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Need for Speed: Payback
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Recensione - Need for Speed: PaybackXbox OneGame

Si torna in pista con i bolidi truccati e le gare illegali di EA con nitro, potenziamenti vari e livree prima illuminate dal sole e poi segnate da inseguimenti e relativi incidenti. La serie di NFS è tornata: riuscirà a mostrarci qualcosa di nuovo? Scopriamolo nella nostra recensione di Need for Speed: Payback.

Il Gioco

La serie NFS affonda le proprie radici alla fine degli anni 90/primi anni 2000, in un crescendo di competizione con la serie automobilistica Midnight Club di Rockstar. Negli anni passati la serie automobilistica di EA ha conosciuto l’impronta di diversi studi di sviluppo, soprattutto i Criterion di Burnout ma, ormai, siamo al terzo capitolo sviluppato da Ghost Games, studio anche criticato in merito alle scelte effettuate su un franchise sempre discretamente apprezzato dai giocatori. Gli sviluppatori svedesi hanno da sempre puntato la loro attenzione sul versante “tuning” del gioco, ossia su tutte quelle modifiche atte a rendere la nostra auto un vero mostro dell'asfalto, il tutto affiancato a note RPG nella gestione del nostro alter-ego.

Need for Speed: Payback parte da un trama piuttosto solida nella che vede come protagonisti i tre componenti (Tyler Morgan, Sean Mc Alister e Jessica Miller) di una banda dedita alle competizioni automobilistiche; i tre sono in fuga mettendo a segno qualche colpo ogni tanto per autofinanziarsi. In realtà la banda era formata in passato da quattro elementi, prima che una di essi, Lina Navarro (interpretata da Dominique Tipper, la Naomi della serie televisiva “The Expanse”) si rivelasse essere una traditrice dopo il furto della fuoriserie di uno degli uomini più ricchi di Fortune Valley. Lina è infatti affiliata alla Loggia, un’organizzazione criminale il cui business principale è rappresentato dalle corse clandestine che si svolgono proprio a Fortune Valley. In seguito al fatto di essere ormai un ricercato, il nostro protagonista Tyler deve giocoforza allearsi con l’uomo che voleva derubare e provare a vendicarsi, con lui, della Loggia; il tutto non può essere portato a termine se non riunendo tutti gli elementi della vecchia banda.

Dopo questo prologo obbligatorio, inizia la vera storia di Need for Speed: Payback, esattamente a 6 mesi dal tradimento di miss Navarro; per Tyler è ora il momento di rompere gli indugi e consumare la propria vendetta. A tal fine il nostro protagonista deve inserirsi nel mondo delle corse clandestine, e quale miglior modo se non quello di sedersi su uno dei primi veicoli che ci vengono messi a disposizione, una sorta di catenaccio con 4 ruote ed un motore nemmeno troppo performante, e partecipare ad una delle famigerate gare? E’ il modo migliore per mettersi in mostra, farsi ingaggiare dalla Loggia e partecipare ad una corsa truccate dall’organizzazione stessa; ma Tyler fa di più, la vince e fa perdere diversi dollari ai suoi nemici. A questo punto le carte sono scoperte e Tyler non può più giocare al gatto con il topo, ora ha bisogno dei suoi compagni, Mac e Jess i quali, fate bene attenzione, non fanno parte della coreografia ma sono parte attiva del gioco: il primo è il mago dell’ off-road e la seconda è specialista nel fuggire dagli inseguitori, soprattutto se questi sono in divisa e guidano una macchina con la sirena.

MX Video - Need for Speed: Payback

Questa premessa narrativa ci porta anche ad individuare le cinque categorie di vetture presenti nel gioco: vettura da corsa, accelerazione, derapata, fuoristrada e fuga. Nel momento in cui la banda si ricompatta, infatti, ci si avvia al vero hub di gioco che ci permette di ammirare, attraverso la mappa di Fortune Valley, le enormi possibilità, in termini di tipologia di gare, che il titolo ci offre. Le missioni principali sono strettamente legate alle dieci bande rivali da sconfiggere per arrivare al boss finale del gioco, ossia la Loggia ma, se queste sono le missioni principali, ve ne sono di diverse secondarie tutte diverse per tipologia di vetture da impiegare e regole implementate: si va da gare di velocità semplici alle sfide agli autovelox fino ad arrivare alle gare con veri e propri “catorci”, auto dal grande passato ma ridotte ai minimi termini.

Lo scopo di Need for Speed: Payback è proprio quello di spingerci ad esplorare e non solo a guidare come dei forsennati in uno scenario ampio e distruttibile: La storia principale può essere completata in 20 ore circa, ma le attività collaterali ed il multiplayer in cooperativa fino ad 8 giocatori aumentano di gran lunga la longevità del titolo EA.

Ricordiamoci poi che Need for Speed: Payback è un gioco per il quale vale il motto “Correre e Vincere” nel senso che solo guadagnando denaro è possibile davvero progredire nel mondo delle corse clandestine. Tutto questo passa anche scommettendo i propri soldi per poter moltiplicare i guadagni ed acquistare nuove auto. Il tuning è completo anche dal punto di vista estetico, e vi assicuro che potrete davvero disegnare la vettura dei vostri sogni passando sempre il raggiungimento di determinati obiettivi nel corso delle diverse gare.

Dopo aver parlato dei numeri del gioco, veniamo però al fulcro della questione: come si guida all’interno del mondo di Need for Speed: Payback? Il modello di guida ed il motore di gioco fanno la loro parte? Ghost Games, da questo punto di vista, non ha mai voluto tagliare del tutto i ponti con il passato (gran parte degli sviluppatori vengono da Criterion) e lo stile arcade nella gestione delle derapate e degli impatti (siano essi contro strutture dell’ambiente che altri veicoli) ne sono testimonianza diretta; allo stesso tempo, però, ci sono delle note simulative come può essere testimoniato dal fatto che ogni auto possiede il suo peculiare comportamento.
E’ possibile aggirarsi per la mappa di gioco attraversando i diversi punti dello scenario di Fortune Valley o utilizzando una sorta di teletrasporto accedendo alla mappa di gioco e raggiungendo velocemente garage, officine, distributori e quant’altro: non vi darà troppo fastidio la polizia (la quale entra pesantemente in gioco nelle missioni di fuga) e anche il traffico vi darà fastidio in maniera discreta portandovi, magari, ad imprecare nel momento in cui farete un frontale a pochi passi dal vostro traguardo.

Graficamente il titolo è sostanzialmente apprezzabile e, come accennato nel box dedicato, probabilmente gli scenari extraurbani sono quelli che risultano meglio caratterizzati, in quanto le ambientazioni cittadine sono spesso troppo piatte e spoglie. Buona la gestione dell’alternanza giorno/notte, che però non viene adeguatamente valorizzata dall’assenza di supporto per l’HDR. Le vetture presentano un ottimo design con le meccaniche di danno ben implementate ed i 30 frame al secondo sono assolutamente stabili. Il titolo è completamente localizzato in italiano senza sbavature degne di nota. Una piccola stonatura è data, invece, dai caricamenti, a volte estenuanti, soprattutto la prima volta che si avvia il gioco.

Infine il multiplayer: sulle prime è stato complicato trovare, nelle sale d’attesa, un numero di partecipanti sufficiente per poter lanciare le sfide online. Va detto, ad onor di cronaca, che Need for Speed: Payback sembra essere stato pensato per essere principalmente un titolo single-player, e questo non è sicuramente un elemento negativo. Ad ogni modo potete scegliere di correre in gare classificate o in gare casuali i cui risultati non inficeranno il vostro ranking generale. La fluidità delle gare online è discreta ma, al momento in cui scrivo questa recensione, non c’è abbondanza di utenti online e quindi l’attesa nelle lobby può diventare fastidiosa.

Amore

Voglio il mio catorcio

- Davvero splendida questa modalità di gioco nella quale dovrete rianimare auto gloriose e dalle grandissime potenzialità, ridotte, però, in pessime condizioni. A questo punto, come in una sorta di caccia al tesoro, dovrete recuperare i componenti necessari per la rinascita del veicolo di turno disseminati per lo scenario, vedendovi impegnati nelle più assurde acrobazie coniugate ad un’attenta esplorazione dell’area di gioco come se vi trovaste in un’avventura piuttosto che in un racing game, seppur palesemente arcade.

Ma quanto è grande Fortune Valley?

- Cercando di emulare Los Angeles ed aree limitrofe, l'area di gioco di Need for Speed: Payback risulta vastissima e varia; nella maggior parte dei casi si ha a che fare con scenari urbani ma, appena si esce dai centri cittadini, ci si ritrova immersi in zone desertiche ed altre caratterizzate da catene montuose anche più belle da attraversare rispetto agli scenari urbani spesso un po' troppo spogli. Ottima la rappresentazione della natura con eccellenti elementi di contorno; gli scenari evidentemente ispirati alle montagne rocciose sono davvero ben fatti e particolarmente aderenti alla realtà.

Diversi modi di giocare

- Una delle grandi novità della serie risiede proprio nelle diverse tipologie di gare da affrontare nel corso della campagna in single-player, elemento davvero innovativo per la serie di NFS. Abbiamo le “gare di accelerazione” nelle quali dobbiamo fare un buon uso del cambio e del nitro per garantirci l’accelerazione decisiva sulla breve distanza (al meglio dei 3 o 5 round di gioco), quindi gli eventi “off-road” con salti, derapate ed una continua ricerca delle scorciatoie utili a sconfiggere i nostri avversari. Ci sono poi le “fughe” nelle quali controllerete Jess: modalità quanto mai adrenalinica nella quale dovrete andare da un punto ad un altro della città senza farvi prendere, o effettuare delle consegne eludendo il controllo della polizia.

Una partita a card?

- Come detto all’inizio della nostra recensione, i ragazzi di Ghost Games puntano da sempre sul tuning delle auto, e qui questo si ripercuote nel sistema delle cosiddette Speed Card: in poche parole, ogni vostro trionfo nelle gare sarà ricompensato con una speed card la quale vi permetterà di migliorare fino a tre caratteristiche della vostra auto (velocità finale, accelerazione, potenza e capacità della nitro, lunghezza del salto, efficacia frenante) per farla quindi salire di livello rendendola più performante anche nelle gare più complicate. Tra l’altro le Speed card offrono la possibilità di acquistare dei potenziamenti di qualità superiore a quelli che si possono ottenere visitando le officine.

Radio a palla

- La colonna sonora di Need for Speed: Payback è davvero di prima qualità, con pezzi attenti alle influenze dell’attuale periodo e tanti generi diversi presenti. Abbiamo il primo singolo del nuovo album dei Queens of the Stone Age ma anche “Daytona” di Salmo e “Ascension” dei Gorillaz. Si aggiungono, poi, brani più ricercati che vanno dal rap fino alla dance music senza mai cadere di livello: davvero complimenti ad EA per le scelte.

Odio

Un motore troppo “elastico”

- Nel momento in cui siete impegnati in gare all’ultimo respiro, diventa estremamente fastidioso l’"effetto elastico" tra le auto in gara, con perdita di credibilità per alcune rimonte; questa cosa, tra l’altro, toglie qualcosa anche all’impiego del nitro, fondamentale per recuperare posizioni quando ci si trova a gareggiare contro auto di categoria superiore alla nostra.

Perché pagare?

- Un aspetto che ha creato delle polemiche anche in questo titolo EA è quello relativo alle casse premio che consentono a chi paga in moneta reale di acquistare potenziamenti e progredire nel gioco senza per forza dover vincere delle gare; diciamo che, ovviamente, l’acquisto non è obbligatorio, ma è una tentazione forte per chi non sa aspettare e godersi i progressi di gioco visitando tutte le zone della mappa.

Un Frostbite molto “frost”

- Dal termine inglese “frost”, in diversi momenti di gioco, la grafica appare congelata e procede a scatti, inficiando la bellezza relativa alla vastità dell’area di gioco. Purtroppo Need for Speed: Payback risente troppo spesso di un fastidioso effetto pop-up che colpisce sia il panorama che le auto. In particolar modo, si vedono troppi pezzi di natura di contorno che compaiono all’improvviso sullo schermo e, altrettanto spesso, si notano elementi di carrozzeria che compaiono dal nulla: una vera pecca che speriamo possa essere modificata in futuro da qualche patch. Inoltre ho notato un aspetto troppo piatto della grafica in alcuni ambienti, con un aliasing fastidioso nelle zone urbane al contrario delle aree extra-urbane.

Tiriamo le somme

Need for Speed: Payback è sicuramente un solido episodio per la saga di NFS, con un'ambientazione open-world molto varia ed interessante soprattutto nelle aree extraurbane. E’ un titolo davvero variegato in termini di attività e di gare, e la trama, pur non essendo particolarmente originale, coinvolge l’utente e lo cala nei panni del protagonista in maniera quasi impeccabile, con una campagna in single-player davvero ben costruita. Il sistema delle speed card funziona bene e l’evoluzione del personaggio è ben costruita. Il modello di guida, assolutamente arcade, fa la sua figura ed appare solido. Il difetto fondamentale del titolo risiede però in una realizzazione tecnica apparentemente approssimativa in alcuni punti, ma qui si confida nelle solite patch correttive.
7.5

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L'autore

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Da sempre grande amante di tutti gli sport, ha trasferito questa passione nel mondo dei videogiochi non disdegnando però anche gli altri generi. Ama il nostro calcio quanto sport come il football e l'hockey, ma è sempre pronto a blastare qualche alieno quando ce n'è il bisogno!

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i Le recensioni di MX esprimono il punto di vista degli autori sui titoli provati: nelle sezioni "Amore" ed "Odio" sono elencati gli aspetti positivi e negativi più rilevanti riscontrati nella prova del gioco, mentre il voto ed il commento conclusivo rispecchiano il giudizio complessivo del redattore sul titolo. Sono benvenuti i commenti e le discussioni tra chi è d'accordo o in disaccordo con tali giudizi, ma vi chiediamo di prendere atto del fatto che si tratta di valutazioni che non hanno pretesa di obiettività nè vogliono risultare vere per qualsiasi giocatore. La giusta chiave di lettura per le nostre recensioni sta nel comprendere le motivazioni alla base dei singoli giudizi e capire se possano essere applicate anche ai vostri gusti personali.
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