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Watch Dogs: Legion
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Watch Dogs Legion - provato all'E3

Con Watch Dogs: Legion Ubisoft vuole stravolgere le regole della famosa serie open world, eliminando dalla formula un protagonista ben definito ma facendoci controllare, appunto, una "legione" di cittadini che volontariamente si prestano alla causa del DedSec. All'E3 abbiamo potuto provarlo in una lunga sessione di 45 minuti: ecco cosa ne pensiamo.
Arrivati al nostro appuntamento con Watch Dogs: Legion presso lo stand Ubisoft all'E3 non eravamo ben sicuri di cosa aspettarci da questo terzo capitolo della serie: senza un protagonista come faremo a portare avanti un gioco single player? Una domanda alla quale Clint Hocking, Creative Director di Ubisoft Toronto, ha voluto rispondere in un breve briefing prima della demo vera e propria. In Watch Dogs: Legion ogni cittadino può diventare un personaggio controllato dal giocatore. Nella Londra di un non molto distante futuro ritratta dal gioco, in cui la tecnologia permea ancora di più la società e in cui le ingiustizie sono all’ordine del giorno, ogni persona è potenzialmente un ribelle. Il DedSec, il gruppo di hacktivists dei primi due Watch Dogs, è oramai diventato molto di più. Si tratta di un movimento globale per i diritti civili, per la libertà e per rendere le persone malvagie responsabili dei loro atti. In una società in cui la sicurezza è stata privatizzata e in cui le aziende di sicurezza non devono rispondere alla politica e al popolo, c’è un gran bisogno di mettere le cose a posto. Anche perché in questo nuovo regime ipertecnologico le persone scompaiono misteriosamente, mentre IA e automazione hanno soppiantato gli esseri umani in quasi ogni aspetto, lasciando moltissime persone senza un reddito fisso. Nonostante il riconoscimento facciale, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, le persone sono meno al sicuro di quanto non fossero prima.

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Ogni personaggio che incontriamo può diventare uno dei nostri agenti sul campo. Ubisoft ha creato centinaia di persone, tutte dotate di una propria backstory, relazioni con altri personaggi, abilità, specificità e, cosa ancora più importante, un’opinione sul DedSec. Alcuni supportano gli attivisti, altri li odiano, certi sono più ambivalenti. La cosa importante, ci è stata spiegata, è che ogni persona è in un certo senso vera, perché se vogliamo possiamo metterci a pedinare chiunque e lo vedremo andare al lavoro, a casa, ad incontrare gli amici e così via. La nostra demo si è quindi aperta con uno dei nostri personaggi, una vecchietta, in cerca di un nuovo operativo da reclutare. Abbiamo speso qualche minuto nei pressi di un pub ad usare il Profiler, un sistema che ci dà informazioni generiche sulle persone attorno a noi. Abbiamo visto persone in grado di usare armi o più a loro agio con il combattimento corpo a corpo ma anche persone con le abilità più disparate.

MX Video - Watch Dogs: Legion

I due dati più importanti mentre profiliamo le persone però sono eventuali bonus e malus (abilità arma, vantaggio al combattimento mentre si è ubriachi, +15% accuratezza con la pistola e così via - ci sono davvero moltissimi perks). L’altro dato importante è la loro opinione sul DedSec. Per reclutare un agente dobbiamo prima convincerlo a passare dalla nostra parte. Nel caso della persona che abbiamo deciso di reclutare, un uomo piuttosto abile con le armi da fuoco che aveva già un’opinione positiva sul nostro gruppo di resistenza, avevamo due opzioni per migliorare ancora di più la sua affinità. Abbiamo scelto di aiutare la sorella, nei guai con la polizia, per tentare di convincerlo. Il profiler ci mostra allora dove sarà l’uomo durante le successive 24 ore e con chi interagirà, in modo da poterlo raggiungere. La missione si genera in modo automatico. Scopriamo in quale stazione di polizia si trovano le informazioni compromettenti e ci mettiamo in marcia.

Giungiamo in breve all’edificio, passando dall’operativo vecchietta ad una ragazza decisamente più giovane ed in forma. Gli approcci per prendere i dati possono essere i più disparati ma scegliamo di agire in modo silenzioso. Un rapido hacking sul sistema di telecamere interne della stazione di polizia ci rivela che i dati sono contenuti in un terminale al secondo piano e che la sicurezza, che inizialmente ci pareva strettissima, in realtà può essere facilmente aggirata. Entriamo da una porta laterale e, con cautela, arriviamo al secondo piano, mettendo fuori combattimento un poliziotto agguantandolo alle spalle. Messi i dati al sicuro, non ci resta che andare a trovare l’uomo che stiamo cercando di reclutare e fargli sapere che il problema della sorella è sistemato. Dal momento che la sua opinione sul DedSec era già piuttosto positiva in partenza, possiamo reclutarlo direttamente. Se invece il suo livello iniziale di convinzione fosse stato più basso avremmo dovuto lavorare molto di più per convincerlo che la nostra causa è quella giusta. Ubisoft ha insistito molto sul fatto che possiamo davvero reclutare chiunque, basta volerlo e mettercisi d’impegno.

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Una volta che aggiungiamo un nuovo agente al nostro team dobbiamo scegliere quale classe assegnargli: Encforcer (il combattente con abilità quali granate shock, munizioni esplosive, armi pesanti e via dicendo), Infiltrator (stealth, mimetizzazione AR, scudi AR – in pratica è in grado di hackerare il dispositivo impiantato nel nervo ottico di ogni cittadino di Londra) oppure Hacker (una classe ibrida in grado di usare lo spider bot, hackerare i droni armati, usare torrette e via dicendo). Ogni PG avrà poi le sue statistiche e andrà livellato singolarmente nella direzione che vogliamo. Esiste anche la morte definitiva. Se cadiamo in combattimento abbiamo due scelte: resistere e continuare a combattere - col rischio di morire in modo definitivo e perdere quell’agente, oppure arrenderci. Se ci arrendiamo finiremo in galera e non potremo più giocare con quel personaggio, almeno finché non andremo a liberarlo usando un altro dei nostri agenti. Tuttavia, se ci arrendiamo la missione in corso fallirà, quindi dovremo sempre fare una scelta tra una sconfitta sicura e la possibilità di poter continuare e vincere.

Armati del nostro nuovo operativo, ci lanciamo in una nuova missione delle oltre 60 disponibili nel gioco finale, divise per 5 storyline diverse. Dobbiamo andare a cercare degli uomini a Camden Town ed eliminarli. Uno sguardo veloce alla mappa, usiamo un punto di fast travel ed eccoci in zona. L’ambiente è pesantemente controllato da guardie e droni ma per questa volta scegliamo l’approccio violento. Apriamo la porta e cominciamo a sparare all’impazzata. Ne seguono 5 minuti confusi di corse a perdifiato, ripari di fortuna e un sacco di colpi di fucile a pompa ma ne usciamo vincitori. L’approccio avrebbe però potuto essere ben diverso, magari entrano nell’area sfruttando un drone pesante per un passaggio oppure causando il caos con dei poteri da hacker. Ma il nostro personaggio era un enforcer, quindi valeva la pena dare un’occhiata al combattimento!

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La demo era quasi al termine, una rapida fuga dalla polizia ed è già ora di tirare le conclusioni. Watch Dogs: Legion rimane Watch Dogs, nonostante tutta la nuova meccanica del profiling. L’idea di avere decine di agenti tra cui scegliere è senza dubbio interessante, così come lo è l’enorme sfida tecnica affrontata da Ubisoft per rendere questa particolarità possibile. Sarà interessante vedere come affronteranno il gioco i giocatori finali! Si potrà anche giocare in cooperativa fino a 4 persone e la progressione sarà condivisa tra tutti i partecipanti alla missione. Insomma, Watch Dogs: Legion ci è parso interessante, e sicuramente più di Watch Dogs 2!

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