli sviluppatori si sono soffermati di più nella realizzazione, e credeteci, vederlo in movimento è una vera gioia per gli occhi: come nella realtà la propagazione delle fiamme procederà in base ai tipi di oggetti che entreranno a contatto con il fuoco, quindi se esiteremo troppo in una stanza ci sarà il rischio che il nostro personaggio possa rimanere intrappolato dalle fiamme, ovviamente potremo anche sfruttarle a nostro favore per tentare di intrappolare o carbonizzare qualche malintenzionato.

Graficamente il titolo si attesta su livelli estremamente alti: dai personaggi all’ambiente le textures sono di ottima fattura. Ci è stato spiegato che per supportare scene di grande intensità cinematografica, ci voleva un impianto grafico che potesse rendere vivo ogni dettaglio senza sminuire l’azione, e l'obiettivo ci sembra ampiamente raggiunto, con un Central Park vivo, con nebbia e vegetazione estremamente reali. Ma quello che vi stupirà maggiormente è la cura nei dettagli: nei primi piani del protagonista noterete persino le rughe e le imperfezioni della pelle. C’è poco da dire, è sicuramente uno dei migliori comparti grafici che si siano visti in un gioco per Xbox 360.

Classificare Alone in the Dark all'interno di un genere preciso è veramente difficile, questo perché nel corso della storia incontreremo elementi tipici di più generi, una scelta che è stata fatta proprio per esaltare determinate situazioni di gioco. Per la maggior parte del gioco la visuale sarà in terza persona, ad eccezione di quando useremo un'arma, quando potremo scegliere tra la prima o la terza persona. Ci saranno anche dei momenti in cui, durante le cene di intermezzo, vivremo l’azione in prima persona: questo – ci viene spiegato – serve per immedesimarci ancor più nel personaggio, guardando solo quello che i suoi occhi possono vedere. Durante il gioco potremo esplorare Central Park in lungo e in largo in pieno stile free roaming, e avremo obbiettivi anche secondari che ci permetteranno di allungare la longevità del gioco.

Insomma, alla fine di questa presentazione non possiamo che dirci soddisfati del lavoro svolto per questo ultimo capitolo di Alone in the Dark, anche se di parti da limare ce ne sono ancora diverse, a partire dall’IA che ci è sembrata sicuramente la parte meno sviluppata dell’intero progetto. Speriamo che l'ultimo posticipo al 20 di giugno serva per sistemare questi piccoli difetti, così da ottenere un vero must-have per i possessori della console di casa Microsoft.

Prima di lasciarvi, vi proponiamo una breve intervista che abbiamo avuto con Nour Polloni, produttrice del gioco.

Intervista a Nour Polloni

MX: Per prima cosa grazie per il tuo tempo. Partiamo da un classico: come è stato lavorare contemporaneamente su Xbox 360 e PS3? Avete avuto problemi durante la realizzazione?
Nour Polloni: Diciamo di no (ride). Lavorare sulla 360 è stato relativamente facile, è una macchina che si avvicina molto al mondo del PC e quindi di conseguenza è più facile e veloce da programmare. Con PS3 non abbiamo avuto molti problemi, ma essendo molto più complessa da programmare ci ha portato via molto più tempo.


MX: L’idea degli episodi è sicuramente molto interessante: come siete arrivati a questa scelta?
Nour Polloni: Quello che volevamo evitare con questo Alone in the Dark era che i giocatori meno esperti fossero penalizzati rispetto gli altri. Molto spesso i casual gamer non finisco un gioco perché si bloccano, subentra la frustrazione e il gioco viene accantonato, ma con questo sistema noi diamo la possibilità, a chi vuole, di poter saltare una parte difficile senza dover rinunciare a conoscere la trama grazie ai recap che ci sono all’inizio di ogni capitolo.


MX: Quando ci vorrà per concludere il gioco?
Nour Polloni: Abbiamo calcolato che seguendo solo la trama principale, quindi evitando tutte le missioni secondarie e la possibilità di girovagare per Central Park, direi che ci attestiamo sulle 10 ore.


MX: Una delle feature più interessanti è sicuramente quella di poter combinare gli oggetti tra loro. Quanti saranno realmente gli oggetti da poter combinare?
Nour Polloni: Ci sono 30 tipi diversi di combinazioni tra i vari oggetti, escludendo ovviamente quelle con tutti i fattori esterni che compongono la “scenografia”.


MX: Sfrutterete in qualche modo le potenzialità di Xbox Live?
Nour Polloni: Attualmente non ci abbiamo pensato, tuttavia data la natura del titolo è possibile che in futuro ci sia la possibilità di scaricare episodi aggiuntivi che completino o aggiungano elementi alla trama.


MX: Grazie ancora per il tuo tempo Nour!
Nour Polloni: Grazie a voi!

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