Recensione - White Shadows
di
Győző Baki / Baboy
P 8 dic 2021

Il Gioco
MP Video - White Shadows
Se le componenti platform e puzzle sono semplificate, il focus del gioco rimane quello di farci vivere un percorso guidato di circa un paio d'ore attraverso mondi affascinanti, con una trama che viene raccontata senza parole dagli ambienti stessi invece che da filmati d'intermezzo. White Shadows è infatti capace di offrire un mondo che sa stupire sia per le tecnologie steampunk raffinate presenti, che per la decadenza e la forte disuguaglianza che contraddistingue questa realtà.
La protagonista è una femmina di corvo umanoide, che assieme ai maiali sono le due "razze" che popolano il mondo di White Shadows. Questa differenza di razze serve anche a sottolineare le differenze sociali tra i due gruppi: i maiali godono di tanti comfort in superficie, mentre i corvi vivono in condizioni di schiavitù in miniera o in altri contesti lavorativi più pesanti. Gli ambienti sono pieni di propaganda mirata a far credere a tutti di avere pari opportunità, ma poi anche a livello culturale si usa spesso lo spauracchio dei corvi che creano zizzania e pericolo per gli innocenti abitanti "di sopra".

In questo contesto siamo chiamati ad affrontare numerose sezioni d'esplorazione e platform lineari, cercando di uscire da questo eterno loop senza via d'uscita e con nessuna speranza di miglioramento sociale, vista per l'appunto l'assenza di meritocrazia, talvolta con piccole variazioni sul gameplay come ad esempio l'aggiunta di una misteriosa terza razza di animali o l'interazione di certi elementi dinamici che si trovano nei livelli. A volte la difficoltà di alcune sezioni platform o sezione stealth con fallimento istantaneo in caso di errore può creare qualche momento di frustrazione, ma nulla di esagerato.

Similmente ai capolavori di questo genere come Inside e Limbo, anche White Shadows può essere completato in poche ore, motivo per il quale non mi soffermerei troppo sulle sorprese che si incontrano nel corso di questa breve avventura limitandomi ad anticipare alcune scelte molto creative e d'impatto che incontriamo nella seconda metà del titolo. Il mondo di gioco, come detto, narra una storia quasi senza testo alcuno, anche se ci sono le scritte in inglese negli elementi di propaganda in giro per il mondo - per questi, troviamo sottotitoli in varie lingue, ma purtroppo non l'italiano.

Amore
Imparando da Orwell
- L'ispirazione Orwelliana, in primis de La fattoria degli animali, ma anche di 1984, è evidente in tutti i pixel di questo affascinante platformer 2.5D. Una propaganda incessante, un'esaltazione del lavoro senza sosta come mezzo per raggiungere ogni propria soddisfazione personale, e un sistema autoritario dove un'apparente libertà e uguaglianza altro non fa che nascondere ed eliminare ogni voce dissidio e ogni classe sociale in difficoltà. Non si vede tutti i giorni un gioco affrontare con tale maturità certe tematiche, mi sento quindi di fare i complimenti allo sviluppatore.Bianco e il nero
- Ottime le visuali 3D in bianco e nero, che fanno un ottimo uso dei contrasti tra luci e ombre e che servono anche come ulteriore metafora sociale, dove la disuguaglianza tra razze e classi sociali è sottolineata tra bianchi e neri.Tecnologia e decadenza
- Molto interessanti anche le tecnologie che vediamo in White Shadows: un mix di "ferraglia" da primi del novecento, con elementi steampunk e costruzioni molto elaborate che creano tecnologie complesse impossibili per l'epoca. Questa gran quantità di ferro e rottami dona un'aria molto decadente a tutta questa tecnologia, ed infatti non appena usciamo dalle aree dominate da treni ad alta velocità e macchine volanti, vedersi materializzarsi povertà, schiavitù, malessere. Un mix davvero riuscito.Odio
Poca creatività nel gameplay
- L'ispirazione dalle opere di Playdead è innegabile, ma una cosa che quei titolo sapevano fare bene era stravolgere le regole, aggiungere novità e cambiare costantemente le aspettative del giocatore nel corso della trama. White Shadows purtroppo solo di rado riesce ad uscire dall'ombra della sua principale fonte di ispirazione, con il giocatore chiamato ad affrontare sezioni platform poco originali, puzzle già visti in mille altri giochi e sezioni a tempo molto prevedibili nella dinamica. Se il mondo di gioco è ricco di inventiva, lo stesso purtroppo non si può dire del gameplay.Esperienza poco bilanciata
- Un altro problema del titolo di Monokel è il fatto che lo sviluppatore non sembra avere ancora la mano giusta per dosare gli elementi del titolo. Tante sezioni, infatti, soffrono di sbilanciamenti ed eccessi. Parti che durano molto più del dovuto, sezioni platform a tempo che vanno avanti fin troppo, il tutto spesso condito da checkpoint poco frequenti che possono costringere a rigiocare lunghe sezioni leggermente frustranti. Il mondo visivo del gioco, a sua volta, può risultare eccessivo, con tante aree di gioco ricche di dettagli ed elementi in movimento che possono involontariamente nascondere qualche elemento fondamentale per il proseguimento.Qualche singhiozzo tecnico
- Pur giocando su Xbox Series X, durante la mia prova ho riscontrato numerosi problemi tecnici. Numerose sezioni con cali di frame-rate, comandi non sempre molto reattivi, ma anche bug grafici, con pop-up o la scomparsa di elementi scenici davanti ai nostri occhi. Non è un titolo che richiede una precisione di platforming esagerata, ma sono morto più di una volta anche per queste problematiche.Tiriamo le somme
White Shadows è un platformer cinematografico con uno stile davvero accattivante, che non ha paura di affrontare tematiche importanti come la discriminazione, lo schiavismo o il suicidio. Il surreale e macabro mondo che la giovane protagonista corvo deve affrontare è davvero curato e angosciante, ma purtroppo il gameplay e il lato tecnico non sono sempre al passo con le belle ambientazioni. Lo consiglio comunque caldamente a tutti gli appassionati del genere, soprattutto per le tematiche trattate. 7.8›
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